tutti gli aûtori ehe ne han trattato, quale è quell a, per altro insigne, dei Signori Du-
inéril e Bibron, si passi sotto silenzio la Caretta atra del Merrem e del Fitzinger, ehe
andava pur registrata se non altro fra i sinonimi: e tan to più strana ci sembra que-
sta omissione quanto ehe trattasi di un animale reputato europeo ed appartenente ad
un gruppo cosi scarso di specie* E da credersi, quantunque per mancanza di esem-
plari autenticati di questa Chélonia atra non osiaino darne giudizio positivo, ehe un
Merrem e massimamente un Fitzinger non avranno attribuito grado proprio di specie
ad individui scuri della nostra Chélonia carettaj che in verità pero ne vanta alcuni
quasi del tutto neri.
La Tartaruga ehe descriyiamo ha il capo segnalatissimo per la sua grossezza, di forma
quadrata con piccola conyessità nella parte superiore ; robustissime le mascelle e
prive di dentellature sui margini, la superiore alquanto adunca. Venti piastre circa
cuoprono il cranio: una grandissima ehe puö chiamarsi sincipitale ne occupa il cen-
tro : interne ad essa si attaccano dodici piastre minori disuguali fra loro, cinque per
lato fra loro rispondenti, più. una anteriore ed un’altra posteriore: 1’anteriore che ben
puo dirsi frontale è la più stretta di tutte, e rassembra un composto di triangolo collo-
cato sopra un parallelogramma: innanzi a questa sonovi due altre paja di piastre non
confinanti con la sincipitale, le posteriori delle quali sono pentagone ed hanno comune
colla frontale uno dei loro margini: omettiamo di descrivere le altre piastre cefaliche
come facili a variar nelle forme e perfino nel numéro. Le gote portano tre piastre grandi
quanto le cefaliche, e circa otto altre più piccole prendono la regione del timpa-
no: le branche della mascella inferiore hanno anch’esse sei o sette di queste squame.
Il guscio superiore notabile tanto per l’altezza quanto per la larghezza, massima nel
punto medio- di esso, è ovato-cuoriforme, leggermente carenato lungo il centre, assai
declive sui lati, col margine anteriore retto, obliquo sopra le braccia ; il terminale in-
cavato fra i due scudetti sopracaudali, integro nel resto della sua circonferenza quando
l’animale è vecchissimo, pende in fuori, verso T estremità posteriore s’incava alquanto,
e nella punta si ricurva sensibilmente verso lo sterno. La linea culminante del guscio
descrive una curva saliente fino alla meta del primo sçudetto vertebrale, poscia fino
al termine della terza percorre un piano pressochè orizzontale, si curva quindi in.
un pendio all’indietro. Gli scudetti cornei sottili e contigui sono perfettamente lisci.
I vertebrali, ehe per sola anomalia escon dal numéro normale di cinque, sono un poco
gibbosi: il primo di questi è breve ma largo, esagono, coi due margini laterali vicini
al posteriore di rnetà meno estesi degli altri laterali ehe toccano 1’anteriore: il se-
condo e il terzo sono due volte più lunghi ehe larghi, di forma esagona coi due
angoli dei fianchi assai ottusi : il quarto al contrario risalta ë si dilata in detti angoli
ehe sono quasi retti, ristringendosi notabilmente nella estremità posteriore: il quinto
è arcuato trasversalmente, assai più largo ehe lungo, esagono, col lato anteriore più
piccolo del posteriore e le parti dei laterali ehe toccano gli scudetti marginal! hrevis-
sime, più corte ancora oltre la metà di quelle ehe confinano con gli scudetti costal i.
