I N T R O D U Z I O N E
guimm, Eichw. ), rimpozzato nella grotta di Adelsberg in Carniolia, solo a raffigurare in
Europa lo stranissimo Ordine degli Ichthyodi.
il riformato nostro Sistema di Erpetologia comparte gli Amfibi nelle due segnalatis-
sime Sottoclassi Monopnoa e Dipnoa corrispondenti alle due Classi Rettili e Amfibi di altri
autori. Suddividiamo la prima in tre grandi Sezioni, Rhizodonta, Testudinata e Repli-
lia, mentre la seconda tutta intiera non abbraccia che la sola quarta Sezione Batrachia ;
il quai duplice artifizioso disponimento, insegnatoci dallo studio ponderato dei complicati
naturali rapporti, raccoglie nella prima Sottoclasse un aggregato convenevole non men di
quello riunisce sotto la Sezione Replilia tre Ordini, distinti si ma inseparabili. In dieci
Ordini poi scindiamo la Classe: 1.° Ornilhosaurii, 2 ° Emydosaurii, 3.“ Enaliosaurii, 4.° Che-
lonii, ti.° Saurii, 6.° Ophidii, 7.° Saurophidii, 8.° Batrachophidii, 9.° Ranee, 10.° Ichthyodi.
Le conquassanti rivoluzioni del Globo hanno distrutto in Italia non che in tutta Europa gli
Animali della prima Sezione, quindi Siam privati dei tre primi Ordini i quali la compon-
gono; e mancando del settimo, ultimo della Sezione dei Rettili, e dell’ottavo e del decimo,
primo ed ultimo di quella dei Ratrachi, tutti i nostri Amfibi. si ristringono nell’ Ordine
quarto, unico a formare la Sezione dei Testudinati, nel quinto e sesto costituenti col
settimo, non italiano, la Sezione dei Rettili, e nel nono, solo appo noi a rappresentare
i Ratrachi. Questi Ordini trovansi essere appunto i quattro celebri del Brongniart, cui
tuttavia si attengono i Francesi nell’ universale Sistema. E noi senza guastare il nostro
edifizio metodicp , basato non meno su diligenti stud! genetici che zoologici, potremo con
utile semplicità ripartire cosi gli Amfibi italiani.
TESTUDINATA
C h e l o n i i ...........................................................- ................................................................. g
REFTILIA
S a u r i i ....................—....................................................................18
Op h i d i i .................................................. ........................................................................j g
BATBACBIA
Ra« a® - ..........................................................................................18
60
Quattro poi dei sei Ordini mancanti in Italia non trovansi neppure in alcuna parte d’Eu-
ropa; i tre primi pero, due dei quali (1 e 3) .estinti in tutta la superficie dei Globo,
scavansi Fossili anche nella nostra Penisola.
Queste 60 specie sono ripartite in ben 47 generi, quasi altrettanti di esse ; dei che
non puô natura adontarsi malgrado il lamento e la meraviglia che ne fanno parecchi
Naturalisé ; conciossiachè la biasimata sproporzione va correggendosi col P aumento rela-
tivo delle specie a mano a naano che si allarga il campo degli studî erpetologici : cosl le
92 europee già stan sotto a 65 generi, e le tredici centinaia di tutto il Globo sono sog-
gette a forse men di 300. Delle 32 Famiglie poi in cui dividiamo la Classe, l’Italia
vanta 10, cioè sei meno di tutta Europa, che ne ha 16; ed ha 17, nove meno di Europa,
délié 62 Sottofamiglie, le quali possono alla perfine ritenersi semplicemente per
generi da coloro che non li vogliono cosi sminuzzati.
