rotonde: gli occhi circolari, con la pupilla rotonda: pentagona la piastre del vertice
più larga il doppio all’innanzi. Ha uno scudetto loreo per parte, di forma quadrata:
un solo scudetto oculare anteriore e due posteriori : sette scudetti marginali per parte
sull'uno e sull’altro labro: tempia lutte riveslite di squame, senza scudetti: denti della
mascella piccoli, acutissimi, poco disuguali, fuor degli ultimi due ehe sono assai più.
grandi e più lunghi degli altri, e che per essere inguainati nella rilassata gengia po-
triano sospettarsi velenosi: denti della mandibola più piccoli ancora, e decrescenti di
mole quanto più s’innoltrano verso il fondo: i denti palatini reclinati grandemente al-
l ’indietro anco più de’mascellari : il tronco quasi terete, non molto allungato: la coda
breve e quasi terete anch’essa: le squame di forma ellittico-romboidale, perfettamente
piane e lisce.
Questo gruppo proprio dell’Europa e dell’Asia settentrionale vanta secondo Fitzinger
quattro specie: Z a c h o lu s a u stria cu s; Z a c h o lu s italicus; una nuova specie, Z a c h o lu s tau-
ricuSj di cui non c’incombe parlare; e il preteso Z a c h o lu s meridionalis ( C. R ic c io li) .
Quanto allô Z a c h o lu s italicusj senza voler decidere se ahhiane o no la Sicilia una
distinta specie, diremo soltanto ehe i caratteri sui quali il Fitzinger fonda la sua, sono
unicamente sessuali. Aderente egli troppo ad una preconcetta opinione, si toise anco
questa volta a norma specifica la lunghezza proporzionale della coda ehe unicamente
(non ci stanchiam di ripeterlo) dipende dal sesso. Quindi la cattiva scelta del nome
CitalicusJj la ingiusta ripartizione dei sinonimi, e la erronea asserzione ehe Y austriacus
non viva in Italia, e che la nuova specie trovisi non solo per tutta la nostra penisola
ma nella Francia altresi e nella Svizzera. Il fatto stà, che in amhedue lé specie, sep-
pur sussistono, la lunghezza della coda, e la quantité numerica degli scudi e scudetti
delle parti inferiori varieranno sempre a seconda del sesso: certo pure si è ehe tutti
i sinonimi deggionsi riferire ail’ austriacus; e finalmente ehe questo solo si rinviene
per tutt’ Europa, non esclusa 1’Italia continentale: onde la nuova specie rimarrehhe
propria soltanto della Sicilia. Ma se facile impresa è il pruovare ciö ehe ahbiam detto,
non sappiamo altronde portar sentenza se la hocca meuo terminale, se la mandibola
assai più corta della mascella alquanto ascendente, onde il naso acuto apparisce sporto
ail’ insù, se la narice forata ad una quai ehe distanza dal centro del proprio scudetto,
se finalmente un certo non so che più facile a scorgersi ehe ad esprimersi, possano
credersi sufficient ad isolare dalla specie alcuni esemplari Siciliani. Che se poi ciö fosse,
non potendosi accettare il nome Z a c h o lu s italicus per le ragioni anzidette, chiamerem-
mo il Serpente siciliano Za ch o lu s F itz in g e r ii in onore di colui ch’ ehhe il primo sen-
tore della specie.
Non v’ ha duhhio ehe siano sinonimi il Coluber laevis del Lacépède, ed il Coluber
austriacus3 ehe i traduttori delle opéré oltramontané han detto in nostra lingua il L i-
sciOj e Colubro a u stria co ; corne altrettanto è manifesto che amhedue si riferiscono alla
specie efïïgiata, di cui non conosciamo alcun nome ehe sia veramente italiano. Questa si
vede sparsa in gran copia per tutta Europa dalla Scandinavia e dalla Inghillerra, terre
tanto scarse di Serpenti, fino alla nostra penisola. Trovasi generalmente nella Francia,
nella Svizzera, nell’Austria egualmente che in tutta la Germania, nell’intiera Italia e
nelle sue isole : nellar settentrionale pero è più comune ehe nella méridionale, incon-
trandosi per ogni dove, nelle selve, nei vigneti, negli orti, e perfino nell’interno delle
città. Nei contorni poi di Roma è più abhondante sui colli che nelle pianure. Più volte
è occorso vederla su pe’ monti alhani fra i muschi ehe rivestono il basso tronco de-
gli alberi di quei superbi viali, e per le praterie del campo d’Annibale foracchiate di
tane di grilli, de'quali probabilmente si pasce. Si alimenta di mosche, di ragni, e di
altri insettucci ehe pazientemente attende all’aggualo, e sui quali si slancia di un lungo
salto per l’aria. Appetisce pure i piccoli rettili, e ingoja perfino serpentelli appena nati
di altre più grosse specie. Non ha ombra di fierezza: è timidissimo, e si addomestica
assai facilmente. Manda di se un odor erbaceo men nauseante di quello di altri Serpenti.
