S p e lta v a an co ra ad un italiano la g lo r ia d i fon dare un genere distinto ,
ossia d i a v e r s i bene s tu d ia lo l’ a n im a le , d a v ed e r c h ’ esso m e r ita v a essere
disgiunto da lla serie de1 M edu sa rï L in n e a u i. I I S ig . D a n a , r iv o ca n d o d a ll’ o b li-
v io n e g li Armenistarti sotto i l <jual nome i G re c i conobbero Ie Vélelle, p ro pose
cos tituirsene un gene re co l p r im o di tali nomi , ed imp iegare i l secon-
d o p e r in d ic a re la specie ( i ) . M a le op é ré ita lia n e , tra san date mai sem-
p re come la madre lo ro , ed a v ile tenute , h a n permesso ai stranieri r iv en -
d e rci b re v i e non piit csatte notizie into rno a l medesimo v iv e n t e . E s ch s c h o lz ,
a v en d o stud iato m o ite sp e cie di V e le lle di mari d iv e r s i ne h a es ibita una classi-
f ica z io n e (2 ) j ma conv iene c h e una medesima sp e cie sia qu e lla ch e fig u ra
ben qua ttro vo lte nell’ o p e ra d i L am a r c k .
lu f in e un nostro contemporaneo consacra an c lie esso un’a r tic o lç per la Medusa
V e le l la , nel q u a le , in lu o g o d’ illu s tra z io n i. non si tro van o ch è una in esatta
descrizione ed un p ro b lem a a r iso lv e r s i. S i c e rca c io c sapere « se i fili lun-
ghetti r a v v is a ii tra i ten ta co li e lo stama co , b ia n c h ic c i, e corredati nell’ apice
di p a rtic o la re g lo b e t to , siano g li o v id o tti com u n ican tin o co lle o v a ja , ch e p o trebbe
essere con fu s e co lla massa ep a tica » . Q u istione ch e forse svanrra me-
g lio studiando la V e le lla v iv en te , in v e c e d i c io fare d o p o a v e r la mantenu-
ta in q u a lch e spiritoso liq u o r e .
D o p o a v e r riu n ite queste p o ch e n olizie intorno a c io d i e della V e le lla
fù detto ., passo a d e scr iv e r la come io T ho .p ib v o lte osse rva ta in dive rsi stati
d i v ita , teuendo sempre dietro aile tra c c e a me slesso proposte.
A ben intendere 1’ o rganizzazione della V e le lla convien distinguere lo s c h e -
letro ca rtila ginoso da lle p a rt i m o lli 'a i le q u a li se rve d i ap p o gg io .
II p r im o è q u a s i d a due piani comp os to , de’ q u a li uno o r iz o n ta le , di. f i g
u ra e llilt ic a , r ipiegato a lq u a n to in fo rm a qua si d i un S , im b u lifo rm e verso il
cen tro , e corne qu a d r ip a r lito da due ripieg am en ti diame trali e ira lo ro in te r s e -
ca ti nel contro pres sochè ad aDgolo retto. C o stitùito esso viene da due o rdin i di
- (1) MiscettTaurin. V. III. pag. -206. ' •
(2) . Il carattcre primario dcl quäle il sullodato autore si serve per la prima ripartizione
del genere in due sezioni, lo desumc dalla cresta. L’ una comprende quelle , la' cui cresta cor.-
re dall’ angolo anteriore destro al posteriore sinistro del corpo doll’ animale; 1’ altra nbbraccia
Ie specie nelle quali la medesima cresta va dall’ angolo anteriore del lato sinistro al pustcrio-
re del lato destro. Vedi, Voyag. des decouverls par Ord- de Coizebue , T . I I I .
I D R O S T A T I G I i 3
vas i spiralmente contorti , uno de’ q u a li forma la fa c c ia inferiore , la superio-
re 1 a i l r o , scorrendo in senso con trario 5 in guisa ch e Ie ap ertu re lo ro si t ro v
an o oppostamente ne’ p unti xx ( T a v . I , f ig . 6 . ) . S o p ra una delle linee
interse canti, e propriamente q u e lla ch e segna il m a g g io r diame tro , v ertica lmente
insiste 1’ a lt ro p ia n o , e h e form a la co$i delta vela, o cresta ; e tanto in questa
q u a n to nell’ a lt ra linea sembra ch e il cammino de’ vas i resti in te r ro tto , c io c ch è in
realt'a non esiste j mentre il liq u id o ch e per entro v i scorre , compresso ch e sia
^eSBeruicnte, passa senza soffrire ostacolo a lcu n o , fino a perv en ire alla sua apertu-
ra x. L a cresta o v ela è au ch ’ essa vasco la re , ma i suoi va s i si ramificano ,
a v en d o i t ron ch i p r im a r î la d o v e si anastomizzano co’ va s i del piano o r izon ta l
e sul q u a le p o g g ia , e le ultime e pib. tenui ramificaz ioni v an n o a disperder-
si sul ma rg in e attenua to ed a cu to de lla cresta medesima , siccome rappresen-
late v engono nella fig . 5 ; o v e si vede p a rtire da h , punto de lla ,comune in -
lersezione d e’ r ip ie g am e n ti, un a ilro ordine di vasi minor/ eh e si ramificano
a lla guisa d i un alb ero .
I l co rpo de ll’ animale è disteso su lla inferior pa gin a de l piano orizon tale,
e v i ad erisce per imp e rce ttib ile tessutQ v a s c o la r e , ch e mette in rap p o rto il
can ale sp ira le dello scheletro colle p a rti mo lli ( 1 ) . I l mantello del medesimo ,
o l trépassa to d i q u a lch e linea l ’ orlo del pian o , si ripiega sopra stesso, e poscia
passa a ricu op r ire la pa gin a superiore del piano medesimo. In cio fare ben s’ in-
tende ch e deve altenua rsi su ccessivamente fin o c c h è , r iv e s tita ancora la c re s ta ,
non vanno a ragiungers i rec ip ro cam en te i lernbi opposti sul termine de lla cresta
, ove, costituisoono un lembo solo ed ondoso d , e , ƒ ( f . 5. ). Q u iv i il
rad doppiameu to ne rend e n o v ellamen te sensibile i l co lo re , ch e quasi alfatlo
dile gua to sembra nel resto de lla superior superficie del piano e ne’ Lati de lla cresta
, e cio a causa de ll’ altenuazione ricevuta (2 ) . I l colore del p a llio è c e ru -
(1) Comunque invisibile sifiatta reciprocanza di comunicazione, non è dà riyocarsi in dub-
b;o, perciocchè Io accrescimenlo dello scheletro, subordinalo esseudo aquello dell’ animale che
lo produce, deve necessariamente ricever da questo alimento e vita.La quai cosa non potrebbe
del pari avvenire se tra i vasi dillo scheletro c quelli delle parti molli dell’ animale noa
Vi fosse comunicazione analoga a quella che si ha fra Ie ossa e la carne ne’ mammiferi.
(2) Da tale condizion di cose ingannato venne il Sig. Eschscholz che il pallio ( o pelle,
secondo lui ) non rivesta Ia vela, ma il solo disco inferiore. S’ egli ragionalo avesse co’ soli
principi fisiologici , o se atlentamente tentalo avesse distaccaré lo scheletro dall’ animale
quando queslo era ancor y ivo, certo ayyeduto si sarebbe del grossolano- errorc.