circa sessanta in ciascuna serie : nel massimo numero degli esemplari Ie macchie delle
due serie intermedie sono parte altemanti, parte opposte e confluenti da una serie al-
1’altra: in alcuni sono quasi tutte alterne, in altri quasi tutte confluenti. Spesso la caréna
del dorso è segnata per lungo da una striscia nerastra sottile, ehe collegando insieme
Ie macchie successive viene a figurare una fascia ramosa a rami parte opposti, parte altérai:
è più raro ehe la striscia longitudinale del dorso sia larghetta; ma quando av-
viene ehe sia taie, e al tempo stessô s’ allargano sensihilmente verso della medesima le
macchie, ehe le stanno da lato e ehe con essa si confondono, ne risulta una fascia fles-
suosa, ehe simula quella del dorso della Vipera ammodytes e quella del Pelias berus:
tal somiglianza pero non è mai perfetta, essendo interrotta o poco estesa la porzione di
fascia in tal modo configurais. In alcuni rari esemplari, ehe potrebbero dirsi ocellati,
le macchie delle due serie intermedie sono grandette, rotondate, brune, orlate di nera-
stro, e in quei punti ne’quali confluiscono fprmano dischi quasi orbicolari, marginati,
analoghi a quelli del Coluber leopardinus. Le macchie dórsali délie due serie esteriori in
quasi tutti gli esemplari della Vipera aspis alternano con quelle delle due intermedie
quando queste son confluenti, e vicevërsa confluiscono con quelle della parte rispettiva
quando alternano le intermedie: ma in altri casi alternano quasi universalmente le macchie
di tutte quattro le serie. Non sempre sono pallide neL centra e nere nel contorno
le macchie delle due serie esteriori, allorchè tali sono' quelle delle due intermedie. I
flanchi negli esemplari di fondo più chiaro son bianchi, e cinereo-biancastri imbrattati
di fosco negli esemplari di fondo più scuro, interrotti quasi costantemente da una serie
di macchiette nerastre simili a quelle del dorso, ma più picciole, meno intense, più nu-
merose, essendovene una a rineontro d’ ogni macchia della serie dorsale esteriore, ehe
qualchevolta confluiscé con essa, ed una alquanto più estesa, ehe corrisponde alla metà
dell’ intervallo frapposto a due macchie della mentovata serie dorsale esteriore. La parte
inferiore del capo è di color coraeo, o corneo.sudicio, uniforme,-o spruzzata di fosco, o
tutta nerastra, secondo ehe gli esemplari hanno il dorso tendente più o meno aile tinte
cupe, o affatto nero. Gli occhi hanno l ’iride d’un giallo ranciato più b meno scuro, la
pupilla nera. Il disotto del tronco é della coda è bruno d’acciajo più o meno intenso,
talvolta tutto spruzzato minutamente.di bianeo sudicio, o di giallastro, o di cannellino,
o di roseo, specialmente verso il mezzo di ciascuna piastra, e più che altrave nel tratto
vicino al capo : più di rado gli spruzzi di color chiaro invadono la parte principale del
fondo. L’orlo posteriore delle piastre quasi sempre è pàllido o bianCastro, e di bian-
castro pure è segnata in alcune piastre l ’estremità ehe tocca i flanchi ; in altre. si mostra
un punto biancastro presso il margine posteriore da ambedue i lati, più vicino ai
flanchi ehe al mezzo del ventre. Il termine della coda inferiormente è tinto d’un giallo
tendente al colore di paglia : e più spesso ancora al croceo e al ranciato. Solo negli
esemplari neri quest’ estremità non è di color diverso.
