della indole quasi del succino, ma sciapo e nauseante. Passeggia la Germania, la Francia,
la Russia, la Scandinavia, e forse anco la Dalmazia, poichè non sappiam persua-
derci che siane diverse» il Rospo di quelle spiagge, cui dal Eitzinger vorriasi imporie il
nome di Bufo longipés, quantunque dicalo similissimo a questo, e sol differente per li
piedi più lunghi e per la corporatura più gracile. Abbonda ancora per tutta la Italia : è
forse l’unico della Sardegna, ove lo chiamano Rana Pabeddosa, ovvero Rana pintado, :
fréquenta i contorni di Roma, e gli stessi giardini nell’ interno della città. Prediligg©
in primavera l’andare in fonde aile acque stagnanti, ed âssorda Faria con un lamente-
vole monotono gracidio, non del tutto aspro, e a quando a quando interrotto.; in altri
tempi ama il rezzo e i luoghi pietrosi ; si ricovra 1’ inverno sotto i sassi al pari che den-
tro la terra.
L’ordinaria sua lunghezza è di due pollici e mezzo, non comprese le gambe, le an-
teriori delle quali han poco più di un polliee e mezzo, le posteriori tre pollici. Ha il
capo quasi rotondato, più largo un terzo che lungo, gli occhi piuttosto piccoli, assai
protuberanti, con lo squarcio orizzontale, coll*iride color d’oro: grande l’apertura della
bocca, protesa fin sotto il timpano, il quale è di figura ellittica, ed è minore della metà
dell’occhio: lo spazio interoculare piano, lungo quanto Focchiof le parotidi lunghe e
di ugual larghezza da per tutto. Il tronco è piuttosto breve, quasi sferico, turgido ai lati,
prominente assai nel mezzo del dorso, e schiacciato nel resto. Il terzo de’ suoi diti ante-
riori è il più lungo, il secondo e il quarto sono eguali tra loro ; tutti son liheri : i cinque
posteriori son palmati oltre la metà, il quarto pero, che prolungasi di più, non ha im-
prigionate îe due ultime falangi. La sua pelle è tutta cospersa di verruche, se ne eccet-
tui i lati del capo, gli orli della bocca, le ulne, le tibie, e le estremità de’piedi.
Non ha vestigio alcuno di fascia gialla lungo il dorso, che al pari del di sopra del
capo e delle gambe è tempestato tutto di grandi irregolari macchie smeraldine più o
men fitte, orlate di bruno, sopra fondo hiancastro, dal quale spiccano rubiconde pusto-
lette, più numerose sopra i fianchi e sopra le cosce; mentre, se aguzzi l’occhio, scuo-
pri le verdi che sulle macchie verdi rilevano. Il disotto del F animale è di un cinereo
giallognolo, sparso talvolta di color più cupo. Le cangianze del Camaleonte si ripetono
in questo forse più che in qualunque altro Batrachio, diversamente colorato se dorma
o vegli, se al sole o ail’ ombra, potendo istantaneamente il fondo trapassare in carneo
ed in bruno, come le sue smeraldine macchie in giallo d’oro.
I Girini, finchè son bipedi e caudati, somigliano quelli del Bufo vulgaris * se non
che sono un poco più grandi. Il lor colore al di sopra è cinereo-bruno con macchie
irregolari: al di sotto, cinereo-biancicante. Nel cominciare ad aver le quattro zampe,
senza ancor deporre la coda, già mostrano alcune verruchettej dipoi si fan cenerini
con macchie nereggianti, e sovente cosparsi di punti neri: ed allora le verruche ap-
pajono distinte con un punto centrale di rosso pallida. Il rospetto, al restar senza coda,
è simile in grandezza a quello del Calamita, si adorna di colori più vivaci, si fa sem-
pre più verrucoso, e presto assume le parotidi foggiate interamente corne negli adulti.
BUFO CALAMITA
ROSPO PALUSTRE
ß ü F O viresceiiSj, subtus albidus; dorso tinea longitudinali mediana depressa, glabra, flavis-
sima: verrucis grandiculis, rubentibusx in series dispasitisparotide hinc inde modica,
reniformi: palmis fissisx plantis. vix palmatis.
bufo calamita. i Laur. Syn. Kept. p. 27. et UQ, sp. 9 - Bonn at. in Tab.l. Enc. Erp.p. 18. sp. 16. tab. 6.fig.h-
Laoep. Syn. Melh. in Quadr.Ov. 11'. p. 460. Late, in Hist. Salam. p. xli. Id. Rept. II. p. 114. sp. 6.
