ginate nel rimanente di loro lunghezza da una specie di fraiigia membranacea intiera.
Per questa frangia appunto distinguesi àaW'Alytes, e più ancora pe'denti palatihi, che
ha di Randj coine akbiam visto, cioè in due fascetli a livello delle narici, non in una
serie dietro Ie medesime.
L’unica specie finor conosciuta, quantunque poco numerosa nella slessa Francia meridionale,
che puö dirsi la sua principal sede, tuttavia si è mostrata talvolta in qualche
giardino fino intorno alla settentrionale Parigi. E se finora non fu rinvenuta al di quà
delle Alpi, non potrem perciö dire che Ja natura abbia voluto totalmente escluderla
dairitalia, oye persuasi noi che possa un giorno trovarsi, le abbiam dato luogo in questa
lconografia, al doppio oggetto e di poterla cercare e riconoscere assolutamente, e di far
meglio ravvisare al suo confronto le affini forme delle nostrali.
Tolte al solito le gambe, giunge al più il corpo del Pelodytes punctatur ad un pollice
e mezzo di lunghezza, le gambe anleriori misurano allora un pollice e una linea, Ie
posteriori due pollici e tre quarti. II capo è triangolare, depresso, col muso ottuso: lo
squarcio della bocca estendesi moltissimo al di là degli occhi,che notabilmente sporgono
in fuori la iride loro dorata ; 1’elegante suo corpicgiuolo è lunghetto, molto assottigliato
all’indietro, e non porta bozze sui lati, ma bensi è ornato di un cordoncino formato da
tubercoletti oblunghi, che parte dai margini posteriori degli occhi, e lo percorre di so-
pra i fianchi iin dove si congiungono le cosce ; nè manca di un altro più sottil cordoncino
che lo segna di sotto i fianchi lunghesso il ventre. Brevi e tutte libéré sono le dita
delle sue gambe anteriori, più brevi di ogni altro sono il primo e il secondo, il terzo è
il più lungo di tutti: allungate mollo e inolto gracili sono quelle delle gambe posteriori,
libéré soltanto fino alla prima articolazione; i quattro primi vanno gradatain en te crescendo
in lunghezza, il quinto è pari al terzo; ed il callo che mentisce il sesto dito si
fa veder leggermente. La pelle è poco lubrica, e sparsa di numerose verruchette, che la
rendono assai granellosa massime sui lati del dorso.
11 colore generalmente verdino squallido, corne nellesemplare da noi figuralo, passa
per più gradi fino al fosco più scuro; spiccano quindi più o meno sul dorso le macchie
puntiformi di verdie cupo, più intenso nel centro, ove giacciono le nominate verrucchet-
te : manca del tutto la macchia scnra postoculare tanto cospicua in taluni altri Ranini:
tre fasce trasyerse più verdastre veggonsi sulle braccia, altrettante sulle cosce, ed altresi
sulle gambe: annulati dello stesso colore sono i tarsi e le sottilissime dita. Carnicino-
verdino è al di sotto, corne ne’fianchi; ai lati del petto e sotto gli antibracci si mostran
simmetriche ed uniformi quattro macchie paonazze brune5 il quai colore trasparisce al-
cun poco di sotto le gambe, e quando il masçhio sente il caldo d’amore gli tin<^e Je due
più interne dita delle palme. La facoltà di cangiar colore, che hanno tanti Amfibj, ab-
bonda in questo, principalmente allorchè venga intimorito.
Gracida anco sott’acqua, ma debolmente, e quantunque non dotato degli organi scan*
sorj delle Hylae^ ilDaudin luttavia ci assicura che conservandone un vivo, raccolto nel-
le vicinanze di Beauvais, vedealo rampicar facilmente sulle pareti del yetro.
DISCOGLOSSq SICULO
discoglossus einereo-flavescensj maoülis atriSj rotundiSj nitidis ; saepius fasoiis tribus albi-
dis longitudinalibus pictus : rostro acutiusculo : oculis parvis : corpore elegantij depres-
S0j vix granuloso.
BANA picta, Gravenhorst, Délie. Mus.Wralislav. p.3<j. sp.8. pseudis pictA, Filiing.in lilt.et in Mus.Findob.
discoglossus pictus, Olth, Ment. Soc. Helvet, I.p. 6. sp. i. cum fig. opl. Tsch.Cl. Balr. p. 41. et èo.gen.i.sp.i.
JR.iconosciamo in questo animale Siciliano la Rana picta, che il Gravenhorst ci descrisse
nelle Delizie del Museo di Breslavia, senza che sapesse di quai patria essa fosse,
corne pratico di altri Amfibii ; e ci troviamo in tal guisa d’accordo coi più valenti Er-
petologi della Svizzera e della Germania. Le forme sue svelte lo fan subito riconoscere
dagli jdlyteSj co*quali alcuni lo confondono per Comuni essenziali caratteri: ne diver-
sifica ancora per la mancanza di parotidi e di glandule a gli angoli della bocca: niuno
v’ ha insomma che nol dichiari a prima vista una elegante Ranocchia, mentre molti
riputeriano l’Alytes un piccolo, schifoso, ignobil Rospo. Di Rana pero, solo genere tra
quei di Europa con cui potrebbe confondersi, non ha che l’apparenza; giacche i denti
palatini più numerosi, disposti in sérié dietro le narici, anzichè in due fascelti a livello
delle medesime, nonchè la lingua discoidea, e il timpano ehe porta nascosto, sono più
che sufficienti a distinguerlo. Nè puö seguirsi l’autorità del Fitzinger ehe voile inclu-
derlo nello Pseudis eretto dal Wagler per la Rana paradoxe., Linn.; imperocchè quel
genere americano differisce si per la collocazione superiore delle narici, si per gli
occhi prominenti, mancanti di palpebra inferiore, si pei denti disposti in due fascetti
sul palato, si pel pollice delle palme opposto aile altre dita, e per i piedi posteriori so-
verchiamente palmati. Bene a ragione pertanto il Dottor Otth constitui pel nostro Ra-
nino.il genere Discoglossusdenominandolo dalla forma della lingua.
Proprio dell’ Europa méridionale, mérita nel Sisteraa di prender luogo fra i ge-
neri Rana e Pseudis ; e porta i seguenti caratteri. Corpo depresso, corto, senza gibbosi-
tà, ovale, allungato uniformemente verso il muso rotondetto e il di dietro, talchè il
breve capo non si distingue affatto dal tronco : .occhi assai più piccoli e assai meno
protuberanti che nelle Rane, non pero felicemente effigiati nella nostra tavola, muniti
di palpebra inferiore, e con pupil la rotonda : timpano nascosto sotto la cute, discerni-
bile appena per un piccolo avvallamento : trombe eustachiane anguste : narici collocate
sotto il margine rostrale : lingua circolare, crassa, coperta di ben distinte papille,
tutta aderente, libera appena al margine posteriore intiero: denti palatini impianlati sul
margine posteriore del vomere, dietro le narici, in una sérié transversa composta di
10-12 per lato. Pelle sparsa di verruchette granelliformi, che sulle parti posteriori, sulle
119**