PODARCIS MURALIS.
acuminati, appena reclinati ; gli altri dritti con la corona quasi rettamente troncata, un
poco compressa, unilobati anteriormente: i mandibolari ventidue per parte; i tre o
quattro anteriori più corti dei seguenti, dritti, piuttosto acuti; gli altri uguali fra loro e
in tutto simili per la forma e per la grandezza ai mascellari.
Le varie specie poi giova ripartire in sezioni secondocbè la piastra frontale sia svir
luppata e quasi di ugual larghezza alle due estremità, come accade sempre nel genere
Lacerta* ovvero sia poco sviluppata, e quasi il doppio ristretta all’ indietro; secondo-
ehè il collare sia compiuto, come in quelle, ovvero libero ai soli lati, confondendosi nel
mezzo per un tratto più. o meno esteso con le squame del petto; finalmente secondocbè
Ie lamelle dell’addome sien quadrate Ovvero romboidali.
La Lacerta velox di Pallas ven ga, come europea, in esempio di quell a sezione in cuû
la piastra frontale è considerevolmente ristretta all’indietro, il collare intèrrotto, e le lamelle
addominali di forma parabolica.
La specie che è argomento del presente articolo entra al contrario in quella sezione
che si distingue per la piastra frontale di ugual larghezza da per tutto, per il collare
compiuto, per le lamelle di forma quadrata.
Che se le specie di Rettili vanno soggette a variazioni di tinte, questa è quella dei
tanto variopinti Lacertini che più di tutti le muta; Usurpa essa per cosi dire ogni altra
livrea delle specie affini, e moite altre ne assume sue proprie. Dal nero morato la vedi
trapassar nel verde, nel grigio, nel cenerognolo, nel rossastro, e subire via via le più
lievi quasi insensibili gradazioni nel fondo, come altresi macchiarsi a strisce, a rotelle, a
stelle, ad ocelli; linearsi, punteggiarsi, tessellarsi e vermicolarsi in diverso modo. Muta
di colore eziandio nelle singole parti meschiando il dipinto quasi a capriccio: cosi alcu-
ne Lucerlole murali hanno bianca la pancia, altre verdina, altre nera, altre scaccata di
bianco e nero, altre color di rosa o mattone. Nè raggi solari rifratti dal prisma, nè tavo-
lozze di pittori han tante e si diverse generazioni di tinte quante la murale ne assume.
Pereio noi! le sole varietà o per meglio dire scherzi più rilevanti abbiamo fatto in una
tavola rappresentare: ed in altra volemmo efEgiati due esemplari sieiliani notevoli per
isveltezza e leggiadria: l’una Lucertola cioè verde macchiala di nero, e rossa lungo il
ventre; l’altra verde anch’ essa ma immacolata con sole liste più chiare sul dorso, e con
la pancia bianco-verdognola : senza dire che in quell’isola ve ne ha pure di macchiate
al disopra, bianche al di sotto; ed altre verdi soltanto con la parte sottana totalmente
rossa. Ora chi singolarmente guardasse tutti gli esemplari delle nostre tavole lacertine
come suol dirsi alla spicciolata, facilmente direbbe essere di tante diverse specie ; ma
chi con qualche studio le osservi e le paragoni, vedrà svanire Je differenze, ed esser Je
sicule Lucertole non meno simili tra loro che specificamente identiche con le nostre.
La forma delle nostrali tozzotta e piuttosto grossolana rimpetto aile sicule rappre-r
sentasi pertanto in una tavola separata, ed in tre diverse figure: Puna di ventre bianco
perlato, quai’ è la più owia, Paîtra di nero, la terza di rosso. E per dimostrare che
tali varietà non vengono inferite loro dal tempo, abbiamo aggiunto a quella bianca e
a quella nera sul ventre, che sono le più comuni tra noi, i figliuolini appena sbucciati
dall’uovo, che ben dichiarano assumer que’colori fin dalla nascita. Notisi a questo luogo
che la nostrale dal ventre rosso non è affatto quella delle valli siciliane, e solo trovasi
negli ardui monti di terra ferma.