Baud. Hist.Rain. p. Si. tab.. 28.Jig. 1. Id. Kep t.Kill. p. i 53, sp. 7. Sturm, Deutsch!. Faun.Amph.
p. 53. sp. 3 . cioq. in. Diet. Sc. Hat. X I . p. 35 8 . Bory SX Vine, in Diet. Class. H. Hat.V.p.a5.
Fitting. Vert. Mus. Wien, in N. Class. Rept. p. 6 5 . sp. a. Eichw. Zool. Spec. I I I . p. 167. sp. 1.
Wagl. Syst. Amph. p. 207. gen- a5 . Gravcnh. Delic.Mas, Wratisl. p. 65. sp. 12. Dug'es, Recherch.
Batracli.p.j. Tsckndi, Class. Batrach- p. 88. Jenyns,, Brit. Verlebt, p. 3 oa. sp. 3.
KAMA bufo, Tat. ß . Gmel. Syst. Hat. I.p- 10/17. sp. 5'
BUFO cruciatus, Schneid. Hist. Amph. I . p- igS. sp. 3.
RANA POBTBNTOSA, Blumenback, Handb. d. Hat. Genl.p.olß. Rete, F aun. Suec.p. a84- sp. 5. Sturm,
Deutsch.i , Faun. Ablh. Heft. I . cum fig. ex Roesei-
RANA rQCTiDissiMA , Her in. Tab. Affin. Anim. p. 2 Go,
rana MEPuiTicA, Shaw, Gen- Zdol- I I I . p. i49.- tab- 4^-
bufo rubeta > Fle.m- Beil. Am m p. i 5q, nee Auct.
BUFO PORTENTOSUS» S cliinz., Wirbe-lth. Schweiz, in Houv.Mem. Soc.Helv-. p, i44-
bufo terresUis foe lulus, Roesei. Hist. Ran. Sect. vii. p. 107. lab. 24.
Le calamite, Daubent. Did, Erpet. in Enc. Melh. Hist. Hat. I I I . p- 5g6. Lacip. Quadr. Ovip. I. p. 5go.
CRAPAUD CALamite, Bose, in Houv. Diet. H- Hat. V I I I , P- 678.
crapaud des joncs, Cuv. R'cgu. Aninj- -11. p. g5. Id. Ibid. a. ed. I I . p. .
NATTER-JACK, Penn. Brit. Zool. I I I . p. ig.
mephitic toad, Shaw. Gen. Zool. I I I . p. i4g- tab-lfi- Id. Hat. Mise. X X I I I tab. 999/
stinkende Landkröte (Roehrling) , Rö.sel, Frosche, loc. citato,
Kreutzkröte, Schrank, Faun; Boic. I.p. 271.5p. 247.
rous-unke, Blumenb• Handb. loco, citato.
ra le tre specie di Rospi che dicemmo abitatrici d Italia comprendesi il Bufo ca-
lamita, che a vero dire non si attenta discendere dalle Al pi, talche il pii bello. della pe-
nisola e contaminato soltanto dal Bufo viridis, e dal Bufo vulgaris. Abita senza dubbio
la Germania, e si divaga nella Svizzera, nella Francia, nella Svezia perfino, e nella In-
ghilterra, tirando piü. al monte che al piano. Dilettasi delle erbe, tra le quali non salta,
ma corre piu speditamente degli altri, e riunitosi in piccole brigate passa il letargo in-
vernale tra le fenditure delle rocce, o de’vecchi muri, sopra i quali si arrampica a
mezzana altezza, prevalendosi de’tuhercoli de’piedi: ne fu raro il vederlo tra le dome-
stiche mura. Di tutti i Rospi conosciuti e il piü palustre: e nel Giugno, che e il mese
de’suoi amori, non lascia le acque giammai, ove tutte si compiono le metamorfosi della
prole, quantunque la scarsa palmatura de’suoi piedi faccia sospettare il contrario. Questo
carattere appunto, unita alia vivace linea gialla che gli divide il dorso, onde ebbe
il yolgar nome di crociato, lo distingue dagli altri. Anco il puzzo, piu stomachevole che