ghe, or lisce, or carenate. Le lamelle ventrali son piccolo, quadrilatère, lisce, disposte
in più serie ordinariainente oblique. Pori esistono sotto i femori. I piedi han cinque
dita, non diverse in Junghezza da quelle dei Psammodromij debolmente compresse, carenate
al di sotto, dentellate nei margini.
Degna certamente di plauso è la chiarezza, con la quale i Signori Duméril e Bibron
hanno esposto il genere Acanthodactylus> come ben ci dimostrano quattro specie della
nostra raccolta comprese tralle cinque da loro ammesse, ehe sono tutte le conosciute og-
gidi. Non potendo perö noi negar con essi ehe il nostro Rettile sia la Lacerta Boschiana
di Daudin (nome ehe sulle tracce del Lichtenstein, o per dir meglio dello Schulze
han trasferito a quella congenerica di Egitto ehe distinguesi tanto bene dal nome di Ac.
asperus) gli serbiamo perciö quello detto di sopra. E ci basti a contradire non senza
ragione que’dotti Francesi il convenir ch’essi stessi fanno di non essere state contemplate
dal Daudin le squame grandi sul tergo, che sono appunto il carattere distintivo
c\e\Y aspprusj essendochè la nostra specie al contrario Je ha tutte piccolissime come il
Daudin fedelraente le rappresenta. Noi dunque ravvisando nel nostro Rettile la Lacerta
Boschiana del Daudin escludiamo il nome di Acanthodactylus vulgaris impostogli
da que’ chiarissimi autori. Quindi per provare viemmaggiormente con qual torto gli si
applichi da taluni il nome di Lacerta veloxy gli abbiamo fatto effigiare da lato la vera
Lacerta velox di Pallas, diversissima dalla nostra, come ognuno avria già potuto imaginäre
in considerando la lontanissima segregazione dei paesi, in cui questo e quel rettile
soggiornano. Consigliati poi dalla similissima e singolar disposizione delle lamelle
addominali, e non potendoci persuadere ehe due specie tanto simili fra loro apparte-
nessero a due diversi generi, abbiam chiamato il nostro rettile Acanthodactylus velox,
quando al contrario piacerebbeci piuttosto denorainarlo Eremias velox; imperocchè non
altro egli è che un congenere della Eremias variabilis rappresentato in doppio e variato
aspetto nella tavola stessa. Tengasi quindi per fermo ehe il solo Acanthodactylus da noi
figurato è il Boschianus, soggetto del presente articolo, quantunque abbia più piccole di
qualunque altro Acantodattilo la sfrangiatura delle dita sufficiente a collocarlo nel genere.
Riguardo poi alle due specie del Pallas noi le abbiam figurate con tanto maggior
piacere, perché dopo averle stabilité lo stesso Pallas le confuse insieme dichiarando non
altro essere la già sua Velox che una delle innumerevoli varietà della sua Variabilis
la quale realmente pei colori varia all’infinite, mentre la Velox ha quasi sempre ocel-
lati i fianchi. Quello che perö benissimo distingue l’una dall’altra specie, come I’osserva
il Wiegmann nella sua Erpetologia Messicana, è che la Velox esibisce lo scudetto suborbitale
abbassato fino al margine del labbro, mentre 1’altra lo ha sostenuto da una delle
piastrine labiali. Non essendo perö Ilaliane le specie di Pallas., le quali anzi possono ap-
pena dirsi Europee, trovandosi soltanto nelle più orientali provincie della Russia, e nella
Crimea; ci ristringiamo perciö a parlare dell’ unico Acanthodactylus BoschianusJ non
senza avvertire ehe anch’ esso potria quasi escludersi da Italia se si riguardasse ai rigo-
rosi confiai di ponente. Noi realmente lo avemmo da una provincia limitrofa Francese
ov'e è frequente non meno ehe in Ispagna : ma niuno ha detto mai che non si vegoa*
sulla sinistra sponda del Varo, e perö non consiglieremo alcuno a negargli quella citta-
dinanza ehe tanto più si potria meritare come innocente ed imbelle animaletto.
