Il colore generale del dorso è un castagno olivastro, ben brunito e lucido, ehe
inclina al yerde più o meno scuro in alcuni esemplari, ed in altri piega al rossastro.
Il dorso unitamente ai fianchi ed alla coda si vede seminato di spessissime macchie
nere rotonde, le quali avendo quasi tutte nel mezzo un tratto longitudinale bianco,
furono chiamate ocelli: queste macchie si vedono senz’ordine alcuno sulla parte anteriore,
ma verso la coda si dispongono in liste trasversali. Corrono ordinariamente lungo
il a ti del dorso dell’animale due fasce longitudinali parallele; bianco-giallastra è l ’interna
costituita da un doppio ordine di macchiuzze prodotte da minute scaglie più
chiare; l ’altra esterna poi si vede pezzata di grandi macchie nere irregolari sparse di
bianco. La lingua è di color carneo, nera soltanto yerso la biforcazione del suo apice.
Tutta la parte inferiore dell’animale è bianco-giallastra. Pei colori il gioyane non dif-
ferisce dall’adulto, nè il maschio dalla femmina.
L’esemplare ehe abbiamo sott’ occhio, è de più grandi fra gli adulti: la sua lun-
ghezza giunge a poliici otto e mezzo, tre de’quali appartengono alla coda. 11 capo
dalla punta del muso sino all’ orecchio ayanza in lunghezza otto linee, e non arriya a
sei nella maggior larghezza. Il corpo è largo posteriormente circa otto linee equiyalendo
alla lunghezza del capo: la circonferenza dove maggiormente s’ingrossa l’animale gira
per due poliici circâ. Le zampe anteriori sono lunghe otto linee ; le posteriori giungono
ad un pollice: quattro linee di esso si riferiscono al quarto dito più lungo ehe gli altri.
Un esemplare ehe abbiam con altri molli ricevuto di Sicilia ne mostra singolar
varietà di colori, perché la parte superiore del corpo si présenta a fondo scuro fram-
misto di rosso di maltone : dalle tempia fino alla coda corrono lateralmente due liste
parallele di colore molto simile a quello dell’addome, mal terminate ai margini; dove
si yedono disposte longitudinalmente ed a qualche distanza fra loro talune macchie
nere ehe nel margine esterno si ràwisano più numerose, confuse, e riayyicinate, onde
assai scuri ne appajôno i fianchi dell’ animale. Quindi yiene un color rossastro isolato
La le parti superiore ed inferiore del corpo, essendo la seconda uniforme, corne all’or-
dinario, ma di color pallido di oliva, eccettuata la coda ehe si cangia in rossigno.
Il capo poi è quasi tutto nerastro sulla parte superiore: gli scudetti labial i alternati-
yamente a color bruno, e yerdognolo : la mascella -inferiore a leggiera tinta di rossigno.
L’individuo cosi anomalo riguardo a’colori diede prove straordinarissime di vitalità
più tenace anco di quella che generalmente si rileva nella sua famiglia ; giaechè visse
quasi due anni senza cibo di sorta, morendo quindi in uno stato indicibile d’inedia,
e di estenuazione, divenuto quasi diafano, e la pelle a guisa di un sacco.
Questo grazioso Rettile abitatore dell’ isola di Cipro e dell’ Egitto abbonda in Sardegna,
ove è conosciuto sotto il nome di T ilig u g u o T ilin g o n ij ed anche in Sicilia o.ye
lo chiamano T i r o : ma non crediamo ehe abiti alcuna parte dell’Italia continentale,.
Le circostanze del suo colore, e delle macchie ehe abbiamo descritto, farebbonlo no-
tare certamente anche al volgo se egli vivessë in altre contrade, tanto -più ehe lenti
sono i di lui movimenti, non sottraendosi da suoi i'nsidiatori con lunga e .rapida fuga,
ma ricovrandosi al più ne’luoghi reconditi. Là dove abbonda in Sicilia o in Sardegna,
non si solleva sasso, (siccorne fauno gli Entomologi o gli altri raccoglitori ) senza tro-
varne alcunû appiattato. Parecchie dozzine ne abbiam lasciate a lor balia nel recinto
di nostra villa senz'à mai più rivederne alcuno. Fugge l’acqua ed anche 1’ umido essendo
affatto terrestre; tirante al secco corne il suo affine lo Scinco decantato con célébrité
nell’antica arte medica superstiziosa assai più ehe scientifica.
