Cheli de’greci, Testudo de’ latini ; sotto il quai nome che indica l’animale, viene ciô che
diciam lira,, cetra, leuto e simili: testimonio Tantichissimo Omero nell’inno al nume
Mercurius prius ipse chelirn facit arte canoram.
Quale pero delle diverse. Testuggini fosse la si fortunata dopo la morte, che dive-
nuta regina dell’ estro, e delizia degli uomini méritasse di essere conquistata da Apollo,
e finalmente divinizzata tra gli astri, non ci si dice chiaramente. dagli antichi; il cui
miglior contesto bensi unîtamente alia forma convenzionale data alia lira, all’assenza
degli scudi dal guscio rivestito soltanto di cuojo, sul quale si veggono, compresi i
bordi, sette rilievi che fingono gli armonici nervi, ci conduce tra la favola e il vero
a riconoscerla col Rondelezio in questo marino Chelonio.che figuriamo, cui dal forte
urlo ch’emette a differenza degli altri, spezialmente allor che venga molestato o fe-
rito, ebbe dal greco c’oeàpa'yw l’antonomasia di Sphargis. Forte urlo dicemmo per di-
stinguerlo dal rauco sofïio di gola che appena tramandano le terrestri, e dal vocaliz-
zare di alcune altre acquatichë. Nè si opponga quel che scrive Pausania fabricarsi le
lire dal guscio di quelle Testuggini che abbondano ne’boschi d’Arcadia, di terrestre
percio, non di marina ed assai diversa famiglia. Imperocchè quantunque acconcisi me?
glio la forma della nostra Sphargis all’istrumento, cui meglio pur sembra che si con-
venga la esterna convessità non rintacconata di scudi o piastre, e ben pervia al suono
per la fisica e meccanica sua costruzione, come vedremo in appresso; potevano tut-
tavia gli Arcadi nel seno de’boschi loro formar le cetre con le Testuggini native pas-
sando il tempo dell’ozio a conformarne e levigàrne le corteccie.
Unico genere costei della nostra sottofamiglia Sfargidina, cosi detta per quel che
toccammo di sopra, è anco l’unica Testuggine, prescindendo dalle tanto diverse Trio-
nicidi, che si vesta, come osservammo, di cuojo. Naturali caratteri del genere sono:
Capo gibbo, conicq, smussato, con indumento di cuojo varicoso: mascelle non già cornée,
ma rivestite di epidermide eguale a quella del cranio soltanto indurita: guscio su-
periore fabbricato d’innumerevoli ossicini piatti e polimorfi che s’ incastrano gli uni
con ‘gli altri per mezzo di suture dentellate, rivestito di cuojo sottile, con lembo car-
tilaginoso flessibile: guscio inferiore ossia sterno dilatato, flessibile, congiunto al guscio
superiore per sincondrosi, e mediante prolungamento de’parasterni superiore e inferiore:
margini laterali del guscio angolati : piedi varicosi : dita privé di unghie.
Nè già il nome di Sphargis è il solo che si piacquero darle i naturalisti, perché
Flemming dal singolar suo cuojo la disse Coriudo in antitesi di Testudo, Wagler Scy-
tina, Blainville più anticamente Dermochelis corretto da’ Tedeschi in Dermatochelis.
Ma siccome queste denominazioni ugualmente si converrebbero aile Trionici che han-
no anch’esse il guscio vestito di cuojo, cosi noi, quasi in elemento di una ragionata
nomenclatura filosofica, le conserviamo quella di Merrem.
Quantunque poi non un solo autore abbia detto che si vedessero più specie di
J Sfargide, noi non sappiam convenire in tal fatto, tenendo certo che le varietà dedotte
a notizia non provengano che dalla diversa età, ovvero non siano che appariscenze
da Museo sopra esemplari che avessero perduto le sembianze primitive.