Facile è il distinguerlo a colpo d’occhio dalle quattro specie congeneri; cioè AzM'aspe-
rus, perché quello è la sola ad avéré le squame del tergo notevolmente più grandi delle
esistenti nella region© anteriore; come diversifies dalle altre, ehe hanno come esso tutte
uguali le squame, perché il Savignyi ed il Lineo-maculatus di Dumeril le hanno rigonfie
o carenate; lo Scutellatus, finalmente del medesimo, solo ad averle lisce come il nostro,
ha il margine anteriore deH’orecchio denticolato, laddove questo lo ha integro e sol-
tanto granelloso.
Elegantissimo. nella corporatura giunge a sei pollici di lunghezza, La celata ehe gli
ricuopre il pileer è 1’undecima parte di tutto 1’animale, ü tronco, n ’è tre parti e mezzo,
e sei la coda. Ha il capo cortino, col muso ottusetto e molto rigonfio. ne*lati : 1’apertura
della bocca si protrae fin sotto il mezzo dell’occhio; ed i fori auricolari molto grandi e
rotondati sono un terzo più vicini all’articolazione della spalla ehe alla punta del muso.
La piastra frontale è campaniforme, fortemente ristretta nella sommité ; ed un piccolo
granellino sembra ehe tenga luogo dell’occipitale. L’interparietale guttiforme mostra una
piccola cicatrice nel mezzo. Le parietali son grandi e trapezoidali. Le due sopraorbitali
da ciascuna banda, grandi, "u gu ali fra loro, formano colla reciproca riunione una ellisse
quasi regolare; e nell’inferiore non meno, che nell’esterno lato, veggonsi contornate da
piccoli graneRini. Son quattro per lato le marginali del labbro superiore, sei quelle dell’
inferiore. 11 collare descrivente un angola verso il petto, formasi da nove squame rom-
boidali, quattro. per parte, ed una in mezza più grandetta, ehe è la sola ad incarnarsi
nel mezzo, e sopra la quale concorrono le laterali, tutte libéré, embricate tra loro: le
altre squamette ehe veggonsi sopra il detto collare impicçoliscono gradatamente di ma-
no in mano ehe risalgono verso gli angoli mascellari. Le squame pettorali di forma rom-
boide son disposte in serie verticalmente ed orizzontalmente curve; e perciö intersecan-
tesi fra loro in figura semicircolare : quindici delle medesime costituiscono il cosi delto
triangolo pettorale. Piccoli granellini non osservati da taluni autori esistono tra il collo
ed il petto segnatamente sotto le squame castituenli il collare. Dieci fila di lamelle rom-
boidali contansi sull’ addame; e le due esterne da ogni lato sono molto più piccole
delle altre, ehe ne hanno circa trentadue per fila. La regione preanale rivestesi di squame
romb.oidali, tra le quali una o più se ne distinguono lungo il mezzo, di forma po-
lbonare, e di maggior grandezza. I tuhercoli granulari del dorsa e dei fianchi sono tutti
piccolissimi, uguali, lisci» romboidali, appena embricati. I verticilli della coda in numero
di circa novanta constano di squame romboidali, il primo avendone circa trenta,
quelle perö che cuoprono le parti superiori sono leggermente carenate in linea obliqua
nel mezzo, nelle parti inferiori son lisce. I pori femorali protuberanti son circa venti-
çinque per parte, e si estendono fino al pube. Piuttosto pingui e muscolosi sono gli arti,
gli anteriori de’quali posson giungere all’apice del muso, se li protendi all’innanzi; i
posteriori sino ai fori auricolari. Le dita, sottili e nodose hanno hensi sfrangiature laterali
ma deboli, e le squamette inferiori con doppia e ben rilevata caréna. Le unghie
son lunghe, acute, e piuttosto adunche.
Il colore generale del dorso è un castagno più o men cupo, più a men macchiet-
tato di bianco e di nero ; e lo percorrono longitudinalmente otto e talvolta nove strisce
bianche, ehe sovente soffrono interruzione, e perciö figurano serie di punti. Ordina-
riamente perö, corne vedesi nelPesemplare effigiato, son continue, ma con diversa origine
e diverso fine. Quella di mezzo, della quale non esiste ehe un debole interrotto
vestigio, partes! dalla cangiunzione delle due piastre parietali. Le due laterali ad esse
principiano dal margine esterno delle due piastre suddette, e gradatamente avvicinan