A volere efflgiare tutt’ i varj accidenti fin qui enumerati ci sarebbe crccorso moltipli-
care all’eccesso il. numero delle tavole destinate all’illustrazione di queslo Rettile. Ci sia-
mo contentati presentare in una la figura del maschio adulto e del giovane con colori e
macchie, ehe non escono affatto dall’ ordinario, e presso questi abbiamo introdotto la
rappresentazione d’una picciola vipera bicipite, ehe dobbiamo all’amicizia del valente
naturalista Signor Orsini d’Ascoli, e che da lui fu incontrata sui monti vicini alla sua
patria: non abbiamo sdegnato di qui inserirla, perché vi sono scrittori, ehe apertamente
contradicono l’esistenza di siffatti mostri. In un’altra tavola abbiamo fatto ritrarre la
Vipera femmina adulta, e quella in istato di gioventù, con macchie disposte alquanto
diversamente, ma pur con colori ovvj nel maggior numero degli. esemplari. In una
terza tavola presentiamo la figura di due Vipere di sesso diverso, una di color ruggi-
noso acceso proveniente dagli alti monti dell’ Abruzzo, l’altra di tinta bruna profonda
trovata in una carbonaja dei contorni di Roma. Finalmente in una tavola separata abr
biamo posto la figura di tre Vipere intrecciate ; una tutta nera con tre scaglie grandette
sui capo e con tre scudetti soprarostrali; un’altra cinerea con macchie dorsali oeulifor-
mi; l’ultima di color rugginoso con la fascia dorsale flessuosa quasi continua, a soin i-
gliauza di quella del Pelias berus ^ ma col ventre tendente al rossastro. Gli esemplari
della prima e della terza ci sono pervenuti vivi dal Piemonte: quello della seconda da
Napoli. E qui stimiamo a proposito il riferire, ehe nei numerosi saggi di Vipere Piemon-
tesi da noi osservati abbiam trovato predominanti le condizioni della fascia dorsale
quasi continua, e dello scudetto rostrale diviso in tre ; laddove le Vipere d’altre parti
d’Italia ci hanno offerte senza paragone più frequenti lo scudetto rostrale semplice o
diviso in due, e le macchie del dorso distinte.
Prima di passare ad altre considerazioni voigiamoei per poco a riscontrare l ’uso ehe
han fatto delle varie modificazioni principali di coloramento e di forme delle nostre
Vipere quegli autori sistematici, ehe su di esse hanno preteso stabilire diverse specie
I più hanno chiamato berus gli esemplari in cui, congiungendosi le macchie, appari-
va più o meno sul mezzo del dorso una fascia flessuosa, Quelli di fondo cinereo con
macchie tutte altemanti distinte sono stati attribuiti principalmente alla specie Redi.
uéspis dagli uni è stata detta la Vipera di fondo rugginoso, dagli altri quella dalle macchie
oculiformi, circostanza ehe suggeri al La treille il suo nome Vipera acellaia. E stata detta
erroneamente chersea da alcuni quella che ha le tre squame poste dietro la fronte grandette,
massimamente quando gli esemplari riunivano a questa condizione un fondo di
color ferrigno. Prester^ finalmente è stata chiamata quella in cui le squame grandi collocate
dietro la fronte si comhinavano col fondo del dorso intensamente nerastro : e talvolta
è bastata quest’ultima circostanza. Non occorre dire ehe tutte queste pretese specie
non si meritano neppure nome di varietà, tanto insensibilmente si trasformano una
nell’altra. Niun titolo poi v’è per separare gli esemplari di coda lunga da quelli di coda
breve, dei quali v’ è chi costituisce al presente le specie aspis e Redij perché in questi
tutta la differenza dipende dal sesso, corne abbiam detto qui sopra.
Abita questa Vipera in tutta Fltalia e nelle sue Isole, nella Grecia, nell’Asia minore,
nel la Dalmazia, nell’ Istria, nella Provenza, nel Delfinato e nel resto della Francia, ec-
cettuate forse le sole parti più settentrionali e orientali. S’incontra nelle pianure, sui
colli e sui monti elevati. Si diletta principalmente di luaghi sassasi, nudi, oppure co-<
perti di cespugli; é meno frequente nelle selve più cupe, rara in siti acquilrinosi. Passa
l’inverno sotto le mucchie dei sassi, ov’ é comune vederne huon numero insieme ag-
gomitolate; né s’interna sotterra profondamente corne è l’uso dei Colubri. Cambia le
spoglie al modo degli altri Serpi. Si oiha d’animali di più sorte, ehe prende vivi. Produce
in fin di primavera eirca venti figli. Quando è aizzata morde rabbiosissima-
mente, ma da presso e senza lanciarsi sulla vittima con hin gin salti. Di rado prende
cibo tenuta in cattività, e pué stare impunemente molti inesi digiuna. Immersa nel