
 
		primi  diti  degli anteriori regolarmente graduati, il  quarto eguale al terzo,  il  quinto poco  
 più breve  del  secondo:  i quattro  primi dei posteriori  crescenti a  gradi,  Tultimo  non  ol-  
 trepassante  il  secondo. 
 Accostasi  piu  di  ogni  altro  Psammodromino  ai Lacertini  il  genere  del  quale  parlia-  
 mo :  e  percio  quasi  usurpativamente  da  nome alla  sottofamiglia  cui  appartiene.  Ha  in-  
 fatti  le  forme  generali  di  essi  Lacertini;  ne ha  pure  la  lingua  piattar  sagittata,  vestita  
 di  simili  papille ;  ne  ha  i  denti,  e  le piastre  componenti la  celata,  fra le  quali  non  ve-  
 desi  circondato  da  un  cordone  di  granellini,  corne  è  nei  Psammodromini  più  normali,  
 il  disco  formato  dalle  palpehrali.  I  Psammodromi  dunque  sono Psammodromini  con le  
 palpebre,  senza  il  collare,  con  una  sola  piastra tra  la  nasale  e  la  rostrale,  con  le  dita  ca-  
 renate  inferiormente e  lisce  nei  lati. La  presenza  delle  palpebre  distingueli dalT Ophiops  
 che  ne  va  privo.  L’assenza  del  collare  basterebbe  sola  a  farli  riconoscere  fra  tutti  gli  
 altri  della  sottofamiglia;  ma  le dita lisce sui  lati  li fanno  altresi distinguere  dagli Acan-  
 thodactylis  che le hanno  sfrangiate,  e  dalle  Scapteire  che  le  hanno  inoltre  spianate  di  
 sotto :  mentre  dalle  Calosaure e dalle EremiaSj  che  han  due piastre  naso-rostrali,  li  distingue  
 Taverne  una  sola. 
 Lo  Psammodromus  Edwardsianus  poi  raramente  oltrépassa  i  quattro  pollici  e  un  
 quarto  di lunghezza.  La  celata  del  pileo entravi  dieci  volte  e mèzzo;  il  tronco  alquanto  
 cilindrico,  rilasciato  nei ventre,  misura  due celate  e mezzo;  sette  ne misura la coda, la  
 quale  è quadrilatera  nella base,  ma  tosto  restringendosi sensibilmente assume forma  ci-  
 lindrica dopo il sesto  o settimo verticillo, e di  tal forma va  fino  in  punta assottigliandosi  
 gradatamente.  Il  capo  è  quasi  quadrato  alla  base,  colTapice  notevolmente  attenuate,  
 sporgente ne’lati,  convesso  al  di  sopra.  L’occhio  sta  in mezzo  tra  Tapertura  auricolare  
 e  la  punta del muso,  ed ha le palpebre ricoperte  da  piccolissime  papille  graniformi :  il  
 detto foro auricolare  è piccolo  e  più vicino  un terzo ail’ ascella  che  alla  punta  del muso.  
 GTinterstizi tra le piastre cefaliche souo piuttosto  profondi. La  frontale ristretta alquanto  
 ail  indietro  présenta  un esagono  allungato :  l’occipitale  è picçola,  triangolarmente  acuta, 
  ma smussata  in punta:  l’interparietale  è  poco  più  grande e  pochissimo  dissomiglian-  
 te.  Le parietali  larghe,  poligone,  irregolari,  poggiano  al  di  sopra  delPapertura  auricolare  
 l’angolo  esterno  molto  rotondato.  Tra  il  margine  del  sopracciglio  e  il  disco  palpébrale  
 composto  di quattro piastrine  esistono  granellini  piccoli si ma  tuttavia  ben  sensi-  
 bili.  La region e  temporale è protetta  da  squamette  romboidali  poco  dissimili  fra  loro,  
 prive quasi  tutte  di  caréna.  Le  piastre mascellari son  quattro per ciascun  lato.  Il  solco  
 golare  è  appena  pronunziato,  interrotto  nel mezzo.  Le  squame  subgulari sono piccole,  
 piane,  paraboliche,  imbricate :  quelle  più  grandette  che  comporrebbero il  collare non  
 rilevano  dalle  pettorali  nè  sono  susseguite  da  granellini,  e  tuttavia  non  si  confondono  
 con quelle;  e  chi le guardasse  minutamente  ne vedrebbe sette paraboliche con quella  di  
 mezzo  più  angusta.  Le  lamelle  addominali  si  dispongono  in  otto  serie,  ed  han  forma  
 romboidale,  fuor di quelle  delle  due serie  di mezzo  che son  paraboliche  e  più anguste ;  
 ed  in  ciascuna  serie  se  ne  contano  trenta  incirca.  Il  cosi  detto  triangolo peltorale  di  
 forma quasi attondata vedesi  leggermente  indicato  da  poche  squame.  La piastra preanale  
 è piuttosto larga, semicircolare, e  preceduta da  circa  sei  lamelle  più piccole ma  di  egual  
 figura.  Nei lati  del  collo e  del  tronco  v’ha  squame  larghe  e piatte,  che  segnano il  pas-  
 saggio fra quelle  del ventre e quelle  del  dorso,  le  quali al  par di tutte  le altre  delle parti  
 superiori  son  grandi,  vomeriformi,  regolarmente  embricate e  cosi  rilevantemente  carenate  
 che portano  una  punta  oltre  il loro  confine.  Il  numero  dei  verticilli  della  coda  è   
 più variabile  ehe  in altri Lacertidi;  ma  in un  esemplare  bellissimo  ehe  abbiam sott’ oc-  
 chio  ne annoveriamo  ottanta:  e sempre  si veggono ben  distaccati  tra loro,  e  composti  di  
 squame  romboidali  carenate lungo  il mezzo.  I  pori  femorali  grandicelli  e  tubulari  son  
 dodici per parte,  e  non mostransi  al  di là  della  piega  dell’inguine.  Gli  arti  son  gracili,  
 quasi  cilindrici;  e  se li tendi  innanzi,  gli  anteriori  oltrepassano  le  narici,  i  posteriori  
 giungono alla spalla.  I  tre primi diti  delle palme crescono a gradi,  il  quarto  ch’è  il più  
 lungo  di  tutti,  eccede  appena  il terzo,  il  quinto  è uguale  al  secondo,  ma  nasce  molto  
 più in  basso:  nelle  piante  il  quarto  dito  è   lunghissimo,  il  terzo  il secondo  ed il primo  
 decrescono quindi gradatamente, il  quinto non  oltrepassa il secondo. 
