nè v ’è nécessité di ricorrere all’appellazione Triturus inventata dal Rafinesque, o al
vocabolo teutonico Molge proposto dal Merrem. Un terzo genere finalmente sarà d’uopo
ammettere per quanto sembra nella famiglia Salarrtandridae per quel Batrachio di Spa-
gna, cui il Dottor Michaelles di Norimberga destinö il nome di PleurodeleSj ed il quale
è segnalato per avere uno scbeletro più completo, e Ie costole più sviluppate chë in ogni
altro animale del suo Ordine.
Una particolarità trascurâta dalla maggior parte degli autori nella descrizione delle
Salamandridae è quella delle due verruche plantari e palmari, èhe si veggono in moite
specie di questa famiglia, e che, collocate una di quà 1’altra di là presso la base delle
dita esteriori, potrebbero considerarsi come rudimenti d’un sesto e d’un settimo dito.
La presenza o 1’assenza di questi organi patra forse un giorno servire di carattere
per qualche gruppo secondario. Per Ie osseryazioni da noi fatte finora, esse sono sem-
pre yisibili nelle specie Europee di Tritoni, mentre mancano affatto in quelle delTAmerica
e in tutte le yere Salamandre. L’iride degli occbi di tutt’i Tritoni è dorata, nelle
Salamandre inyece tutto 1’occhio è d’un nero uniforme. Mèntre queste sono affatto
mutole, quelli mandano fuori talvolta, un suono lamenteyole e fioco.
Nella primavera ï maschi d’ alcune specie di Tritoni assumono creste ed altri orna-
menti, che in appresso si obliterano. Le femmine sono umversalmente più grandi.
Questi Animali non si troyano mai accoppiati : allorchè yiene il tempo della riproduzione
e quando appunto Ie uoya contenute nelle ovaje della femmdna sono mature, e s’awiano
per gli ovidutti, il maschio incomincia ad awicinarsele affine d’adempire 1’atto gene-
ratiyo. Per lungo tempo la perseguita aggirandosele intorno, applicando il muso al suó
muso, agitando rapidamente la coda, e battendo con questa i fianchi della sua compagna.
Dapprima essa mostra di sfuggire gl’inyiti, ma finalmente quasi yinta da quelle sue insistent!
carezze si posa sul fan go. Il maschio allora se le ferma accanto, e sparge nell’acqua
una copiosa genitura, la quale cosi diluita pénétra nell’ano della femmina, e féconda le
uoya più vicine âll’uscita. L effasione della sperma si ripete più volte di segnito, e tosto
la femmina prova il bisogno di sgravarsi, e-va a deporre le Uoya sopra le foglie di qualche
pianta palustre sommersa almeno in parte. Coi piedi di dietro, nell’atto che si sgrava,
essa ripiega e stringe'la foglia in guisa da formame un seno che riceve lé uova, e siccome
queste sono awolte in una sostanza yiscosa la piega della foglia rimane conglutinata, e
il contenuto non. è più soggètto a disperdersi. Le uova sono disposte senza regola ad una
ad una, a due a due, a quattro a quattro, ma non in maggior numero, second© il modo
d’alcuni Insetti; cosa osservata or sono più di vent’anni dal Bechstein, confermata dalle
osservazioni del dotto Professor Rusconi nel suo bello scritto sugli Jmori délie Salamandre
aquatiche, e 'dimostrata dalla quotidiana esperienza. Quindi singannano coloro che
insieme col Cuvier pretendono che i Tritoni depongano uova numerose ordinate in lun-
ghe file moniliformi, ed è yerosimile ch’essi abbiano preso per uova di Tritoni quelle dei
Ranocchi. Dopo due settimane circa sbucciano Ie larve dei Tritoni e dal principio sono
poco sviluppate, anzi mancanti di zampe; queste perö compariscono tosto, spuntando
Ie anterior! prima, Ie posteriori dopo. Nel primo periode di vita, e mentre la bocca
è ancor chiusa, queste larve presentano innanzi Ie branchie da ambedue i lati un cor-
done carrioso mediante il quale aderiscono all’erbe aquatiche. Le branchie si conser-
vano maggiore 6 minor tempo secondo le varie specie, ma a tenore della nostra os-
servazione più a lungo in quelle che hanno la coda maggiormente compressa. Allorchè
linvemo sorprende gli animali di cui parliamo prima che siensi obliterate le loro
branchie, essi le conservano fino alla primavera seguente, senza cessar di crescere.