Il capo che relativamente al corpo è poco voluminoso, di forma rotondata conica e
alquanto smussato, è leggermente convesso al di sopra, nella cui parte anteriore è piuttosto
compresse», largo posteriormente quasi quanto t a di lunghezza la sua totalita. Ro-
bustissime son le mascelle: la superiore offre all'inreanzi tre profonde intaccature trian-
golari- i margini .anterior! delle ossa mascellari formant» abbassandosi da eiascun lato
uno spigdo tagliente che serve di valide istrumento alla masticazione. La mascella
inferiore termina in punta ricurva, la quale pub ricovrars. nell mtaccatura di mezzo
dell’ altra. Niuna specie di piastra o scaglia è sul capo. 11 collo è mumto a di sopra
di tubercoli schiacciati. Il guscio superiore lungo un terzo piu della propria larghezza,
che è massima immediatamente dopo la inserzione delle braccia, è cuoriforme termi-
nando posteriormente in acutissima punta. Il detto guscio offre anteriormente tre lati
oearginsdi molto incavati aU’indentro, uno al di sopra del collo, gli alln sopra le braccia
La linea culminante del ddrso deserive una leggerissima curva. Rilevano per lungo
su ‘tutto il guscio superiore sette caréné leggermente seghettate : una lungo la sp.na
dorsale partendo dal centre del lato anteriore scorre fin sopra la base della coda: le
due più esterne constituiscono i margini laterali del guscio fino alla sua estremità posteriore,
la quale consiste in una punta superiormente couvessa, inferiormente concav
e: le altre si dividono ugualmente il campe ad intervalli concavi perfettamente isci,
quantunque non sembrino tali per la impressione che fanno nella sottilissima pelle gli
ossicini lomponenti il guscio; e tutte le dette caréné, che sono ossee corne è ossea
la intiera concamerazione dell' animale convengono in un punto solo al di sopra della
coda. Lo sterno del tutto piano non offre reelle vecchie Sfargidi alcuna protuberanza
o caréna: vedesi tagliato in linea retta sul dinnanzi, e posteriormente forma un angolo
ottuso. Le zampe sono sviluppatissime, ed atte al nuoto anco pur che m qualunque
altra specie marina : le anterior! sono il doppio più lureghe delle poster,on, ma pro-
porzionatamente più streite. Nuda e del tutto liscia è la pelle che le nveste, la quale
è sottile ed elastica tra le due ultime dita delle zampe posteriori, che percio godono
una quai ehe individuale mobilité. Non v’ha tracera di unghia m alcuna zampa, e le
vecchie mancan perfino di quelle scagliuzze ehe in esemplari meno adultr ne engono
ü luogo La coda piuttosto prolungata eceede la lunga punta del guscio ed e alquanto
compressa. Bruno marrone sparso di moite macchie giallastre poco cospmue è .l co,
lore universale al di sopra. 11 capo, il collo e il di sotto dell animale son bruno foschr,
nere le zampe e la coda. . . , c
La giovane, cioè quella di cui riportiam la figura, ha sul capo tal numéro e forma
di piastre che rassomigliano quelle cefaliche della Chelonia caretto, e cores,stono m
dueP nasali, due fronto-nasali, una frontale piccolissima, una s,ncipitale grande jmsta
molto in addietro, due sopraorbitali, due altre sopraorbitali posteriori, due occipitalr,
due parietali: le ultime otto delle quali sono assai streite, e collocate alquanto o -
„uanfente quattro per lato, una dopo l 'altra. Piccole seaglre angolose guarniscono le
gote. La pelle del eollo corne quella delle cesce e della parte superiore delle braccia
è granellosa. La mascella superiore oltre le intaccature delle adulte fa vedere due o
tJ p ic c o li dentelli sopra ciascuno dei suoi margini. Le palpebre son fesse qua« vere
ticalmente in modo che non già superiore o inferiore si possono dire, ma a a t e r « e
posteriore: il margine poi della posteriore pub euopnre totalmente Lanteriore. Il guscio
di sopra mosua fin dalla più tenera età le sette caréné longitudinal.; :mti queste
invece di essere a taglio seghettate sono costiturte da tuhercol, r<rtondat. e poi,t, 1 a
dopo l'altro; de'quali se ne contano circa trenta nella caréna di mezzo e nelle margi