LACERTA OGELLATA.
tomate di nero: quindi accade vedervi più linee, alcune nere, ed altre verdastre in-
termesse ed intersecate a zig-zag irregolannente tra loro ; non che molti punti di siffatti
colori. Nondimeno tre o quattro di quelle fasce si prolungano sui fianchi e yi circo-
scriyono fino ad un triplice ordine di sette ed anco di otto rotonde rnacchie turchine.
Nell’ intern o degli arti e specialmente de’posteriori si scorgono altre fasce pur esse ne-
rastre e seminate di macchie yerdi-chiare, marginate per lo più di nero, con un gran
punto anch’esso nero nel centro. La coda al disopra è tempestata di nero e di gialla-
stro sopra un fondo yerde. II di sotto del corpo è tin to di un yerde turehinastro che
sbiadisce alcun poco yerso la gola, la quale frequentemente si yede macchiata di yerde
tirante al giallo. L’ iride è color di arancio pallido. Le unghie sono nerastre.
I giovani differiscono dagli adulti p e rle vive macchie gialle del dorso, per avere
più sbiadato il yerde ed il turchino delle macchie laterali, e bianco verdastro il di-
sotto del capo e degli arti. II capo superiormente è color di bronzo. Hanno più decise
le fasce del collo, le quali quanto più van perdendo d’intensità col crescer della vita
tanto più mostrano chiaramente un punto nero nel mezzo delle dorate macchie, ed altre
macchiuzze pur nere fra gl* intervalli delle fasce stesse : hanno altronde la lingua
nera. Coll’avanzar dell’età di mano in mano che le macchie dei fianchi s’ingrandisco-
no, e si colorano più viva mente di turchino, împallidisce il bel giallo delle macchie
dorsali, le quali tuttavia si rilevano bene sulla tinta yerde del fondo fincliè l’animale
non sia perfettamente adulto. E queste macchie per lo più si vedono unite fra loro per
mezzo di alcuna linea o d’altra macchia nera, e contornate da un filo nero irregolar-
mente circolare, il quale ne riGinge un altro verdastro, sù cui si scorgono due o tre
punti neri, e qualche volta rossastri.
Vivacissime sono queste tinte allorchè di fresco abbia l’animale spogliato la sùa
epidermide : ma van perdendo di nativa lor lucentezza quanto più quell’ epoca si allon-
tana. Non sono mai pero cosi luride come ci vengono rappresentatè da taluni autori, i
quali evidentemente non osservarono esemplari freschi e vivi, ma solo cadaveri conservât!
nello spirito di vino.
Giunge questa Lacerta ad oltre due piedi di lunghezza, ed è talmente nemica del
freddo che il meno intenso la rende neghittosa e lenta, e ben tosto si seppellisce nelle
sue tane, che sotterra sa ben cavarsi a canale. Nella sua giovane età preferisce un ter-
reno leggiero, specialmente se sia alquanto sabbioso, ma quando è adulta si ferma dove
è più duro il suolo, e spesso tra gli strati di qualche roccia calcarea, o in qualche pen-
dio scosceso che riguardi al mezzo giorno. Appiattata in questi ricoveri non vien fuori
se non a primavera inoltrata dopo le congeneri: i giovani scuotono il torpore invernale
prima degli adulti, e sotto i raggi cocenti del sole riacquistano tutta la loro vivacité.
E irritabile al sommo, e sovente si vede far fronte ai cani, e talvolta anche pérse-
guitarli, slanciarsi sopra di loro, e morderli con fierezza. Soffia con gagliardia quando
è presa da colera : minaccia, e si difende poggiando il corpo sulle zampe anteriori, la
testa alzata, ed aperta la gola: ma generalmente usa questi modi allora soltanto che
venga violentemente assalita fuor di libero scampo. Poco si leva per la sua gran mole,
obliquamente erpicandosi* ed è pur necessario che le muraglie sieno scabre per ser-
virle di appoggio: si yede allora con piccoli salti andar dall’una all’altra prominenza.
Le uova che depone in numéro per solito di sette a nove sono oblunghe, ed è matura
alla generazione prima ancora del suo compiuto accrescimento.