„ sua testa aperture di orecchi; e i denticelli, che sono nel suo palato, vi si distendono
,, per più lunga lista che non nella mangiativa Rana. Quattro dita ha questa Rana nei
„ piedi anteriori, cinque ne’posteriori, e sono questi ultimi corredati di membrana fra
„ dito e dito . . . Sta essa copiosamente per le acque sarde, e vi gracida nella notte con
„ quanto strepilo vi graciderebbe la Rana mangiativa; lascia pero essa ancora le acque,
„ e si mette per la campagna secca, principalmente l’estate. I Sardi la tengono per ve-
„ lenosa, non ne mangierebbero per tutto l’oro del mondo, raccontano medesimamente
„ storie di soldati, che ne morirono; ma attestano altri soldati di averne mangiato, e
„ che fece îoro buon pro.”
Lun go due buoni pollici e tre quarti, percio più grande dei maggiori di Sicilia, è il
più grosso dei Discoglossi sardi da noi conservati; le gambe anteriori misurano quin-
dici linee, le posteriori quasi quattro pollici: il capo, largo un quinto più che non è lun-
go, ha il muso ottuso-rotondato : i denti palatini non sono si nettamente schierati: la
cute liscia mostra alcune sérié di tubercoli compressi e ben distinti l’un daU’altro, fram-
misti sulle parti laterali a verruche più conspicue sui fianchi, sulla parte posteriore
delle cosce e sulla groppa; tubercoli ancora si vedono, ma più radi, sopra il ventre e
sopra la parte inferiore dei piedi di dietro: non esistono pero affatto sulla porzioue su-
periore delle cosce nè sul mento.
Men variabile dell’ altro pe’ colori ha più cupo e più verdastro il cinereo del fondo,
e le maçchie nere più grandi, confuse e confluent!; nè vi abbiam mai osservato trac-
cia alcuna delle strie bianche longitudinal^ che dipingono si elegantemente il dorso a
quasi tutti i siciliani, che han macchie più nette, più rotondate e più regolari. Porta
pero ben segnata la macchia grigia triangolare sul capo, i piedi fasciati transversal mente
di fosco, e le parti inferiori biancastre tinte talvolta di color di ruggine. Le differenze
fra la femtnina e il maschio, e quelle che si producono dalla stagione in quest’ ultimo,
sono le medesime che nelPaltra specie.
Non conoscendo le larve o girini di verun Discoglosso, non sappiamo emettere alcuna
opinione intorno alla congettura che il genere possa avéré anche una addizional
soiniglianza collo Pseudisj nell’ ipotesi che fatto adulto non deponga subito la coda.
Mentre poi crediamo che Partenope, corne tutto il continente d’Italia, sia di Discoglossi
totalmente priva, siamo non meno dei Dottor Otth bramosi di osservare le grosse Rane
caudate, che verbalmente gli fu riferito trovarsi nel lago di Àgnano.
Ora coll’intendimento di eccitar le indagini sullaihma alpina, délia cui diversità spe-
cifica dalla temporaria non sappiam pronunciare, abbiam creduto bene di qui figurarla
quai esiste sopra i più alti monti Italiani, e quai fu raccolta sul Brenner dal professor
Paolo Savi. Awertasi frattanto che la Rana alpina del Laurenti dovrebbe essere tota
atra, quando per opposto quella di altri autori è compiutamente diafana. Abbiamo anco
riunito nella stessa tavola si la pretesa Rana maritimaj Fitz. di Sicilia, e si la Rana hispa-
nica delta stessa isola e dello stesso au tore; le quali sono ambedue del pari verissime Ra-
nocchie, identiche forse con re$cw/enia,quantunque lo Tscbudi voglia riferire la seconda
alla Rana calcarata| Michahelles, la quale invece è un Pelobates di Wagler ( Cultripes
di Muller. )
Non altro è certamente la Bombina marmorata del Dehne, figurata dallo Sturm, la
quale non ha guari in Germania fu creduta un nuovo ritrovalo, quantunque lo scuopri-
tore stesso la riconoscesse agile, diurna, e génératrice di girini assai grandi, simili anche
per la mollezza a quelli del genere suddetto. Guardanda in fatti la figura dello Sturm,
liconosciamo, in quella un Pelobates fuscus col bianco cenerognolo, sparso di grandissime
macchiè nero-olivastre frastagliate, tanto estese da occupa? quasi tutto il fondo, talçhè il
color chiaro. resti sol tan ta visibile in piccole strisce, tralie quai le due principali dila-
tandasi e slontanandosi corrono serpeggiando in forma di sottil nastro, mentre un’altra
corre il mezzo del terga ; il che non mérita particolar riguardo, poichè la delta specie
non mostra giammai due individui perfettamente simili nè ugualmente marmorizzati.
In questo luogo, ove ci troviamo di avéré esaurito i nostri Ranini, giova correggere la
enumerazione dei generi europei data nell’articolo della Rana esculenta. Ivi caratteriz-
zammo un settimo, genere sotto il nome di Arethusax il quale è propria dell’ America
soltanto, ed è quel medesimo stabilito dal Bibron sotto il nome Ranina, nome che non
dubitiamo sarà egli stesso per riformare, perché si accorgerà essere già stato attribuito ad
un genere di animali inyertebrati. 11 nostro sistema poi di nomenclatura nón potrebbe
ammettere giammai per un genere cotai nome dénotante una sottofamiglia. Per questa
ragione proponiamo noi stessi che sostituiscasi al nome di Salamandrina da noi troppo
îeggermente adottato per la Sàlamandra perspicïllata3 Savi, quello di Seiranotax Barnes.