II primo pajo di questi è piccolissimo,. formante un quarto di circolo ehe lascia pero
vedere cinque angoli, i tre anteriori ottusissimi, l’interno dei posteriori retto, l’ester-
no acuto: il secondo è simile al primo ma del doppio più grande, col margine ester-
no curvilineo : il terzo più alto del secondo e del quarto, come questo due volte più
largo ehe lungo, di forma perfettamente tetragona, se si considerano corne reltilinei,
non ostante il picciolo angolo ehe contengono, le sue brevi parti laterali: il quinto assai
meno esteso dei tre precedenti, sempre maggior del doppio del primo, di forma rom-
hoidea con l’angolo posteriore troncato. Gli scudetti marginali variano fra i numeri di
venticinque ventisei e ventisette: lo sçudetto nucale eccede in larghezza tre volte la
sua lunghezza ed ha la forma di un parallelogramma ai cui termini si aggiungano
due triangoli : il primo pajo marginale seguente è quasi pentagone : il secondo, terzo e
quarto pajo sono tetragono-romboidei : gli altri quadrilateri-oblunghi ; il sesto setlimo, e
ottavo si allargano più dei rimanenti: il penultimo pero è più grande e più largo di
tutti, e cede ai soli scudetti sopracaudali figurati a trapezj ed alquanto acuminali all’in-
dietro. Lo sterno cruciforme, ma ovato in ambedue le estremità, si dilata più anteriormente
che posteriormente: le sue piastre gulari han forma d’un triangolo talvolta troncato
in cima da un picciolissimo sçudetto intergulare triangolare, il quale dovrebbe
formar parte della superficie delle medesime, e non esiste che per anomalia: il pajo
seguente, ossia brachiale, è più grande, presso ehe quadrato: il pettorale ha figura di
pentagoni più larghi ehe lunghi : l’addominale è maggior di tutti, molto più largo ehe
alto, quasi quadrato: il fémorale è romboideo col lato esterno concavo-arcuato; il
caudale oblungo-trigono, più piccolo, col margine esterno convesso-arcuato. Le piastre
situate sulla giuntura di esso sterno col guscio superiore sogliono esser quattro, quasi
quadrate, 1’ultima delle quali è la più grande e dilatasi alcun poco nella parte posteriore.
Le zampe sono tutte fornite di scudetti piani, grandi sopra e sotto le dita e lungo
il margine posteriore dell’antibracciö, piccoli e poligoni nel lato superiore e inferiore.
Le parti taglienti di esse sono armate di squame ripiegate di sopra e di sotto,
esteriormente in numero di dodici poligone, e interiormente di sole sei ovali : le squame
ehe si frappongono a queste due file appariscono piccole, angolose, irregolarmente
ovali: quelle di cui è rivestita la faccia inferiore delle braccia sono assai minori, ad
eccezione della fila più esterna confinante colle squame ripiegate del margine ehe le
ha grandi, al numero di circa venti. Scorgesi inoltre sotto il gomito, verso il margine
interno, una grande squama circolare isolata : il secondo dito porta tre squame,
F ultima delle quali è più lunga ehe non siano le altre due insieme; sette ovvero otto
se ne contano tanto sui terzo quanto sul quarto. Le zampe posteriori si rotondano
aU’indietro, ed hanno auch’ esse i margini taglienti guerniti di squame ripiegate, in
numero di circa otto lungo il margine esterno, compresovi il pollice, e di circa cinque
lungo l’interno fino ail’estremità del dito mignolo: tre ne offre il secondo dito, cinque
il terzo, e quattro il quarto. Giascuna zampa ha le due prime dita unghiate: 1 unghia
del pollice è la maggiore, robusta, un poco ricurva all’infuori e falciforme ; quella
dell’indice, ch’è la minore, vedesi piana e schiacciata. La coda è brevissima, anche più
corta nelle feùimine ehe ne’maschj, conico-depressa, composta di ventidue vertebre,
vetita di più serie longitudinàli di scagliuzze piane.
Un colore di castagno régna su tutte le parti superiori, più o meno intenso sui capo,
tendente al giallastro nei margini delle zampe, e più o meno al nero nel guscio: un
bel biondo gialletto tinge si l’intero sterno come le altre parti inferiori. L’iride dell’oc-
chio è d’un giallo fosco. Le ungbie hanno una tinta cornea seura, col margine pallido.
Negli anirnali giovani il guscio è tettiforme, cioè présenta il dorso angoloso e non
rotondato quale è negli adulti; ha di più tre caréné segnate l’una lungo il culmine
del dorso, le altre di qua e di là lungo le piastre costali; e il suo contorno dal mezzo