Gli Amfibi figurati in questo Volume, anche non contate le varietà e duplicazioni,
sono più di 60, perché oltre lé 10 specie europee non italiane, 1 affricana, ed alcune
nom inali già notate nel corso delP Opéra, vi sono ammesse il Discoglôssus sardus, Tschudi,
il Bufo calamita, Laur., e il Bombinatw pachypus, Bp., che protratti studî hanno fatto cono-
scere non buone specie, ma varietà appena dei Discoglossus pictus, dei Bufo viridis e dei
ALLA CLASSE III. AMFIBI
Bombinator igneus. Per amore al vero muoviam dubbî eziandio sulla Salamandra Corsica
del Savi, si prontamente da noi ricevuta. Oltre la perfetta somiglianza esterna , porterebbe
a rifiutarla l’esame di parecchi corsici esemplari in cui i denti palatini veggonsi disposti
in figura intermedia a quelle assegnate a ciascuna delle due supposte specie, maculosa e
Corsica: il carattere poi tratto dai piedi per cui chiamammo italianamente moncherina
quest’ultima, è dî poco valore giacchè ognun sa come sien mutabili nei Salamandridi
le d ita, che perfino ripullulano e si rifanno. V’ ha pur chi niega essere accettabile la
stessa Salamandra atra, Laur. Se pero forza ci è distruggere alcune specie, e dubbiare
fondatamente sulla giustezza di altre, ail’opposto dichiarare dobbiamo , che sotto Pelobales
fuscus ne sono incluse due distinte, il vero P.fuscus, Wagl. di cranio turgido, dell’ Europa
media, e il Pelobales cultripes, Tschudi, di cranio spianato, della Francia méridionale e della
Spagna, che vedesi pur figurato in questa Iconografia come giovane individuo spagnuolo
a nero sperone e dorso macchiettato. Dobbiamo in compenso significare altresi che
Valenti Zootomici tedeschi , fra i quali il nostro amicissimo Henle, hanno trovato nel
preteso Bufo palmarum differenze tali negli organi respirator! da non permetterne la riu-
nione al Bufo vulgaris. Qualunque sia la causa di queste innegabili differenze da riguar-
darsi forse più condizione o stato peculiare degl’ individui che carattere specifico, giova
rimaridare all’esatta figura del Bufo palmarum data Scrùpolosamente, quantunque riget-
tato. Anche la Megapterna montana, Savi, di Corsica, e YEuproclus rusconii, Gêné, di
Sardegna, riuniti da noi non solo genericamente, ma specificamente, si ritengono diversi,
malgrado la nostra opinione, per consociata asseveranza dei rispettivi fondatori. Comunque
sia egli è appunto dopo aver calcolato tutti questi dubbî e necessarî cambiamenti, che
abbiam fîssato a 60 il numéro degli Amfibi Italiani. Forse pero sarem ripresi di aver dato
ali soverchie alla brama di tesoreggiare alla nostra Erpetologia spingendoci fuori degl’ Ita-
lici confini, quinci nella Dalmazia, quindi nella Svizzera e nella Francia. Chè invero
delle 60 resteranno poco avanti la métà, tolte via quelle vivono appena o nullamente
sul suolo italiano. Dieci rientrano nella Francia o nella Svizzera : Zootoca vivipara,
Wagl., Thimon ocellatus, Tschudi, Psammodromus cinereus e Ps. edwardsianus, Bp.,
Acanthodactylus boschianus. Bp., Rhinechis scalaris, Bp., Pelobates fuscus, Wagl., Pelo-
dytes pünclatus, Bp., Alytes obstelricans, Wagl. e Salamandra air a , Laur. — Sei nella
Dalmazia Terrapene caspica, Bp., Chersus marginatus, Wagl., Pseudopus serpenlinus, Merr.,
Ailurophis vibdx, Fitz., Tyria dahli, Fitz., e Vipera ammodytes, Latr. E se nelle 44 ri-
mase vogliam tener conto staccato delle specie che soltanto trovansi nelle Isole, sepa-
reremo altre undid ; quattro della Sardegna, Phyllodactylus europoeus, Gené, Notopholis
fitzingeri, Bp., Periops hippocrepis, Wagl., Serpe anche affricana, e Nalrix viperina, Merr.,
eziandio della Francia; due particolari alla detta Isola e alla Corsica, Natrix cetlii, Gêné,
ed Euproclus platycephalus, Bp. ; due spettanti alla Sardegna e alla Sicilia, Gongylus ocellatus
, Wagl., e Discoglossus pictus, Otth. ; una alla Corsica sola, che trovasi pure in
Dalmazia, Podarcis oxycephala, Fitz.; e due alla Sicilia, Podarcis taurica, Bp., e Coelopeltis
monspessulana, Ranz., abitatrici anche di altre regioni. E i 60 Amfibi saran ridotti giusto
a metà scemando da 33 a 30, se si tralasci, corne troppo accidentale la Sphargis co-
riacea, Gr., la Lacerta stirpium, Daud. confinata alla sola parte settentrionale d’Italia, e
il Callopeltis leopardinus, Fitz. alla méridionale sua punta. Quelli propriamente dunque
della nostra Penisola sono, fra i Testudinati, la Tartaruga di mare ( Thalassochelys ca-
retta, Bp.)j la Testuggine d’acqua dolce (Emys lutaria, Merr.), e la comune di terra
(Testudo groeca, L.). Fra i Rettili la Tarantola [Ascalabotes mauritanicus, Bp.), e ilTaranto-
lino (Hemidactylus verruculatus, Cuv.), spettanti ai Saurii pachyglossi : il Ramarro {Lacerta
viridis, Daud.), la comunissima Lucertola {Podarcis muralis, Wagl.), la Fienarola (Seps