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scardasso. Addentelkto è pure il labre superiore siccome nella E.
Rémora, essendo perö i denti più facili a cadere (i). Le pinne B B sono ritondate , molto largbe , e poco men lunghe della
meta della lunghezza dello scudo : la loro inserzione cornspon-
de alla nona lamina , contando dall’ anteriore , avendo ventitre
W É poco ramosi. Le ventrali sono acute , alquanto pm corle
de°lîe pettorali, e nascono in sito corrispondente alla base mfe-
riore delle pettorali.
Le une e le altre quindi non oltrepassano la estremità posteriore
dello scudo, ciö ehe non si avvera in niuna deUe altre
specie da me conosciute , nè in altra di quelle state figurate. a
pinna dorsale e 1' anale nascono quasi nel medesimo sito ed un
poco più in dietro della meta del corpp , senza raggiungere la
coda , tra- Ie quali reslano due sole vertebre prive di tab appen-
dici. La dorsale à 24 raggi, e 20 1’ anale. La codale è uguale,
cuneata, cogli angoli ritondati, avente 18 raggi, compresi git
esterni più corti. Essa uguaglia appena la settima parte della lunghezza
totale. ,
La superficie di tutto il corpo è rivestita di una cute assai
forte , pinguedinosa , e senza squame apparenti, nè visibih con
occhio armato ; se non chè sulla pinna codale e la sua base ta-
luna se ne scorge coll’ ausilio di acuta lente. Offie, in vece, en
salti a foggia di tubercoli , i quali sembrano avere una boccuc-
cia ail’ esterno , quella per la qua}e trasuda il denso muco ehe
tutta riveste la superficie del corpo. 11 suo colore è bruno, piu
oscuro nel dorso , e sbiadato nel gastreo , nella gola, enella inferior
parte degli opercoli ; Ie pinne ventrali e. pettorali fulvicce
e quasi trasversalmente striate d' un colore più oscuro.
La lunghezza totale è di pollici sei: la largbezza maggiore,
ehe è tra gli opercoli , di linee undici, e la grossezza od allez-
za linee otto.
Di questa specie , due individui sono stati pescali in Taran-
/ ,\ Jq fatti , tanto ne*due esemplârl del mio Museo , quanto in quello della 11. Uni-
Tereiti se ne possono vedere taluni solamente, essendo gli altri caduti per 1’altmo softer-
to nclla preparaaione.
to nel i837 , attaccati alle branchie del Telraplurus Belone ,
volgarmente ivi appellato Acura imperiale : ed un altro in Napoli
, il quale si conserva nel Museo Zoologico della B. Université.
Non debbo pertanto omettere di fare osservare, ehe cost
materialmente guardate siffatte cose si è costretto eonchiudere
esser la Echeneide di Musignano - una specie distinta , siccome
io 1’ o riguardata. Ma s’ è permesso considerarle a mio modo
, sono inclinevole a credere ehe questa sia il piccolo della
E. Remora superiormente descritta. Le differenze ehe pre-
sentano i rispettivi scudi e le proporzioni tra quest! ed il corpo
intiero , lungi da 11’ esser per me un ostacolo a poterie risguarda-
re come una specie stessa , mi rafforzano invece in siffatta opi-
nione. Io parto dal principle, die essendo generalmente il capo
quello ehe prima d’ ogni altra parte del corpo sviluppa ; e
ehe lo scudo è intimamente colF organo cefalico congmnto; de-
ve tanto più sproporzionato moslrarsi col rimanente del corpo,
quanto minore ë 1’ etâ sua, Fermato tal principio trovererao in-
fatti, ehe lo scudo cefalico od occipitale dice una maggior ragione
al resto del corpo a misura ehe 1’ mdividuo è più piccolo.
Crescendo indi le rimanenti parti molli per ogni senso, la
posizione delle pinne pettorali e ventrali deve necessanamente
portarsd più indîetro. .
E cost in fatti troviamo star esse nella nostra L. Musigna-
H pel- rapporto alla E. Remora : e cost pure tra 1 due individui
della Remora stessa , corne risulta dalle rispettive descnziom.
E potrebbesi pure colla stessa differenza di rapport! render
ragione del diverso numéro delle lamine dello scudo occipitale,
crescente a misura che gl’ individui crescon di età.
Tali considerazioni io sottopongo a coloro ehe vorranno
maestrevolmente giudicaine.
Osservaziml. V ambiguïté de’ caratteri assegnati da divers! sentton all«
specie per lo M B conosciute, la Remora e la. Naucrales, non permette co-
™ si è fatto superiormente | W