gliel dette creandolo sulla configurazione delle macchie negli esemplari di mezzana età,
ove quelle della sérié media non totalmente svanite si diluiscono in senso laterale, e par
ehe siano piuoli tra le due aste formate dalle due linee laterali più appariscenti. Vorrem
piuttosto dire ehe lo Schinz fosse in questo prevenuto dal Wagler; il quale nel suo
S p e c ie s S e rp en tum stampato, ma non mai pubblicato, descrive lo stesso stalo del Rettile
sotto lo stesso nome di S c a la ris? In questa ipotesi apparterrebbe la nostra specie al Wagler,
come N a t r i x S calariSj mentre pèr errore gli si attribuisce sotto il nome di R h in e -
c h is Agassi zi j ehe, corne abbiam visto, non è del Wagler ma del Michahelles, non è
specie nuova ma l ’adulto dello scalaris. Che direm poi del nome X e n o d o n Mich a h e lle si
consegnatole perfino da quel severo elirainatore di specie, lo Schlegel ? Era pur desso
cbe mai non deponendo il troppo rigoroso suo spirito di riunione riguardava (sen-
za riferire altri esempi estranei a’Rettili) VÉla p h e P a r r e y s s iij Michah. quai sinonimo
d e \V A ilu ro p h is V i v a x ( T ro gonophis Ib e ru S j Eichwald ), del quale non temè fare un
DipsaSj specificandolo f a l l a x : cbe della T y r ia Dahlia Fitzinger, faceva uno Psamm ophis :
ehe confondeva il nostro Z am en is Ric cio li collo Z a c h o lu s A u s tria c u s da lui detto Coro-
nella laevis! Ma in quanto appartiene alla nostra Serpe veramenle disgraziata pei nomi,
cbe ella non sia uno X e n o d o n ( généré totalmente esotico, del eui lungo caratleristico
dente posteriore non è munita ) ne abbiam prova più ehe bastevole nelle stesse auree
parole del sunnominato Schlegel; il quale ne insegna cbe tiene il mezzo fra i X en o d o n j
le Coronelle e i C o lu b r ij accoslandosi ai primi per la piccolezza delle piastre cefalicbe,
per le forme raccolte, per la coda conica e breve; alle seconde per la çonformazione e
disposizione delle scaglie; ai terzi per la statura, e pel gran numéro delle piastre addo-
minali. Oltre le quali rileva pareccbie altre particolarità, cbe a ben vedersi non altro
sono cbe i caratteri del genere R h ine chiSj segnalalo quanto altri mai nella famiglia dei
Colubridi.
Ecco intanto i caratteri generici del RhinechiSj il quale per l’abito generale e per le
tegumenta açcostasi notabilmenle al Periops di Wagler. Capo dislinto mediocremenle
dal tronco, larghetto alla base, breve, piramidale; muso aculo, notabilmenle sporgente
oltre la mandibola, insigne per lo scudetlo rostrale, grande, convesso, trigono, prominente
nella sua estremità: denti mascellari e palatini tulti omogenei, piccoli, aculissimi,
rivolti all’indietro: narici laterali, piccole, forale alla commissura dello scudetto frontale
anteriore, e de’nasali anteriore e posteriore: occhi dai latî, piccoli, e poco protubérant^
Senza spigolo ehe li sovrasti, g on pupilla mediocre, rolonda: il primo pajo di
scudetti fron lali piccolo ; gli scudetti nasali grandi: lo scudello loreo strello: due seür
detti postoculari quadrangolari, ed uno solo anteoculare: quello del verlice breve, largo,
campaniforme: gli occipitali poco estesi: nove scudetti marginali del labbro tanto supe-
riore quanto inferiore: faccia assai lievemente solcata lungo i lad. Tronco grosso, cilin-
drico, assotligliato verso la coda, cbe è assai breve: ventre convesso, vestito di piastre an-
guste: squame romboidali, alquanto convesse, perfettamente levigate, quasi lutte eguali.