Quantunque preferisca luoghi asciutti, nuota nondimeno a maraviglia. Percorre
velocementeil suolo, e si trattiene volontieri sulle verdi piante. Depone le nova fra
i sassi: e quando va in arnore si aggloméra, e si avvolticchia colle compagne: e quando
da suoi covili si ridesta, si rizza sui dorso, sembrando uno stelo. ’Vedeane il professor
Genè una quantità sorgenti da un’ ajuola, e graficamente dice, che gli sembravano
Asfjaragi. Irritandosi, slarga ed appiana il capo a guisa delle Natrici molto più degli al-
tri Colubri innocui, onde çagiona spavento, maggiormente il siculo; e per la sua scarsa
mole, non ehe per lo manto screziato, lo crederesti un Oiidio velenoso.
L’esemplare che abbiamo sotto gli occhj grosso sei linee è lungo un piede e nove
pollici e mezzo: la coda ne occupa tre giungendo quasi ad un sesto della lunghezza
totale. Il capo, che vien compreso trentaduc volte in questa total lunghezza, è lungo
sette linee, largo cinque, grosso tre, oblungo-piramidale, leggermente convesso al di sopra,
rotondato e assai smussato all* apice del muso : e solo si distingue dal collo allor-
quando si allarga sui lati, locchè accade a volonté dell’ animale. Gli occhi sono late-
ralmente collocati ad un quarto circa della lunghezza deheapo dall’estremità del muso:
sono assai piccoli, e si trovano in un solco che scorre fino alle narici in prossmntà
dell’apice. L’apertura, della bocca si estende al di quà degli occhi pel doppio della di-
stanza ehe passa tra gli occhi stessi e la punta del muso: la mascella superiore sporge
assai più dell’inferiore. Gli scudetti marginali in ciascun labro sono sette per parte.
Lo scudetto rostral e ripiegato in avanti offre superiormente una superficie tnangolare:
li piccoli scudetti nasali collimanti lateralmente con quello, nella sostanza dei quali
verso il margine più esterno vedonsi forate le narici, sono quadrilateri : tnangolan
sono i due piccoli fronto-nasali. I due scudetti frontali più grandi ehe succedono, sono
quadrilateri, cUrvilinei all’indentro: i sopracigliari sono reniformi. Lo scudetto del ver-
tice è di figura pentagona allungata in un triangolo con l’apice posto indietro. Gli scudetti
occipitali ossia parietali, corne gli abbiam chiamati nelle Lacerte, sono grandi, pm
lunghi ehe larghi, di figura irregolarmente poligona. Il tronco à cilindrico, quasi uniforme,
assottigliandosi alcun poco aile due estremità. La coda è ben distinta dal tronco
alla sua origins,, conica, ma leggermente piana inferiormente. Le squame di tutto d
dorso romboidali ellittiche sono ordinate in diecinove fila: piccohssime sono quelle del
collo, più grandette ed equilatere quelle dei fianchi. Le piastre addominali sono i8 r,
e 5o le paja di scudetti sottocaudali.
Il colore del rettile h superiormente un cinerizio scuro più o meno slavato di rosso
roattone ehe imbruna lungo il dorso e schiàrisce lungo i fianchi, ove si cangia in color
d’acciaio con qualche appariscenza di giallo. Taie almeno ti sembra a prima vista, ma
se da vicino lo esamini veggonsi le squame tutte puüteggiate di nero sopra un on o
castagnino e marginale da una linea giallo-pallida con un punto nero ben d.stmto m
ciascuna verso l’estremità inferiore. Lungo per tutto il di sopra dell animale corrono
go*