bombinator pachypus
U LU LO NE GROSSOPlE
bombinator terreo-olivaceuSj nebulis nigricantibus ; subtus varius e x alro-cceruleo et ex
aurantioignilo / pedibus robustisj digitis brevibuSj crassisj terelibus.
BOMBINATOR PACHTPOS, Fitzinger, in litteris.
ululone, ossia BOTTA ACQUAJOLA. Fallisneri, Saggio di Storia Nat. Oper. III. p. 3’]’].
]N[on senza esitazione, perche non ci e ignoto come nei Ranidi sogliano in alcnne
circostanze inturgidirsi le dita, ammettiamo noi come specie il comune Bombinator
dei Monti Italiani; e seguiamo riverenti il parere del dotto signor Fitzinger di Vienna,
il quale non puö aver mancato di ponderare non meno questa ehe ogni altra circo-
stanza, e d’instituire i necessarj confronti, prima di specificare il suo Bombinator pachypus
j ehe ora apparisce al pubblico la prima volta, per quanto ci e dato di sapere.
Lo stabil! egli appunto sopra esemplari mandatigli dal Savi dalle Alpi Apuane, ove
l'abbiam trovato comune. L’abbiamo eziandio ricevuto dai Monti Ascolani, ed invano ab-
biam procurato di naturalizzarlo nei troppo caldi nostri giardini. Sembra dunque proprio
dei soli rrionti in Italia; e differisce dal comune Bombinator dell1 Europa centrale
per le cosce piu crasse, per le dita piü brevi,per l’addome piu liscio,pel dorso densissi-
mamente verrucoso, pel muso piu corto, piu grosso e piu rotondato. In moltissimi esemplari
di ogni eta da noi raccolti ed osservati non ne abbiamo rinvenuto alcuno cbe
avesse la punteggiatura porosa offertaci dal giovane Bombinator igneus della nostra ta-
yola, il quale ha il muso tanto piu acuto, e le dita tanto piu lunghe e sottili; egli e
pero da notarsi ehe non tutti i giovani di quella specie stessa si mostrano cos! forac-
chiati di scuro.
Il Bombinator pachypus gode dimensioni alquanto maggiori dell’igneus; e perciö an-
cora gli quadra benissimo quel nome dal greco di grasso o pingue. Giunge a ben due
pollici il suo corpo, son died linee le gambe anteriori, due pollici e una lineä le posteriori;
la bocca fendesi molto al di la dell’occhio, ed ha gran squarcio e larghissima
lingua: gli arti sono robusti; le dita rotondolte, e molto meno disuguali ehe nella specie
precedente. Ad esso alludeya probabilmente il Vallisnieri giä citato dallo Schneider.