Gli scudetti occipitali del Pelias sempre son grandi, ma non costantemente regolari
e simmetrici come nel Coluber. Lo scudetto del vertice anch’ esso suol essere grande.
Lo scudetto sopraorbitale è piano, orizzontale, e sporge infuori almeno quanto il globo
dell’occhio; ora è semplice, ora diviso in due. Gli scudetti orbitali sono piccioli, disposli
in una serie semplice inferiormente, in due file lungo i lati posteriore e anteriore, ma
un solo scudetto di quest’ ultimo tocca lo spigolo rostrale. 11 nasale è rotondo, concavo,
formato di due o tre pezzi, ed ampio è il foro ehe porta scolpito nel mezzo. Fra il nasale
e lo scudetto rostrale sonovi, corne nella Vipera, i due schdetti antinasali. Piani e assolu-
taraente orizzontali sono lo scudetto rostrale (semplice o suddiviso in due o tre ), e il
sopraorbitale dell’uno e dell’altro lato, e tutti questi coi lor lembi esleriori forman parte
dello spigolo rostrale. Gli scudetti frontali anteriori e posteriori, ehe nel Coluber som-
mano a quattro disposti in due serie e simmetrici, giungono talvolta ad otto e a dieci
nel Peliasj e per lo più sono irregolari e collocati fuori di simmetria. Tutte le parti re-
stanti e nella struttura e nelT uso corrispondono esattamente a quelle del genere Vipera.
Per le abitudini non si scostano gran fatto dalle Vipere le specie di Pelias. I moti
di queste sono in paragone men lenti ; 1' indole loro è più fiera, ed al solito riescono
assai più pericolose, perché, anche senza essere provocate, impetuosamente si slanciaho
e mordono.
Fondatore del genere di cui trattiamo fu propriamente il Laurenti. Egli lo chiamö
Coluber, ma non s’ è potuto conservare tal nome, come quello ehe per lungo uso era già
sacro al maggior numero dei nostri serpi innocenti. Forza è stato adottare il nome
Pelias recato in mezzo più tardi dal Merrem.
Abbiam per fermo ehe se si consulteranno gli autori con la scorta delle sinonimie
da noi riferite sotto i titoli rispettivi, non riuscirà difficile trovare il filo del labirinto,
in cui sonosi smarriti molti di coloro ehe hanno preso a trattare del Coluber berus e de-
gli altri Serpi venefici Europei. Ora importa il dichiarare, che gli esemplari Italiani ehe
ci siam procurati del Pelias berus corrispondono di tutto punto a quelli della Svezia e
delle altre parti settentrionali d’ Europa, in cui non vive la Vipera aspis. Varia grandemente
la specie negli accidenti del coloramento, e in altri capi ehe meglio esporremo
qui sotto ; dobbiamo confessare frattanto ehe non ci è riuscito vedere fino ad ora esemplari
neri del tutto. Che esistano lo presumiamo da cio ehe accade nella comune Vipera
aspis, ehe per la varieta delle tinte cammina con essa del pari. Quindi abbiam
creduto poter riferire con sicurezza sotto il berus il Coluber prester di Linneo e degli
scrittori del Settentrione dell’Europa, tanto più ehe dal color nero in fuori, nè Linneo
stesso, nè gli autori seguenti della Fauna Svezzese, hanno attribuito alla prester carat-
teri che non sieno owj nel berus. Quanto agli autori dell’ Europa meridionale che han
parlato de visu, è fuor di dubbio che tutti han chiamato prester Vaspis di color nero:
i compilatori d’ ogni paese han poi messo senz’ altro il colmo alla confusione stringendo
in un fascio Ie Vipere nere o nerastre di qualsiyoglia forma e provenienza, talchè il
prester loro non rappresenta più alcuna specie in particolare.
