crap add bpinbux, Bose, in Nouv'. 'Diet- It. Nat. V I I I . p. 3y8 .
TOAD) Penn. Brit. Zool. I I I . p.i 4 - et append, p. 379. common toad, Shaw, Gen. Z o o l.I It.p . i 3 8 . tab. 40-
BLATTBRIKE LANDKRÖTE MIT ROTHEN AUGEN, Bösel, F roschc, loCO citalO.
Feld Kröte, Meyer, Thiere ni. Skelet. 1. p. 55. tab.5b.fig. 1.
•Wasserkröte, Meyer, Thiere m. Skelet. I . p. 35. tab. 5 3 .
GROSSE KRÖTE oiler KROD, WALD KRÖTE, WEINBERG-KRÖTE, Rucll HÖPPINN, F itt . Ptodr. loco cilatO.
allmann padda, Palmslruck et Quensel, Svensk. Zool. I I , tab. 45.
T Ja brutta bestia, che è il Rospo! Rassomigliaronla i moralisti al peccato mortale,
e perfino al Dimonio! E per yerità, quanle volte veggiamo un uomo contraffatto e mo-
struoso; egli è cosi brutto, diciamo, che pare un rospo! Ma lo diciam noi Romani, cpme
10 disse Renvenuto Cellini, quantunque Fiorentino, il quale del suo nativo e del roma-
nesco volgare compose spiritosissimo stile, che fa prediliggere il Libro della sua Vita
fra raolti più venerandi testi del bel parlare. Questo vocabolo Rospo dipoi, ehe porge
un solo significato, sembraci assai più opportuno della B o tta de’Fiorentini per deno-
tare la brutta bestia. Sendochè, se le parole nude di ogni rettorico artificio potessero
sempre dipingere senza sconcio le cose; chi è che non vegga doversi di brutti ed ispidi
nomi andare in cerca per segnalare quelle ehe si allonlanano dal bello, e cosi vice-
versa? Che se B o tta significa eziandio colpo e p e rco s sa ; chi non saria per disapprovare
raaggiormente Bo ttic e lla j con ehe un messere Zucchero Bencivenni voile intendere Ro-
spettOj proprio nel più bel secolo della lingua, ove la stessa parola ducento e più anni
dopo venia coDsacrata per la piccola botte, in cui serbasi il miglior vino ? Aggiungele
l’oltraggio, ehe va facendosi al sesso, cui diciam bello e gentile, con quel nome Botta_, ehe
essendo sol femminino, non pecca meno contro il Galateo ehe contro la Natura; men-
tre dall’altra parte, se alcuno per conveniente rimedio si attentasse di pronunciar Bo tto
11 maschio della Bo tta | udreste aril ora le maledizioni ed il biasimo de’Barbassori ; i quali
abbiara fede, ehe del sostantivo Rospessa si adonterebbgro più leggermente. Questo nome
Rospo finalmente, cosi scabro e vile, è tutlavia di netto, dichiarato e breve suono; dei
quali pregi si piacciono quei vocaboli ehe servono a denotare i tipi, direm cosi, delle
idee ; i quali vocaboli, se abbiano cominciato a goder dell’ uso, non potrà essere a meno,
ehe si allarghino ogni di, e divengano padri di legittimissima figliuolanza, quali già sono
R ospetto e RospacciOj e quai ci piacerebbe che fossero ro s p e g g ia v è / arrospeggiarsij e
simili, non meno belli di g a tteg g ia re j e scimieggiare_, non ancora inseriti nel Vocabola-
rio insieme collo scimiatico del Cavalca, Yindracarsi dell’Alighieri, ed altri di simil tern*
pra, cui Yabbottarsi del volgo da B o tta non ci par degno rivale. Ne inviperiscano coi
Puristi coloro ehe fan mestiere di intollerante religione contro le novità delle parole e
delle idee, ne ci dicano che con tali proposte vogliam servire piuttoslo all’ uopo dei Ro-
mantici, a’quali giova l’abbondanza de’ neri colori per dipingere la Natura trista e vi-
ziosa. Perché a’ Naturalisti, risponderemmo, la Natura o bella o brutta non dovria par-
torir giammai affezioni diverse di studiarla; il che appunto è all’ opposto de’eanoni co’
quali si governano gli artisti. Quindi è che noi stessi, men tre ci dilettiamo ad osservare
le opere della imitazione aspiranti per moite diverse vie aile regole di Policleto, e men-
tre ammiriamo come facilmente piacciano gli scrittori delle belle leltere, vorremmo insieme
ehe si la severità della cattedra raddolcita fosse dai bei modi della lingua, non
già che il giro di morbide e lambiccate parole adultérasse il sermone della filosofia. Prima
pero di finire la difesa del vocabolo Rospo> diciam brevemente, ehe se la nostra favella
fosse nata fra le sea me braccia de’Grammatici, quell a bestia in tal caso, che noi diciam
tale, avrebbe dovuto dirsi Bufone dal Bufo. de’Latini, donde appunto non contra-
stiamo che venga il sinonimo di Giullare, di colui cioè che si atteggia grossolanamente
come il Rospo, per accattarsi le risa. Ma chi è che non vegga come il dir buffone all* ani-
malaccio schifoso saria lo. stesso che muovere a curiosità piuttosto che a raccapriccio, a
dileggio piuttosto che ad orrore, da che 1’uso ben antico del vocabolo buffone nelle Corti,
quantunque provenisse da Bufo Rospo, non poteva ingerire nelle menti la idea del sozzo
animale, tanto lonlano dalle mense dei Grandi, quanto lo- erano dal necessario lavoro
delle desertie campagne le donne j. i cavalier^ Parmi j gli amori?.
