quattro piedi monodattili, pinniformi; squame carenate ed acute disposte quasi a ver-
ticilli. 7. Sc e lo te sj Fitz. (B ip e S j Merr.), con due soli piedi didattili; senza fori auri-
colari. 8. PygopuSj, Merr. (B ip e s> Lacep.), con due soli piedi pinniformi, rotondati al-
l ’apice; senza palpebre; con pori avanti ail’ ano ; squame carenate. 9. Pygodactylus^ Fitz.
con due soli piedi adattili; con fori auricolari. 10. O p c o d e s , Wagl. con due soli piedi
adattili, senzadbri auricolari. 11. Otophis_, Michahelles, senza piedi; con foro auricolare.
12. A n g u iS j L. (part.) senza piedi; senza fori auricolari.
Il Rettile di cui ci occupiamo appartiene al genere Sep S j da Fitzinger chiamato Z y -
g n is j nome da noi bandito affatto dal Sistema, perche applicato a più gruppi genera
intollerabile confusione: nè ci correya obbligo di conservarlo come quello di Sep S j es-
sendo ignoto il legittimo possessore di esso presso gli anticbi. Sul quai proposito os-
serveremo ehe il vocabolo S e p s di cui si è tanto abusato, significo tra i latini un certo
animale ehe alçuni yogliono fosse Serpe, altri Lucertola, ed altri promiscuamente lo
interpréta vano ; il ehe proya esser questo medesimo. Linneo cosi chiamo un rettile in-
termedio, non altrimenti ehe il nostro, fra le Lucertole e i Serpenti, il quale ,per6
essendo esotico non puo essere il yero SepSj di cui parliamo. Il yocabolo s’origina dal
yerbo greco ayno, c o rrom p e re, perché il pregiudizio yoleya ehe l’animale cosi nominate
corrompesse ogni cosa ehe toccaya, e fosse anche yelenoso nel mordere, ma cui bastaya
esso stesso per medicamento, beyutane 1’infusione nel yino.
Ma lascîando queste ed altre bajej il nostro genere S e p s corrisponde a quello di
Daudin, di Merrem, di Wagler. Ha il tronco lunghissimo, terete, assai syelto, più ser-
pentiforme ehe lacertiforme, yestito tutto di squame lisce, esagonali, embricate : porta
sul capo due piccolissimi scudetti frontali anteriori. Le narici si troyano sul margine
laterale dello scudetto rostrale. Le mascelle sono pochissimq disuguali. I denti situati
anteriormente sull’osso intermascellare sono in numéro di otto, separati, eretti, semplici,
dritti, cilindrici, coll’apice conico un poco inclinato all’indentro: i mascellari in numéro
di quindici, ehe si uniformano ai descritti per la forma e posizione, hanno l’apice
lievemente ottuso: i mandibolari ehe sono yenti per ciascuna banda si assomigliano ai
mascellari per la forma, situazione, e grandezza; se non ehe i due primi di loro e
gli ultimi due sono poco più brevi degli altri: il palato è priyo affatto di denti. Quattro
sono i piedi piccolissimi quantunque compiuti, ciascun dei quali porta tre dita presso
ehe uguali, breyissime ma unguicolate.