II capo del Pelias berus è distinto mediocremente dal tronco, di figura ovale, de-
presso, spianato superiormente, con lo spigolo rostrale risentito, e con 1’apice ottusetto,
ascen dente dalla parte anteriore della bocca alla estremità del muso. La parte superiore
del capo e vestita di scudetti piani, in alcuni esemplari di forma regolare e disposti sim-
metricamente, in molti altri irregolari, e collocati fuori di simmetria. Gli occipitali sono
grandi, bislunghi, quasi reniformi, poligoni. Lo scudetto del vertice, per lo più grande
anch’esso, è configurato come quello dei Colubri, oppure minore e irregol arm ente poli-
gono. Le piastre frontali sono picciole, varie di numero, limitandosi a sei ed anche a
quattro, oppure stendendosi a nove e dieci, spessissimo collocate senz’ordine. Lo spa-
zio compreso dall’uno e dall’ altro lato fra lo scudetto del vertice e gli scudetti sopra-
orbitali è occupât© da uno scudetto cunéiforme, spesso suddiviso in tre o quattro. Gli
-scudetti sopraorbitali sono grandetti, bislunghi, sporgenti in fuori quanto il globo dell’oc-
chio, semplici o formati di due pezzi. L’occhio inferiormente e dai lati è contornato da
una serie doppia di scudetti orbitali piceiolissimi ; un solo pero degli orbitali anteriori
-giunge all’altezza dello spigolo rostrale, e va ad insinuarsi fra l’orbitale ed uno dei sopra-
nasali- dell’uno e delf altro lato. Gli scudetti nasali sono rotondi, grandi, concavi, ed
hanno scolpito nel mezzo un’ampio forame. Gli scudetti antinasali sono angusti, àssot-
tigliati inferiormente. Lo scudetto rostrale è convesso, triangolare, terminato superior-
mente in una punta smussata, allargato inferiormente ed inflesso all’indietro, incavato
nel margine. Gli scudetti sopranasali anteriori e posteriori, e cosi pure lo scudetto so-
prarostrale sono collocati orizzontalmente, e nello stesso piano in cui sono gli scudetti
del vertice e della fronte: i loro margini esteriori costituiscono la parte anteriore e1 principale
dello spigolo rostrale. La mascella di sopra è notabilmente più lunga di quellâ di
sotto. Gli scudetti marginali sono nove per parte sulla mascella superiore, e altrettanti
sull’inferiore. Il tronco si va restringendo per un tratto più lungo verso il dinanzi che
verso l’ano, ed è carenato sul dorso. Le scaglie sono carenate, lanceolate, disposte in
ventuna fila. La coda è distinta dal tronco, conico-subtrigona, superiormente coperta di
squame analoghe a quelle del dorso: la sua lunghezza ne’maschi corrisponde alla set-
tima parte della lunghezza totale del Serpe, nelle femmine è talvolta al disotto della
nona. La lunghezza totale varia da dodici a ventidue pollici. L’individuo maschilè ef-
.figiato aveva i 5o piastre addominali e 36 scudetti sottocaudali.
Il colore del fondo superiormente è un cinereo tendente al carneo, o all’olivastro, al
bigio, al ferrigno acceso, al castagno-rossastro, quale è quello della nostra tavola, e sempre
è più intenso verso il mezzo del dorso, più biancastro dai lati. Il capo nel diso-
pra è cinereo-fosco, appena nerastro con gli scudetti costituenti lo spigolo rostrale bian-
castri nel mezzo, foschi nel lembo, e con una fascia nera, ehe incomincia sullo scudetto
del vertice, si stende all’indietro sugli occipitali, quindi si divide in due larghe branche
divergenti, che han termine verso i lati della mica..Una striscia sottile del color
chiaro ehe hanno i lati del dorso, coi quali va a congiungersi, è segnata dall’uno e dal-
l’altro lato del capo, incominciando dallo scudetto orbitale e stendendosi fino ai lati
del collo: al di sotto di questa scorgesi una larga fascia di tinta nera intensa, che incomincia
dietro ail’ occhio-e scorre orizzoDtalmente sul collo. Gli scudetti marginali
della mascella di sopra anteriori aile narici sono nerastri, quelli dello spazio frapposto
aile narici e agli occhi hanno un largo lembo nerastro nel margine; e il centro d’un
bianco-sudicio ; i rimanenti sono bianco-sudici in tutto, meno ehe in qualche parte de-
gli orli. Tutto il dorso dalla nuca ail’estremità della coda è segnato nel mezzo da
. una grande striscia nera talvolta tendente all’azzurro, non interrotta, la quale risulta
dalla riunione di due serie di macchie quasi triangolari a base allargata, confluenti
da un lato ail’ altro: subito dietro la nuca le macchie sono opposte per qualche tratto;
luneo il rimanente del tronco sono per lo più alterne, ma verso la coda e sulla medesima
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