SEPS CHALCIDES
L U S C E N G O L A F I E N A R O L A
seps capitis scutellis inaequalibus : cauda corpore vix longiore.
a. lineata. Cupro-cinerea., lineis longitudinalibus fiiscis utrinque duabuSj subtus plumbea.
b. concolor. Cupro-virescenSj lineis nulliSj subtus plumbea.
lagertA CHALGiDEs, Lin n .S .Na t.I.p . 36 9 .sp.4 1 . Gm.S.Nat.I.p.io’jB.spfii. Show,G.Zool.lII.p.3o5. tab.S.].
CHALCIDES ViTTATUS, Bonnal. in Tail. Enc. Erpet. p. 66. sp, 1. tab. 12. fig. 3.
ÇHAMÆSAURA ch ALOIS, Schneid. Hist. Amph. II. p. 287.
CHALCIDES seps , Latr. Sept. II. p. 8a. cum fig.
seps tridactylus, Daud. Kept. IV. p. 333, tab. 5j.
reps chalcidica, Merr. Syst. Amph. p. j5. sp. 1. Hissa, Hist. Nat. III. p. 88. sp. i3,
seps æqcalis? Gray, Synops. Gen. Rept.p. 10.
zygnis CHALCIDICA, Filz. Verz. Mus. Wien, in N. Class. Kept.p. 53. sp. 2.
seps CHALCIDES, Cuv. Règn.Anirn. II.p.55. Id. Ibid. 2. ed .II. p.64. Wagi. Syst. Amph.gen. 75.p. 160.
seps qüadriliheatà , Metaxà fil. Mem. Zool-Med.p. Si.
.seps concolor, Metaxà fil. Mem. ZooLMed. p, 32.
cæcilia major, Imperato, Hist. Nat.p. 899. cum fig. inp. 917.
seps, lacerta chalcidica seu chalcides, Columna, in Ecphras.I. p. 35. tab-TXlvi.
LACerta chalcidica , Aldrov. Quadr. Digit. Ovip. lib. i. cap. -vii. p. 637. cum fig. in p. 638.
seps seu lacerta chalcidica, Ray, Syn. Quadr.p. 272.
chalcides tridactyla Golumnae, Laurent. Syn. Rept. p. 64. sp. 114.
SCINCOS pejlilms krevissimis pentaclactylislunguiculalia, cauda Iruncoque longissimis cylindraceisî Gronov. Zooph.p.43.
GICIGNA, Celli, Anf. Sard. III.p. 2 8 . cum fig.
seps , Daubent. Diet. Erpet. in Enc.Meth. Hist. Nat. III. p.671, Laccp. Quadr. Ovip.p.t\33. tab. 3i .
cbalcidatrige zygnis, Fit», loco citato.
J^V.bbiamo non ha guari veduto all’ articolo del Gongylus ocellatus in che consi-
-stano i caratteri principali della nostra sottofamiglia A n g u in a . Rammenta il lettore che
a differenza degli S c in c in ij i quali hanno il corpo fusiforme, tutti i Sauri da noi rac-
colti sotto il titolo di A n g u in i lo hanno cilîndrico serpentiforme. Le due paja di piedi
quando esistono s’allontanano tra loro quanto più si prolunga il corpo dell’animale:
i quali piedi sono anche più piccoli che negli S c in c in ij e tanto deboli che la presenza
0 assenza loro parziale ed ancora totale nei diversi generi non è di veruna importanza.
Dodici sono i gruppi che compongono la nostra sottofamiglia degli A n g u in i: i. H e -
miergisj Wagl. (T rid a c ty lu S j Peron), con quattro piedi tridattili, i posteriori de’quali
hanno inuguali le dita. 2. PeromeliSj Wagl. (TetradactyluSj Peron), con quattro piedi
tetradattili, eoi posteriori anch’esso a dita inuguali. 3. SepSj Merr. con quattro piedi
tridattili, le cui dita sono presso che uguali; fornito di palpebre e di fori auricolari.
4. S a ip h o sj Gray, con quattro piedi tridattili; fornito di palpebre; privo di fori aurh
colari. 5. L e r is ta j Bell, con quattro piedi, gli anteriori didattili, tridattili i posteriori:
niuna palpebra; niun foro auricolare. 6. Chamaesaura Fitz. (Monodactylus? Merr.), con