 Color  generale  delT animale  nelle  parti  superiori è un  verde,  che  talvolta  risen te  
 più  o meno  del  cenerino, talvolta  eccede  in brunastro; ma  nei  giovani,  che sono  ancora  
 inen  ruvidi,  suol  volgere in  turchino,  quando  nei  vecchi,  ehe  per  le  grandi  squame  
 sono scabri al  tatto, suol tendere  in rossastro.  Quattro,  e  talvolta sei linee molto men  co-  
 lorate  percorrono  longitudinalmente il  dorso  ad  ugual  distanza  tra  loro,  fiancheggiate  
 ciascuna  da  serie  di  alternate  macchiuzze  giallognole  e nere,  quadrilatère.  Le  quali ultime  
 siccome  dilatansi più o meno ora  in larghezza, ed ora  in  lunghezza  fino  a  congiun-  
 gersi  fra  loro,  e formar linee  nere non  interrotte,  mentre per contraria vicenda  le  linee  
 pallide si  spezzano in macchiuzze;  percio  accade  talvolta  ehe  il  dorso  apparisca  scac-  
 cato. Non mancano poscia  esemplari,  in. cui  le  stesse macchie  appajano  bicolori.  Da  que-  
 sto  è  avvenuto  che  alcuni  hanno  proposto  due  varietà  normali  della  specie,  cioè  la  li-  
 neata  e  la  scaccata.  La  coda  è   di un  sol  colore  più  squallido,  in  cui  talvolta  si  discer-  
 nono  le  traccie  delle  combinazioni  suddette.  Il  pileo  è  generalmente  spruzzato  di fo-  
 schiccio;  e  sulla  palpebra superiore vedesi  uno stigma nero:  dell’occhio non vedesi  che  
 il  nero,  essendo Tiride  piccolissima;  e  la  lingua  è   pur nera.  Negli  esemplari,  ch’abbian  
 nvutato  di recente la pelle,  vedesi  una macchia  bianca sopra  ciascuna  tempia,  corne  altresi  
 una  elegante rotella  di turchin  sereno  al  di sopra  delle  ascelle.  Gli arti ail’esterno  
 son maculati  in  pallido  marginato  di fosco:  le  unghiette  sono  cenerognole.  Le parti in-  
 feriori di tutto l’animale sono  sempre  perlastre  volgenti  in  cilestro. 
 Visita  i  soli confini  occidentali  e marittimi  della  nostra  penisola;  abbonda sulle  coste  
 della  Spagna  e  in quelle  meridionali  della  Francia.  Noi  lo  abbiam  colto  a  piccola  di-  
 slanza  da  Marsiglia.  Suol  abitare  i  tratti più sterili,  e  i monterozzi,  frequentissimo  fra  
 le  acque stagnanti e  le marine.  Ivi sotto le  giuncaglie  cavasi  condotti  cilindrici,  ne’quai  
 s’intana rapidissimo  al minimo  pericolo;  ed  è tanto veloce  nei suo corso  che fu parago-  
 nato  ad  un  grosso insetto  ehe volando radesse  il terreno. 
 Ammettevasi  finora  in  questo  genere la  sola  descritta  specie  unicamente  soggetta  a  
 taluna varietà  di  colori;  noi  pero  ne  abbiam fatto conoscere un’ altra  sotto  il  nome  di  
 Psammodromus cinereus,  come  puo  vedersi  in  uno  scritto  particolare.  Basti  qui  solo  il  
 dire,  che  quella  non  differendo  dalla  presente pei  costumi,  ed abitando  seco promiscua-  
 mente  lungo  le spiagge  della Francia meridionale,  se ne  distingue per la uniformità del  
 colore  che è  cenerino  metallico,  e  pei  seguenti  più  importanti  caratteri.  Il  capo  assai  
 più  piccolo;  le  zampe  più  brevi;  la  coda  men  prolungata ;  le  squame  temporal!  più  
 grandi,  e  più  dissimili  tra  loro,  assumenti  quasi  Taspetto di scudetti;  le  piastre parietali  
 minori; i fori  auricolari  collocati  più  innanzi;  la  fessura  del  sottogola  finalmente  
 (e  cio  è  più  da  notarsi)  più  profonda  e  non  interrotta,  talchè  i  bordi  delle  scaglie  che