G én é r é L E B I A ; L e b ia s , C u v . ( i ) .
G e n e r i s c h a r a c t e r e s e s s e n t i a l e s . Dentes max illare s de nt l-
culatL Membrana b ranchiostega radiis quinque. Oper-
c u la magna monophilla.
C haracteres naturales. Corpus subtetragonum squamis amplis
tectum. Caput depressum undique squamatum ; apertura oris
niimma; dentes supra subtusque scalpriformes , tricuspidati : mem-
brana branchiostega radiis quinque.
Qsservazioni. Le acque dolci dell’America producono taluni pesciolini spe-
ciosissimi, ai quali Schneider impose il generico nome di Poccilia (2). Non di-
versi da questi altri ne trasse dalle medesime contrade 1’ Humboldt, i quali distinguons!
dalle P ecilie sol perche i loro denti, in uno e semplice'ordine disposti,
sono addentellati o tricuspidati come vuol dirsi. E da tale differenza Cuvier
trasse il carattere per questo novello suo genere. Bonelli avea di già indicato
un pesciolino di acqua salsa discoperto in Sardegna , e senza tener conto della
differenza ch’ esihivano i denti, o tenendola come insufficiente per servire di
hase d’ un nuovo genere, lo riferi giustamente alle Pecilie di Schneider. L’Europa
non contava finora perciô altro chè la specie sarda, ehe colle americane potesse
associarsi. E nondimeno noi ne possediam due , una delle quali io non duhito
esser la identicâ alia Caleritam del Bonelli , e 1’ altra appena distinta dalla Fa-
sciata dell’ America, descritta da Valenciennes nelle osservazioni zoologiche del-
1’ Hubboldt , siccome dalla descrizione e dalla figura risulta.
Poichè il Bonelli non dette alcuna descrizione della sua Lehia Caleritana ,
ne i piccoli indizî ehe ne porge Cuvier, nel süo regno animale, bastando per
poter dire a qual delle due specie nostrali quella conviene ; vi ri ferisco con du-
biezza la prima, e la ritengo col medesimo nome di Caleritana. E cio perche non
abbiasi ad apcrescere il numéro de’ nomi a danno della memoria, mentre non
è più questa Lebia esclusiva della Sardegna. Per la quai cosa il suo specifico
nome sarebbe meglio dettato dalla natura delle acque , o dalla località mede-
sima , e quindi dir si dovrebbe lacustris od Jtalica.
L’ altra delle due specie la diro flava , tale essendo il color suo prédominante,
specialmente poi sulle pinne. •
• i (1) Nome d f un pesce menzionato d’ Ateneo nel Lib. Ill', ma di un genere assai diver-
so da quello cui trovasi da Cuvier appliedto , per quanto puo dedursi dal poco che quel
dotto ne dice. Egli in falti ne riferisce chë la Lebia fosse lo stesso che 1’ Epato , pesce com-
mestibile e marino ; mentre la Lebia di cui or si ragiona è pesce di laghi di acqua salsa ,
e rifmtato dagli uomini e dagli altri animali carniyori, siccome sarà detto più oltre.
(2) Forsi da IIoipuA/r) vatHetas, yarietà ?
I . L eb ia di Sardegna; Lebias Caleritana, T av . X V I I , f. 2.
I maggiori indiyidui di questa specie giungono alia lunghez-
za di due pollici e 10 linee , ma d’ ordinario oltrepassario appena
i due pollici. Le proporzioni delle sue parti rilevar si posso-
no dalla figura che esattàmente corrisponde all’ oggetto raele (1).
La maggiore. altezza del corpo ordinariamente si trova nel mezzo
di esso , e la maggior larghezza è tra gli opercoli. Quindi è evidente
essere il capo grosso , siccome è superiormente depresso e
quasi piano, il muso ottuso , la bocca stretta, e gl’ in term a seel-
lari pochissimo estensivi. Le narici si aprono precisamente sul-
I angolo delle orbite in un forame solo ed allungato.
II corpo e tutto squamato, non eccettuato il capo , i sottor-
bitali , e gli opercoli. La squama cbe ricuopre il vertice è guer-
nita di due sensibili forami ; e talvolta questa è doppia , ossia
biparti ta , ma sempre molto grande. Sulla nuca vi corre una specie
di cresta poco elevata che abbraccia 1’ estensione di 4 apofisi
delle vertebre ceryicali, nell età media , negli adulti si estende
fin presso l’ origine della p. d o rsa le re ne’ piccoli è osservabile
appena sulle due prime cervicali (2).
La mandibola anteriormente è bruna con sei maccbie verticali
nere; e cosi pure, ma più sbiadato , è il contorno delle interma-
scellari. Il colore del corpo è verde-bruno nella superior parte,
(0 L certamente fuor di quello che la bisogna richiede lo andar dicendo la proporzione
delle parti quai sia , e quali i colori che adornano gli animali, ogni quai vol ta di essi si
esibisce l’ immagine fedele ; le quail cose indispensabili sono soltanto se astrattamente di essi
si parla-, o che cei’to non siasi esser le figure all’ originale simiglianti. Volendo nondimeno
conciliai e la brevita della scrittura coll ammissione di queste espressioni parmi conducen-
tissimo il seguente modo. Assumendo per numeratore di un rotto la quantità lineare espri-
mente la intiera lungbezza del pesce, ne saranno altrettanti denominatori le frazzioni spel-
tanti aile distanze parziali de suoi organi , e le lunghezze di taluni de’ medesiini. Dicasi
quandi. — Distanza dalT esUemità del muso al margine anteriore dell’ orbita i sei decimi ;
al posteriore 3 sei decimi, al termine dell’ opei’colo 5 un decinio,. ail’ origine della petto-
rale 6) al termine della medesima 9 cinque decimi, ail’ origine della dorsale 12, al termine
suo 14 cinque decimi, ail origine della coda 20, al termine della medesima 24 _
Totale.
C3) Dériva qu,esta prominenza dallo accresçimenlo delle apofisi verticali delle vertebre ,
siccome in vari altri pesci succédé. Nella Dactjloptera avviene il contrario, perché le ce.-
vicali sono riunite in una sola, e manca quasi affatto l’ apofise verticale.