La scienza naturale tuttavia che non è sola d’Italia, ma vuol farsi intendere dal
mondo tutto, conserva pel genere de’Rospi il vocabolo. Bufo celebrato dai versi di Ma-
ïone inventus que cavis bufo^ il quale viene ora a prendere maggior fama ; e dai circo-
scritti confini della Georgica sale agli onori degli splendidi musei e dei volumi dottis-
simi de’Filosofi naturali. Da queste erudizioni discende, che mal si appose il Rafines-
que quando volea che si dicesse Batrachus il Bufo de’Latini, adducendo per sua buona
ragione che siccome la seienza avea già dato il nome di Buffonia ad un genere di piante
dedicato al célébré Plinio. de’Francesi, percio la parola Bufo non doveasi introdurre
nel Regno animale 1.
Il genere Bufo è tipo della sottofamiglia d e' Bufonini, la quale a parer nostro com-
prende tutti quei Ranidi che sono privi di denti ma non di lin g u a in guisa che ne riman-
gono esclusi que’Ranidi dentati, che erroneamente si credevano affini ai Rospi, cioè Boni-
binator, Pelobates, Alytes ; corne ne rirnane escluso eziandio il genere Pipaj. che non ha
denti, nè lingua. Comprende conseguentemente anco que’Ranidi, che riputati erano Hy-
ladini per la sola ragione che hanno gli apici delle dita in forma di altrettanti dischi ;
mentre non sono altro che Rospi con dita à'Hyla. Per questo. carattere osservato da noi
nella Hyla tinctoniaA la innalzammo, forse prima d’ogni altro, al grado di genere, deno-
minandolo Eubaphusf nome che ci lusinghiamo rimaner gli possa a preferenza di Den-
drobates, che tal uni vorrebbero sostituirgli e cio anco. per la ragione, che questo già
trovasi dalla Ornitologia accaparrato.
Tutti i Bufonini sono assai panciuti, hanno- le gambe posteriori più lunghe delle an-
teriori, ma più brevi del tronco: le trombe eustachiane apronsi in essi con duplice foro,
corne negl’Hyladini e nei Raninij a dissomiglianza dei Pipinij, nei quali si manifestano
con Una sola apertura centrale; carattere che rinviensi stabilmente unilo aJl’asscnza della
lingua, e alla cavità del timpano totalmenle ossea e coperchiata di cartilagine.. Niuno fra
i Bufonini ha vesciche sonore, che in altri Ranidi maschi si gonfiano. intorno la bocca, ed
aggiungono- al gracidar loro un suono. cotanto acuto. Saltano disacconciamente e con fa-
tica : meno degli altri Ranidi si dilettano di sguazzare :: sono essenzialmente monogami,
come gli altri Ranidi, serbando ad una sola moglie quei loro abbracciamenti, simulacri
piuttosto che atti veri di copula.
Tornando a dire del genere, noi lo ristringiamo a quelle specie soltanto. dal timpano
cospicuo e dalle turgide parotidi, che han piano il vertice ed il musa non allungaU) ; ail’
ultima sezione cioè del Bufo di Wagler. Il quale esimio Naturalista, quantunque spen-
desse gran tempo ed infînito. studio a divider© gli altri Ranidi in tante minute ripartizio-
ni, voile abbracciati nondimeno in esso suo genere quei Ranidi tutti, che mancanti tô-
talmente di denti, hanno le parotidi, e godono di timpano cospicuo ; talchè, oltre il nostro.
genere Bufo, porta seco YOtilophus e l’Qxyrhynchusj. ambedue del Cuvier, e il Rhi-
12/j?