steriore che yerso l’anteriore, ma schiacciato sul dorso, lungo il quale vedesi la nodosita
della spina continuante per tutla la coda. Questa misura tre quinti della totale lun-
ghezza, conica, sottilissima, acutamente subulata, percorsa nel mezzo del di sotto fino
in punta da un cordoncino liscio nascente un poco piu basso dell’ano. Per tutto il ri-
manente dell’ animale la cute e assai ruvida per rilevata minutissima punteggiatura la
quale b piu regolare e piu sensibile nella coda. Gli arti anteriori s’inseriscono ad una
distanza dal capo quanto b la meta della lunghezza di questo: lungbi egualmente gli
anteriori e i posteriori si comprendono quasi sette volte e mezzo nella lunghezza del-
1’animale: le quattro dita anteriori disuguali fra loro non differiscorio per le propor-
zioni da quelle delle vere Salamandre; la stessa disposizione e lunghezza offrono le
quattro degli arti posteriori; r e piu lungo cio& il terzo, quindi il secondo, poi l’ulti-
mo esterno, piu breve b il primo; cilindriche son tutte e affatto prive di bordo mem-
branoso.
Nero morato b tutto il disopra dell’ amfibio fuor della macchia rossastra che ah-
biarno detto in principio, variabile di forma sul capo. Nera parimenti b la gola. Bian-
chi sprizzati di minutissimi puntini scuri sono il ventre ed il mento: nere macchie
oltre la puntinatura suddetta appariscono pure sul petto e suH’abdomine senza veruna
regolarita, mutando forma, numero e luogo nei diversi esem plari. In quello che abbiam
figurato, rimastone libero il mezzo, sembrano continuazione merlata del nero di sopra,
ed anco il professor Savi ne ha notati di simili. Rosso fuocato poi e il contorno del pube
e il di sotto della intiera coda non che delle zampe dal mezzo in giu. Rossi pur sono
i diti superiormente, men pero vivaci: puntinati di nero sono gli esterni.
L’individuo descritto misurava pollici tre, linee otto, la lunghezza del capo linee
cinque e mezzo; la sua larghezza essendo quasi di quattro, e l’altezza poco meno di
due. Il tronco era lungo undici linee e mezzo; la coda pollici due e tre linee; cias*
cuno degli arti linee sei; una linea e mezzo le piu lunghe dita.
Non sappiamo circoscrivere i luoghi abitati da questa Salamandrina. Incontrolla il
Savi in piu monti e poggi di sue provincie native, e coneluse che dimori in tutto l’Apen-
nino Toscano. Noi la riscontrammo alle falde del Monte Laziale, e l’avemmo dagli Apen-
nini di Ascoli come b detto in principio. Lacepede ebbela certamente,, come vedemmo,
dalle fauci del Vesuvio. Quindi siam quasi per non dubitare che viva in ogni nostra-
montuosa regione che abbia sgorghi d’acqua e folte ombre, nelle quali si nasconde per
tutto il tempo che dura il gran caldo.
Applicasi a generare sul fine di primavera, einpiendosi le feminine di molte uova
nerastre della grossezza di un seme di miglio. 11 piu volte lodato professor Savi amo
specularne il parto, ma dalle sue gravide Salamandrine pietosamente conservate non fu
gratificato al pari del cbu Schreibers; che o morirono pregne, o fecero tale aborto di
lor fetura che sgontiatesi non ne rimase alcun ombra.
I contadini la dicono TarantolinOj e la paventano con l ’antico pregiudizio attri-
buendole la mortalita degli armenti che l ’abbian mangiata. Il Professore suddetto la
die in pasto a conigli, a galli, a gatti, a tacchine, che in salute non soffersero il mini-
mo detrimento. I piccoli denti suoi non sono atti a mordere n& a pungere. Manca per*
fino dell’acre umor latteo che trasudano le Salamandre a cinque dita.
GEOTRITOIN FUSCUS
G E O T R I T O N E D E L SAVI
g e o t r i t o n fuscus lituris subrubentibus evanidisj subtus cinereus punctis albis minutissi-
mis: cauda corpore parum breviore: digitis depressiusculis subpalmatis.
salamandre fuscA, Gesn. Quadr. Ovip. I I . p. 82. Aldrov. Quadr. Dig. Ovip. lib, i. p. 640. Laup.Syn.
Rept. p. Ip.sp. 5a. Bonnat. in Tabl. Ene. Erp.p. 65. sp. 10.
lacerta salamandre var. y . Gmel. Sy st, N a l.I .p .1067. sp.tfl.
SALAMANDRE SA v il, Gosse. Cuv. E'egn. Anim. 3. ed. I I . p .liS .
SALAMANDRE BRUNE, Bcmriat. loco citalO,
I nostri Geotriton i sono molto più affini a’ Tritoni ehe alle Salamandre, percio
noi li considerammo finora suddivisione di essi. Spettano a questo nostro genere i molti
Salamandridi americani in Salamandra e Triton capriccicsamente ripartiti, varii tutta-
via fra loro di forme non ancora caratterizzate. Di tutte pero le specie conosciute la-
sciasi la presente perfettamente isolare pel singolar carattere de’piedi palmati tanto no-
tabile in animali terrestri, e raro perfino a trovarsi ne’più aquatici fra i Tritoni.
II Gesnero, corne parecchi ripetono, incontro sulle alpi una Salamandra terrestre,
tutta fosca, di coda corta, che dal Laurenti registrasi come specie sotto il nome di Salamandra
fuscdj e solo da chi non la conobbe fu confusa coll’ atra. Più vaghi noi sempre
di richiamare in vita una specie antica mandata in oblio che di accettarne o stabilirne
una nuova, riferiamo a quella il presente italiano Geotriton; al che c’ invita eziandio il
desiderio di seguire il Laurenti, che nel denominare i Salamandridi abbiamo osservato
fin’ ora. E giacchè il necessario traslocamento da Salamandra in Geotriton pur troppo ci
costringe a contradistinguere col nobis il nome qualunque esso siasi di questa interessante
specie, non crediamo di far grande torto a chi ne’ tempi moderni la riprodusse,
il cui merito non iscema punto per queslo. A bandire poi qualunque scrupolo con-
tribuisce la circostanza che malgrado assidue ricerche non abbiam potuto rintracciare
il quando nè il dove la pubblicàsse il Signor Gosse sotto il nome del professor Savi.
Nè in cio ci ha potuto ajutare lo stesso cattedratico Pisano, il quale pero ci è stato largo
di esemplari, e liberalissimo come altre volte di lumi piu valutabili assai di una materiale
reminiscenza. Trovavala nelle alpi Apuane presso Seravezza, lungo le sponde del
Frigido presso Massa, e nelle grotte delle cave di Carrara. Noi l’abbiam ricevuta dai
monti Ascolani, da quei della Sambuca vicino a’ bagni della Porretta, e da altri luoghi
dell’Apennino, corne altresi dalla Sardegna per cortesia del dotto professor Genè.
Mediante la gentilezza di questo medesimo Professore fummo solleciti di fare am*
menda nella Biblioteca Italiana di alcuni errori occorsi in questa opera ; tra i quali è
quello dell’ Hemidactylus verruculatus che a torto denominammo H. triedrus. Che se i
naturalisti francesi avesser cura di leggere ciö che si pubblica in Italia sul fatto di loro