LACERTA VIRIDIS.
combinate: quindi accade ehe le linee longitudinali si veggano anch’esse sopra un
fondo puro, macchiato, sprizzato, o vermicolato, ehe volga in giallo, in bruno, o in
nerastro. 11 colore delle parti inferiori puö raostrarsi tendente al verde o al bianco,
ma in tutti è sempre più o meno giallo uniforme senza macchia alcuna, almeno lungo
il mezzo. Sulla palpebra superiore scorgesi costantemente una macchietta nera: la lingua
è nerastra: le unghie fosco-cornee.
Ad illustrare questa cosi cangiabile speciè abbiamo prescelto un esemplare uni-
formemente verde puro in tutto il corpo : altro macchiato irregolarmente di nero con
alcune tracce di giallo: il terzo, con le due linee compiute e marginate di nero sul
dorso e con le due sopra i fianchi debolmente indicate da semplici macchiette bianche,
in quello stato appunto da cui fu creata la supposta specie bilineata. Abbiamo final-
mente effigiato nella quarta figura uno de’tanti esemplari ehe replicatamente ricevem-
mo vivi da Sicilia per cura dell’indefesso Signor Grohmann, col capo variopinto, col
dorso verde smeraldo scaccato di nero non meno della coda e degli arti: colle parti la-
terali e inferiori del capo leggiadramente tinte di un bell’azzurro celeste, da non sup-
porsi mai quello ehe acquistano i cadaveri di tutti i Ramarri quando principalmente si
çonservano entro lo spirito div in o : colla pancia finalmente del più ricco color giallo.
d’oro. Nulla è più magnificamente splendido di questo animale veduto vivo sotto i raggi
del sole: ma non puö meritare il grado di separata specie, e molto meno usurpare il
nome di Lacerla Tiliguerta ehe appartiene corne sinonimo alla Podarcis muralis. Egli è
il più bello de’Ramarri verdi: non pero si dee credere che tali sien tutti i Ramarri di
Sicilia; nè ehe il carattere del mento ceruleo sia sempre accompagnato dalla scaccatura
del dorso e dalla dora ta splendidezza del ventre.
Il giovine della specie, del quale rappresentiamo lo stato il più ordinario, suol dipin-
gersi il dorso di un verde men bello, che generalmente ha del bronzo o del rossigno,
il ventre quasi di bianco. Raro o mai lo vedemmo screziato di nero o di giallo: essendo
al contrario sempre più lurido e più uniforme il suo manto, Col capo perö di una di-
versa tinta del tronco. Esso più sovente ehe l’adulto incontrasi bilineato ; ed abbiamo
osservato anche noi ehe quel carattere svanisce a mano a mano nella maggior parte degli
individui, e più presto ne’maschi che nelle feminine. E siccome la pelle, corne è di
ragione nella tenera età, è fina e morbida per le insensibili squame, cosi una specie nominale
sotto il nome di L. sericea ne fu stabilita dal Laurenti, JL. quale tratto in ingan-
no da alcuni Lacertini ehe giovani e adulti aveano le macchie medesime, credè poterne
stabilir varie specie sui rispettivi colori,
Questa specie che giunge alla lunghezza di un piede e mezzo, è propria soltanto
dell’Europa méridionale e media, trovandosi nei contorni di Parigi e di Vienna, e in
maggior copia (non pero quanto la L. ocellata) nella Francia méridionale, quântunque
ivi sia men comune ehe nella nostra Italia, ove ogni siepe, ogni cespuglio la possiede.
Gradisce e ricerca le fresche ombre, gode ,pure delle spiagge marine e di menar vita
pe’vigneti, e sceglie per lo più il suo abituro fra le sterrate radiche di veechio- tronco
d albero. Rara si osserva fra le ruine de’muri ehe tanto piacciono alla L. ocellata.
Sferzar si vede a guisa delle Serpi la lunghissima coda che molto le giova nel nuoto,
cui questo Lacertino è più acconcio di ogni altro.