Parlano abbastanza nelle nostre tavole i relativi colori del dorso e del ventre che or-
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dinariamente coincidono in queste quanto varie altrettanto simili Lucertole, perciè è
soverchio il descriverle colP inchiostro : tanto più che si stabili non sono essi in quelle
tinte da rinvenirsi costantemente di tal fatta: e s’incontrano esemplari che avvicen-
dano queste e quelle or nella pancia, or nella schiena; e le fondono e le trasfondono
in tutti i possibili passaggi secondo piace a natura, ehe de’Lacertini, e principalmente
di queste murali sembra che faccia piacevolissimo divertimento. Tuttavolta diciamo che
la Lucertola de’monti a pancia rossa non tende al verde, e non porta macchie decise,ma
suale avéré il dorso terreo mareggiato di hiancastro. La più comune a pancia bianca suol
tingersi di verde più o men bello, ed ornarsi di fasce e macchie di nero intenso assai
ben definite, non che di ocelli turchini sotto la gola e aile estremità delle lamelle lungo
i fianchi. Quella a pancia nera, a scaccata, per dir meglio, di nero, mostrasi general-
mente nera anche sul dorso con macchiuzze irregolari verdi, biancastre, o color d’oro.
Anco. dalle forme, dagli usi, e dalle abitudini potriano talune sembrare diverse dalle
altre. La nostra nigriventriSj a cagion d’esempio, ha la coda ordinariamenle più lunga
della comune: le dita de’ piedi posteriori eziandio ha più lunghe e più disuguali. Suol
comparire fin dal Febbrajo, abita ordinariamenle ne’ ciocchi degli alberi, tende aile
boscaglie ; rnentre quell’altra è più tardiva a sbucare da’mûri, e si solazza in campo
aperto. Che più? Le figliuolanze si dell’una come dell’altra sogliono aver macchie più
minute, e meglio cirçoscritte delle adulte, ma quando credi vederle simili nel resto al
padre ed alla madré, le scorgi più tra loro. differenti che non da quelle d’una diversa
covata; e cosi di pelle in pelle cangiando, pria della quai funzione sogliono divenir
luride, mutano si fattamente che più non riconosci la razza nè quali fossero il giorno
innanzi;' rnentre dalla stessa mutabilità prendi argomento, che quanlunque si varie,
siano sempre le stesse.
In qualunque siasi varietà le piastre cefaliche sono essenzialmente simili a quelle
della L^ agilis* la piastra frontale appena ristretta all’indietro è assai più larga dell’occipitale,
1’interparietale è terminata anteriormente da un angolo poeo sporgente nei gio-
yani, da una punta ottusa nei vecchj ; de? squame pero delle tempia, oltre essere pic-
colissime e granulöse,, hanno di più certo segno specifico, tutto lor proprio, o che non
s’incontra ehe in alcune specie affinissime ed anco incostantemente; una cioè di esse
squame temporali, centrale fra le piecole e talor duplicata, ha forma di piastra circo-
lare, e costituisce il disco mas&eterico di Milne Edwards..
La lunghezza ordinaria di questa Lucertola, ehe per la sveltezza tiene il giusto mezzo
fra la Lacerta ocellata e la Lacerta viridis> b di selte pollici, ma gli esemplari maggiori
giungono fino a nove, corne si pu à rilevare dalla tavola. La celata del pileo forma la
duodecima parte di tutto il Rettile essendo contenuta tre volte nel tronco quasi qua-
drilatero, e otto nella coda che di quadrato passa ben toste in cilindrico, ed è lunga,
sottile, e fragilissima. 11 capo è quadrilatero anch’esso alla base, del resto piuttosto as-
soltigliato, col musa depresso e alquanto acuto: il pileo è un poco convesso, e le piastre
palpebrali s’inalzano al disopra del suo livello: la mascella inferiore è talmente incli-
nata che la sua faocia esterna è quasi orizontale al dîsotto. Cinque sono le piastre solto-
mascellari per ciascuna banda. Il collare per tutto il sue semicerchio è libero da qualunque
aderenza col petto, nè vedesi merlato lungo il margine, che al contrario riesce
continuo perché quadrate all’ apice sono le nove o undici squame che lo compongono,
la media delle quali è quasi doppia delle altre. Piccole, lisce, e graniformi sono le