Veniamo ora ai caratteri specifici della nostra Luscengola. Il capo pochissimo di-
stinto dal collo è ovato-piramidale, rotondàto all’apice, dolcemente convessodi sopra
e ai lati, turgidetto soltanto aile tempia, alquanto incayato dagli ôcchi fin quasi al-
l’estremità del muso, e un terzo più lungo della propria larghezza ehe quasi arriva
ad uguagliar l’altezza. Gli occhi si troyano lateralmente, in mezzo tra la punta del
muso e le orecchie: sono piccoli di forma ellittica, ed hanno la pùpilla rotonda, e
compiute le due palpebre. Rotonde e piccole sono le narici, circondate da più scudetti:
apronsi in prossimità della punta del muso intaccando lo scudo rostrale con
buon tratto di loro apertura. Ovali piuttosto sono i fori auricolari, col margine rivolto
in dentro. Gli angoli della bocca si protraggono al di là deU’occhio, e da essi fino aile
orecchie scorre un leggerissimo solco ehe apparentemente ne prolunga l’apertura. La
mascella di pochissimo s’ayanza oltre alla mandibola. Gli scudetti marginali di ambe-
due le labra sono cinque 0 sei per parte. Sopra l’occhio yi è una sérié lineare di piccolissimi
scudetti ehe si estende fin quasi alla narice. La piastra del vertice è grande,
allungata, eptagona, due yolte più larga ail’ indietro che all’ innanzi, circondata da pa-
recchie altre piastre variabili di forma e di grandezza tra loro, per lo più simmetriche
rispettivamente. Le parietali più grandi delle altre, unitamente a quella del vertice, ne
circondano una piccolissima che puo tenersi per rudimento di occipitale: grandette e
quasi piâstrifornii sono le squame ehe rivestono le tempia. Il collo è uguale in gros-
sezza al tronco nè per alcuna circostanza diverso da esso. Il tronco è cilindrico piuttosto
depresso, di ugual grossezza fino ail’attaceatura della coda, la quale è lunga quanto
l’altra parte del Rettile, poco distinta alla base, conica, assottigliata, terminata in acuta
punta. I quattro arti in semplice rudimento sono brevissimi e sottilissimi, compressi:
gli anteriori spiccano ad una distanza dall’orecchie uguale a quella ehe passa tra queste
e l’estremo del muso: i posteriori spiccano a’lati dell’ano alla base del quasi oper-
çolo formato dalle ultime squame addominali, ehe si sollevano per quanta è la distanza
tra loro. I primi si ricovrano in un avvaUamento, ehe si estende sui fianchi più oltre
della lôro lunghezza, e i secondi si appianano benissimo sul tronco, per un à capace
concavità ehe' li riceve, senza pero indizio alcuno di solco e molto meno di piega laterale.
Il di sopra del capo dietro la celata del pileo, ed il di sotto dietro lo scudo
rostrale, il dorso ed il ventre si vedono uniformemente vestiti di squame sottili del
tutto lisce, embricate, ellittiche o romboidali nella parte scoperta, e disposte in circa
ventitre sérié longitudinali ad; ordine quincunciale, contandosene oltre due cento in
quella di mezzo.
La parte superiore del Rettile nello stato più comune puo dirsi non aver colore
generale, mostrandosi inyece tutta listata a varie tinte. Prendendo pero per campo il
grigio metallico veggonsi quattro principali strisce longitudinali castagno-nerastre spesso
orlate di bianco scorrere ben decise e parallele dal capo fino quasi ail’estremo apice
della coda : gl’ interstizii fra queste strisce sono ornati di una lineola a ghiri-gori, il ehe
nasce dall’ essere ciascuna squama roarginala di color nerastro. Oltre a cio vedonsi per
lo più alcuni stretti raddoppiamenti delle strisce principali sia ail interno sia allesterno
di esse": quindi i fianchi rosseggiano alcun poco, finchè sfumando questa tinta si can-*
gia sopra la pancia in color piombino piu o meno pallido, ehe si oscura verso la coda,
e mostrasi generalmente uniforme e puro sopra tutta la superficie inferiore dell animale,
ma talvolla dipinto da moite linee parallele nerastre ehe descriyono seni angolari
corne suol dirsi a zig-zag.
Spesso il nostro animale non ha affatto indizio di strisce longitudinali a vàrio colore,
nel quale stato fu detto S e p s concolor, essendo allora uniformemente sul dorso
di un verde cupreo alquanto più pallido sui fianchi: e nelle parti inferiori di un bianco
piombino tanto più oscuro quanto più procédé verso la coda.
Questa specie non muta di colori nè per sesso nè per età. La femmina è simile al
maschio, il giovane ail’adullo, e feti appena nati e perfino strappati dal ventre della
madré veggonsi quadrilineati 0 concolori, corne le due yarieta gia descritte.
L’ esemplare maggiore che abbiamo sott’ occhio misura dodici pollici e poco piùi
sei e più dei quali sono compresi nella coda. Il capo dalla punta del muso ail orec-
chio è lungo mezzo pollice: la sua larghezza dalla parte posteriore e di quasi quattro
linee. La circonferenza del tronco, oye è più grosso, è di un pollice o poco meno. I
piedi tanto anteriori quanto posteriori non oltrepassano due linee.