di Stafifoli. II capo è perô assai più declive , essendo più ele-
vato l’ occipite, e la nuca depressa. Esso è senza squame, rive-
stito da epidérme brunô-gialliccio : e guardato dalla superior parte
somiglia a quello di una lucertola , d’ onde forse tali pesciolini
detti vennero da’ greci Calcides:. Il muso è ottuso , e 1 apertura
della bocca obbligua. *
Le note più rimarchevoli , per le quali dalle congeneri sp*e-
cie-distingue-si, sono , la lunghezza di tuttele pinne , e della dorsale
special mente , ch’ è graduata e quasi in lorma di quadrante.
Gli opercoli sono pure in proporzione assai lunghi, di figura trapézoïdale
, in apparenza di un sol pezzo , con appendice mem-
branosa nel basso ; gli occhi largbi e prominenti. Il corpo e svel-
to lungbetto in guisa che la lunghezza pareggia il quintuplo del-
1’ altezza ; ed è più curvo sotto che sopra. Il dorso un poco ap-
pianato ; il ventre fat to a caréna , e le scaglie assai larghe.
D. 9 ; A. 15 ; P. i 4 ; Y* & è'9 ; C. 18*
La vescica natatoja è grande non altrimenti biloculare che
quella delle precedenti specie. Nel resto conviene colle stesse. Ii
suo colore generale è verde-gialliCcio , picchiettato di bruno sul
dorso , e cos'i pure puntinati sono gli opercoli e la metà supe-
riore dell’ iride , il quale è argentino : la pupilla ë nera ; sopra
i fianchi vi corre una listarella splendente di acciajo ; e tra que-
sta e la parte bruna del dorso un riflesso di verde di smeraldo.
Inferiormente è bianco di argento splendentissimo.
Cinque ordini di squame oceupano la parte bruna del dorso,
Poco dissimile da questo è la Sardella bianco, del Logo Pensile
, ( volgarmente Pestle (1) ) , ridiicendosi le differenze nella
grandezza alquanto maggiore ; la parte anteriore del capo un poco
più allungata, in guisa che l’estremità del muso dista dal contor- 1
(1) II lago jPensile o Pesile vien cos\ detto per clue isolette gallegiauti che vi stanno,
formaté dal tessuto çü radici di arbusti e piante, e le quali rigettate vengono da venti nelle
sponte opposte alla piaggia da cui questi spirano. Esso è sito in Provincia di Basilicata
tra Potenze e Rionevo, Le specie di notanti che vi albergano sono Anguille, Tmche e Sardelle
biancke.
Quivi d’ appresso v’ è il Castello eretto da Ruggiero per suo Asilo , quando portavasi
a far caccia di animali selvatici, di cui que'la contrada abbondava , essendo da boschi e
da seWe coperta, ora perd sminuiti oltremodo, ed il castello in gran parte diroccato.
A D D O M I N A L I 19 no dell’ orbita un diamëtro ed un quarto , mentre nel Vullurino
e neir albido tal distanza pareggia il diametro dell’orbita; man-
cando finalmente nella nuca di quella depressione rimarchevole
nelle stesse due specie.
La femmina porta le uova sviluppate nel mese di aprile.
SPIEGAZIONE DELLA TAYOLA XY.
A . H L. vulturino di natural grandezza.
b , II suo capo guardato dalla superior parte.
c , Taglio trasversale del suo corpo.
d , Qüadrato di squame ingrandite.
d\ Una delle squame oltremodo ingrandita ed appartenente all’ addomino.
d” , Simile spettante al dorso.
4- L euc isco Lasca ; Leuciscus Lascha, n. T av . X V I.
Osservazioni. Rondelizio e il solo che, nella sua storia de’ pesci fluviatili (1),
fa menzione d’ una specie, alia quale applica il nome italiano Lasca, come si-
nOnimo di Gàvdon de’ Francesi. È pero dice semhrargli diverso da quello ch’ ei
ne rappresenta sotto nome di Leucisço, A quest’ ultimo altronde Cuvier riferi-
sce la Vandoise de’ Francesi ,• citandovi la fig. 1 della Tav. 97 di Bloch., col
nome di C, Leuciscos, e riporta per 1’ opposto il Gardon al C. idus rappresen-
tanto dal medesimo autore nella tav. 6 , o meglio nella 36.
Il medesimo chiarissimo A. non manca eziandio dichiarâre , nella nota ap-
posta alla pag, 276, vol. 2 del suo Regno Animale, esser difficile cosa ricono-
seere le specie moltissime di questo sottogenere nelle figure datane dagli antichi
serittori, perciocche questi pesci hanno moltissima simiglianza tra loro, e perche
moltissimi n esistono nolle riyiere di Europa.non aneo.r rappresentati.
La nostra Lasca certo non e quella di cui il Rodelezio ne porge la figiira
accompagnata da tin a hrevissima descrizione , avvegnaechè principalmente tra
loro dissomigliano per la forma del capo e per le proporzioni d i ogni parte di
quello , non che per la maggior larghezza del corpo, e per le squame più grandi
in proporzione, se csattamente sono state rapprcscntate , corne convien sup-
porre, a causa della molta esattezza di questo scrittore. E quantunque ei non
anunettesse alcuna differenza tra le squame del suo leucisco e la lasca clegl5 ita-
lian i, cio non dee intendersi a parer mio relativamente alla proporzione ma
alla figura soïtanto. Est hic Leuciscus supetiori corpoi'is aspcclus, pinnarutn nu~
me)o , situ, figura, squamis similis, sed capite est minore., cotpore latiore.
I pochi eenni poi clie ne rende il Cuvier del C. Leuciscus non sono suf-
(if) Rond. Univers. Ac/uat. Hist. Par. altera ^ pag. ig i. Mclit. Lugd 1534’