Un Tritone in questo stato porse al Laurenti l’occasione di descrivere il suo Proteus
tritonius. I Tritoni, niente meno che le Salamandre, tosto che *hanno atteso all’opera
della generazione escono dall’acqua, e si ritirano in luoghi umidi, ombrosi, o alpestri:
crescendo il calore della stagione, sogliono appiatlarsi fra la corteccia e il tronco degli al-
beri semi-putridi e nelle buche sotterranee, ove si riuniscono in numerose brigate, e
d’opde non escono se non dopo le pioggie autunnäli. Finchè restano appiattate la lor
coda è rawolta a spira.
Fra le specie del genere Triton quelle che più si dilettano dell’acqua, che vi pas-
sano quasi tutta la vita, e vi nuotano con maggiore agilità sogliono avere la coda più
compressa delle altre; nè cio deve sembrare maraviglioso, perché questa è la confor-
mazione più adatta all’uffizio del remigare. Esse sono poi le più agili di tutte anche cam-
minando fuori dell’acqua. Noi le consideriamo corne costituenti un gruppo o sotto^e-
nere, cui diamo più particolarmente il nome di Triton. Le altre che hanno la coda terete,
almeno alla radice, che sogliono esser terrestri, meno agili, e in tutto più simili aile
Salamandre, costituiscorio per noi un’altro gruppo, che denominiamo Geotriton. Tali grup-
pi pero, bisogna pur dirlo, non sono definiti in maniera da escludere ogni ambiguité-;
perche, come abbiamo avuto occasione di far riotare, da specie a specie il compresso
della coda puo passare insensibilmente nel terete. Infatti il Triton carnifex del quale
sotto il Ni* 3 diamo la figura nella stéssa tavola, in cui. ai N.* i e 2 è rappresentato il
Triton cristatusj benchè da noi considerato corne vero Tritonj puo dirsi ehe in questo
rispetto stia quasi fira due.
L Italia armovera finora quattro specie appartenenti al nostro gruppo Triton genuino,
e fra queste è il Triton cristatus argomento principale del presente articolo. Poche altre
se ne contano in Europa: assai più numerose sono quelle dell’America settentrionale,
ed è verosimile che se ne rinverranno successivamente più altre in quelle regioni del
globo in cui non sogliono risiedere naturalisti, e ehe sotto questo rispetto puo dirsi
non sieno state punto esplorate fino a questo giorno. Del resto parlando in generale
le Salamandridae sono state studiate con poca accuratezza, e non sono sempre sufficient!
quelle descrizioni di esse, che si rinvengono presso gli autori. Quindi non è cosa age-
vole il determinare le stesse specie nostrali, tanto più che alcuni di questi esseri, e
sopratutto i Tritoni, sono soggetti a grandi variazioni di forme e di colori secondo i
sessi, l ’età e le stagioni.
Il Triton cristatus è lungo circa cinque pollici, e poco meno di tre dalTestremità
del muso fino ail*origine della coda: il capo non è distinto per nulla dal tronco: il
corpo è grosso mezzo pollice, terete, non ventricoso, corrugato e coperto di piccole ver-
ruche molli: egli è fosco di sopra, con macchie tonde più nere: la gola è fosca, tutta
coperta di macchiette nere e di punti granulosi bianchi; alcuni di questi punti bian-
chi si veggono sparsi sui lati : il petto e l ’addome sono d’un color rancio con grandi
macchie quasi rotonde d’un nero ceruleo, alcune delle quali confluiscono irregolar-
niente. La coda lunga due pollici e due linee, un quarto meno del resto delTanimale,
è compressa fin dalla base, a due tagli, coli’inferiore più dritto, il superiore più ar-
çuato; essa è leggermente verrucosa alla radice, del resto affatlo liscia, quasi diafana,
tutta di colore fosco, con due file longitudinali di punti nerastri. Le zampe sono
4 °*