Il lussurioso serpente del quale parliamo, ha il capo piccolo, poco largo, poco di-
stinto, piramidale, alquanto declive; il muso corlino benebè sporgente assaissimo oltre
la mandibola, e tagliato obliquamente al di soüo: lo squarcio della bocca reltilineo pro-
traesi orizzontalmente mol lo al di là degli occhi: lo scudetto rostrale trigono, promi-
nentissimo, è solcato profondamente nel mezzo .al di sotto; gli scudetti frontali an-
teriori son mediocri e presso ehe pentagoni, i frontali posteriori grandi, trapezoidali ;
quello del verlice campaniforme, largo alla base quanto è lungo; gli occipitali grandi,
oblunghi, irregolarmente pentagoni, seguHi iinmediatamente da squame ornogenee; lo
scudetto temporale mediocre subrotondalo, dopo il quale mostransi squame maggiori
delle altre: lo scudetto loreo quadralo-oblungo; l’oculare anteriore mediocre, quasi qua-
drangolare; l’inferiore posloculare più grande e piu rolondalo del superiore; il sopra-
cigliare piccolo, oblungo-rotondato: i marginali del labbro superiore sono nove, il quarto
e quinto dei quali orlano inferiormente Torbita, il primo approssimato al muso, piccolo,
trigono, gli altri fino al quinto subquadrati, il sesto maggiore, formante un an-
golo retto, chiuso posteriormente da una linea curva, il settimo più grande, quasi pen-
tagono, l’ottavo mediocre, squamiforme; lo scudetto labiale medio è piccolo, triango-
lare, i labial i accessorii sono esili, lanceolati: dei nove scudetti marginali del labbro inferior
e il primo è piccolissimo, e quasi quadrato come il terzo ed il quarto; questo ed
il quinto, posteriormente roton da to, sono grandissimi; il sesto e i seguenti mediocri e
squamiformi. Il tronco è lungo, robusto, cilindrico, attenuantesi appena dall’occipite
fino all’ano; quindi assottigliasi a grado a grado fi no all’apice alquanto ottuso la coda,
terete aneb’ essa in lutta la sua estensione, brevissima, non misurando cbe un settimo di
tutto il rettile. Le squame disposte in 27 fila sono piccoletle, poco fitte, di forma rom-
boideo-allungata, posteriormente rotondata, senza indizio alcuno di caréna; le due serie
più prossime agli seudi del ventre sono appena maggiori delle altre, quelle verso l’apice
della coda esagone: le piastre addominali del numero di 208 a 220, strette, di forma
esagona allungata, colle due ultime paja per lo più divise: di scudetti sottocaudali se ne
contano da 54 a 64, gli anteriori oblunghi, i posteriori regolarmente esagoni, disposli in
duplice serie alternante.
L’adulto è di color fulvo in tutte le parti superiori, inferiormente bianco-gialletto tirante
alcun poco al verdognolo : la bifida lingua è nera: l’iride smorta e nerastra: da
ciascun lato della nuca nasce una linea castagnino-scura, cbe scorre non interrotta
lungo il dorso di qua e di là fino all’ apice della coda : una piccola stria castagnino-
cupa mostrasi a ciascun angolo della bocca, seguita in quasi tutti gli esemplari da altre
macchiuzze castagnine poste irregolarmente, vestigia delle macchie della prima età.
Il giovane è infatti di un grigio ehe dà in verdino, e porta sul dorso, tre serie di al-
ternanti macchie nere, oblunghe, frastagliate, in quella di mezzo assai più grandi : in-
torno agli occhi gli gira una fascia nera, ehe poi descrivendo una curva prolungasi la-
teralmente fino agli angoli della bocca; un altra lo segna triangolarmenle fra gli occhi e
il muso: la nuca è ornata anch’essa di una fascia circolare ugualmente nera, ehe gitta i
suoi lemnisci sul collo dell’animale, onde si generano due striscie longitudinali, ehe
fanto ineno appariscono quanto più sono visibili le macchie trasversali, le quai nel di-
luirsi totalmente negli adulti, specialmente maschj, lasciano sole a nereggiare le strisce
longitudinali su.ddette: i franchi sono tulti screziati: le parti iuferiori marmorate di grigio
scuro fuliginoso, e marginale lungo i lati di macchie quadrate scure.
Dal fin qui detto ognun vede ehe pei colori si dell’adulto come del giovane, e pel
modo di perdere le macchie, ed acquistare le linee longitudinali, questa bella Serpe è
perfettamente analoga al Cervione corn une, Elapkis cjuadriiineatuSj Nobis, (che lo Schlegel
sempre dissenziente da noi nella scella dei nomi, chiama Coluber qu ater-radiatiiSj G me!.)
ma non le somiglia in null’ allro; seppure non vogliamo tener conto della dentatura
insospetta, e del minimo sviluppo delle glandule salivali. Paragonando una sola scaglia