quantunque entra ancor esso nel pecoreccio, e forsi senza avveclersene , lorchè
ne’ sinonimi della Naucrates riporta quello dell’Aldrovando, coU’altra designata
dal medesimo scrittore sotto il nome di Remora Imper ali.
Aldrovando, sulla fede di quest’ ultimo, parlo della remora, ricopiandone
quasi lia stessa figura , ed appellandola R. Imperali.
Quindi pure niuna specie fu distinta dagli antichi fino a Linneo , ehe ne
riconobbe due solamente ; V E . rémora cioè, e 1’ E. Naucrales , i cui principal»
caratteri furon desunti dal numéro delle lamine del disco .occipitale , contan-
dosene 18 nella prima e 22 nelta seconda, e dalla forma della pinna codale;
ritondata nell’ üna ed in forma di mezza luna nell’ altra. Schneider ne riconob-
be una terza , TÆ*. lineala , con 10 lamine soltanto nel dis.co occipitale : e fïnal-
mente Cuvier ne menziona una quanta, YE* Osteochir, rimarchevole per i raggi
ossosi'delle pinne pettorali, e terminatï da una paletta alquanto crenata.
Cupani, nel suo Pamphiton Siculum vol. IIL tab. 96, rappresenta una specie
di queslo gencre , ehe il Rafinesque ragguaglia a quclla figurata dall’ Im-
perato ( Stor. nat. p. 684 ediz. del 1672 : o pag. 779 , ediz. del iS g g , ) sotta
il nome di Rémora , assegnandoli in pari tempo il nome specifico di Eche-
neis Mediterraneus (i),. Egli d’ altro non ci ammonisce se non ehe ahbia meno dî
venti lamine nel disco occipitale , una coda sottile , colla pinna acuta o rom-
hoidale ; confessando in pari tempo non aver mai vistö tal pesce in natura , ed
indicandolo sulla figura del Cupani. A causa del numéro minore di 20 delle
lamine del disco , senza dir pero. quante esse siano , e delta coda non bifur-
cata , ama distinguerla dalla Remora Linneana, e 1’ appella Ech. Imperati, in
onore di questo nostro famoso naturalista , corne quello. ehe l’à dapprima figurata
(2). Cosi pero. stata era pure indicata dall’Aldrovando , pag. 335 a 34-0,
un’ altra specie- Gran falLo commette pure il Rafinesque nelFassegnare alla R.
dell’ Imperatomeno di 20 lamine allô scudo occipitale, siccome âvvertimmo ,
mentre se ne contano 23 con chiarezza. Ed inoltre la figura /proporzione, e
situazione delle pinne mal corrispondono alla nostra Echenide degli antichi ; ol~
tracchè la coda , ehe forsi per fallo del pittore o per maltrattamento ricevuto
1’ individuo ehe si ebbe sotto gli occhi , £u disegnata quasi romboidale.. E di ciq
mi persuade tanto più, in quanto che veggo i raggi della stessa assai corti ,
ne alcuna delle specie che ô finora esaminata offre il complesso di caratteri délia
Remora figurata dall’ Imperato.
Recentemente il Pr- Cocco da Messina ne à data la descrizione d’una specie,
che sembra differire da quella ch’ io ô désigna ta col nome di Ech. Musi- 1 2
(1) E veramente da compiangersi la nomomania dalla quale sono invasi tal uni, i quali
senza arrossire , e senza fontlate ragioni, sovraimpongôho nomi a nomi aile medesime specie.
Talchè fanno divenire sinonûui della presunta nuova specie quelll con chè confsssano.
averla dapprima conoseiata î1
(2) Rafines. Caratt. p. 35*
gnanii c la'quale a ppel l a ndo egli E. Arrosli, dubita ch’ esser possa la stessa II.
Sicula del * Ca pa n i.
Niuno ch’ io sappia si è oçcupato a sotfoporpe ad un esame comparative
le specie del nostro Mediterrànëo, se tali dir si possono: e forse cio è dipeso
dalla rarità di tali pesci. Nelle diverse escursioni faite per i littorali del regno
mi è riuscito averne una pescata nel Faro di Messina, ed un’ altra nel Golfo
di Taranto. Nel Museo della R. Università ne ô trovate altre due. Quindi 6 avuta
1 opportunita di sottoporle tutte ad un accurato esame , e dalle loro dificjrcu-
ze risulta, ch’ esse tutte appartengono a tre distinte specie.
Non essendó presumibile the il numero delle lamine del disco occipitale
sia tanto variabile sopra individui d’ una stessa specie ; e cip tanto meno, in quanto
che con questa. variabilité trovàsi pur associato il numéro diverso de’ raggi
della pinne dorsale ed anale ,• la, figura e proporzione di versa della pinne codale
, pettorale , e ventrale, oltre la situazione ancora delle pettorali medesime ;
debbo ritenere, che le specie siano realmente tali. Ne da ultimo debbe valutarsi
la svariata forma delle squame, e la varia dentellatura delle lamine del disco
occipitale , ëd i denteili ehe guarniscono il lahro superiore di una di esse ;
le quali cose io reputo anzi come le più caratteristiche.
E queste difierenze tutte messe a calcolo, credo con fondata ragione de-
sumerne, ehe dell Echeneidi esistano tre specie , oltre quelle, riconosclute da
Cuvier: niuna delle quali pero da potersi riferire al nostro Mediterraneo, come
loro ubicazione costahte ; perciocchè possono provenire, siccome provengono
di fa tti, da mari stranieri. Ed invero , la E. Arrosli e la Musignani trovansi
per lo piu attaccate aile hranchie de’ grossi pesci della famiglia de’ Squali ; ne
puo giudiearsi quai ne sia la vera lor patria. L’ E remora e la Naucrates ven-
gono appo noi attaceate aile caréné de’ navigli provenienti dall’ Oceano , e per lo
piu settentrionale. Che se taluna, come iGesnero nevadicendo, frequenlissima
credêsi nell Isola di Corfu , è da sapersi esser quellâ un Lepadogasler, genere
di pesci confuso da quei prischi dotti colla Remora (1).
i. licheneide degli Antichi; JEcheneisp^eteruni, n.T.XXV.
E. corpore squamalo, squamis oblongis slriatis inaequalibus , scuti occipitalis
lamellis 23; cauda lunulata ; pinnis pectoraUbus et venlralibus falcalis ,• einereo-
brunnea, fascia lalerali albida.
Lo scudo occipitale è ellittico , stando il diametro maggiore
al minore :: 3: 1. Il numero delle sue lamine è di 23, i denteili
delle quali sono minuti.
(1) Vedi gen. Lepadogaster, della presente opera.