mile a quello che farebbero due battenti di una porta , 1’ a ltro
di dilatazione e restringimento , pari a quello della sistole e
diastole del cuore. Questi movimenti sono affatto isocroni , sen-
za che vi corrispondano quelli degli organi ruotatorî , i quali
sono celerissimi dapprima, in modo cbe non permettono all’ oc-
chio distinguere i dentelli, nè di assicurarsi del modo com’ essi
si muovono ; ma vanno poi rallentandosi gradatamente fino a la -
sciarsi contare i dentelli. Da questo viscere partono tre f ili, cbe
non oserei assicurare se vasi essi siano, siccome più verisimi le
a me sembra. Di questi , due vanno ( uno per ciascun lato ) al-
1’ inserzione degli organi ruotatorî, ed un altro corre per mezzo
a dirittura. La parte del corpo compresa da questo viscere
all’ estremità anteriore è trasparentissima , come formata da deli-
catissimo e limpido cristallo ; quella cbe poi posteriormente segue
viene occupata da un parenchima vascolare di color giallo
rossso, e vi si distinguono alcune tracce quasi di segmenti, per
i quali l ’ animale si accorcia o si allunga. Ne’ margini interni di
questa parte sembra che spiralmente il parenchima si conformi.
Si mostra nel mezzo una cavità ripiena di sostanza p iù opaca !
ma io non saprei assicurare se costituisca 1’ apparato gastro-ente-
rico , solo o riunito con i visceri epatici e con altri organi, come
p. e. della riproduzione o di altre speciali secrezioni. Nè credo
che altri possa asserirlo senza tema di errore. Forsi taluno vi
vedrebbe glandole ed appendici piloriche , valvole intestinali, e
chi sa pure se le glandole salivari non vi riconoscesse. Ma tali
cose noi riserbiamo per menti più elevate, e per occhi più acu-
ti ; contentandoci riferire quello soltanto di cui siam certi.
L ’ estremità posteriore , restringendosi sino a prender la forma
acuta di un cono , vien terminata finalmente da due appendici
brevissime , simili a quelle che ne porgono la più parte delie
larve de’ ditteri, e di alcuni lepidotteri. E ciô principalmente
distingue la nostra forcolaria dalle altre rappresentateci da Muller
, e citate da Lamarck, Cuvier, Bory de S. Vincente ec. ecc.
Trovasi questa forcolaria nelle acque lentamente scorrenti del
nostro Sebeto, d’onde prender potrebbe il suo nome specifico.Ma ciù
non esclude che essa viva eziandio in altre acque dolci e correnti.
H O T i m r y
Evidentemente si osserva aver la forcolaria un tubercolo
tramezzo^ aile due braccia rotifere, il quale si eleva alia guisa
stessa de tentacoli oculiferi della limaccia ; alla cui estremilà v’ à
un globicino più Iucido simile ugualmente a quello che termina i
tentacoli sudetti. Se questo sia poi un occhio oppur no , si trovi
chi voglia sostenerlo. Perché possa osservarsi questo tubercolo
convien trovarsi la forcolaria giacente per un lato , mentre stando
suptna o bocconi la projezione del raggio visuale,. non trovan-'
dost su la linea stessa del tubo , lo rende indiscernibile.
Che il movimento delle ruote sia rotatorio e non vibratorio ,
viene in soceorso della visione un argomento chiarissimo. I cor-
pi eterogenei che si trovano per azzardo tra mezzo allé due ruote
, o che corrispondessero al centro di una di esse, vengono ri-
tenuti sempre nella medesima situazione, e con un movimento
circolatono impressogli evidentemente da qnello delle ruote stes-
se, le quali generano un vortice. Or si sà , che i corpi vibranti
sospingôno i fluidi dal centro alia periferia senza generar vortice
; viceversa , un corpo rotante , sospingendo le onde in un modo
spirale , lo genera immancabilmente : e tanto avviene nel caso
nostro.
Bello è poi veder la forcolaria in tutti i suoi stadî di vita.
Quando il fluido comincia a mancare nel porta-oggetti , essa ri-
sente la mancanza di alimento al viver suo , e cerca di cambiar
dt si to per trovarlo altrove. Allora essa accorcia le braccia rotifere
, le riporta in dentro , e poi , allungando il suo collo ( o i
segmenti anterior! del suo corpo) distendes! corne una sangui-
suga , tenendosi lissa per le due appendici codali. Bicaccia a
quando a quando le braccia rotifere, mettendole in movimento,
ed in quesle alternative costantemente si' ôsserva restarsi immobile
il cuore , allorchè le ruote sono racchiuse ail’ interno : e met-
tersi poscia novellamente in moto lorchè quelle sono ail’ ester-
no , e quindi in attività. Per la quai cosa si puè con fondamen-
to conchiudem quello che fin’ ora si è sospettato , esser questi
organi ruotatorî inservienti alla respirazione più che ail’ introdu-
zion degh alimenti. In fine , quando 1’ animale non trova più li-
quido necessario a mantener la sua vita , ritiene le sue braccia