fermo debbano essere un giorno considerati unanimemente per generi, almeno la mag-
gior parte. Ond’è che, quasi in anticipazione di una riforma necessaria, ci gode l ’animo
di poterla incominciare da esso, tanto più ehe la pupilla allungata ne permette la se-
parazione, quantunque gli altri sottogeneri di C olube r si volessero conseryar riuniti.
Caratteri di questo genere sono per noi i seguenti : Capo piccolo, ben distinto dal
tronco, alquanto depresso, anteriormente rotondato, colla mandibola più corta : denti
addensati, poco numerosi; il posteriore della mascella di sopra ricurvo non ineno degli
altri, ma molto più lungo di essi, e solcato sulla parte esterna : narici subrotonde, minute,
laterali e prossime al muso, scolpite alla commissura di due scudetti, ma nella
sostanza di un solo : occhi piccoli con la pupilla lineare-yerticale, situati lateralmente
al terzo anteriore del capo, e separati l ’uno dall’ altro da grande intervallo: piastra
del vertice campaniforme, poco più lunga ehe larga: scudetti sopracigliari piccoli nè
sporgenti affatto oltre gli occhi: un solo scudetto loreo allungato fino all’orbita: un solo
scudetto oculare anteriore mezzano, due posteriori, niuno inferiore : scudetto nasale
oblongo-quadrato : otto scudetti marginali del labro superiore, tre dei quali toccano l ’or-
bita : noye dell* inferiore : la regione temporale coperta da squame, priya di scudetti :
tronco terete, lungo, molto assottigliato yerso il capo, e regolarmente verso la coda:
squame piccole, romboidali, ottuse, tutte lisce e perfettamente piane; le esterne poi ap-
pena maggiori di quelle ehe sono sulla spina dorsale : coda piuttosto distinta dal tronco,
agsai corta, terete, assottigliantesi rapidamente, acuta. Abitudini da Serpi terragne: sog-
giorno in luoghi sassosi.
Non conosciamo finora di esso genere se non la presente specie orientale di Europa.
La particolarità anatomica del dente sospetto lo riawicina ai gruppi Psammophis*
CcelopeltiSj Ck ry sopelea> ehe con esso potriansi dire P sam m o p h in i; la pupilla da Yipera
pero non lo lascia confondere con questi nè con alcun altro Colubrino. La stessa particolarità
del dente sospetto lo riawicina ancora, come osserva Fleishmann, ai generi di
Giava, Homalopsis e Dipsas. Tutti questi ed altri pure eon loro potrebbero anzi riunirsi
insieme per formare una famiglia, la quale dal più antico e segnalato suo genere H e -
terodon dovria chiamarsi Heterodontidae.
L’ A ilu ro p h is v iva x ha il capo ovale-allungato contenuto trentadue volte nella lun-
ghezza totale della Serpe, erto due terzi della larghezza, ch’è più di metà della lun-
ghezza, spianato superiormente, alquanto incavato innanzi gli occhi, molto rotondato al-
1’apice del muso piuttosto depresso : ha la bocca fessa per tre quarti della lunghezza del
capo col taglio un poco saliente yerso l’occipite. Sessanta soli circa sono i suoi denti,
validi, acutissimi, tutti rieurvij sedici alia mascella, trenta al palato e venti alia mandibola.
La lingua è corta, rotondetta, e di biforoamento piuttosto breve: gli occhi rotondi,
sopra la metà dello squarcio della bocca, aventi in diametro men della metà dello spazio
ehe passa fra loro e fra il margine anteriore di ciaseuno e la punta del muso: lo scudetto
del vertice molto maggiore degli scudetti sopracigliari è pentagono-allungato quasi
in forma di campana : gli scudetti occipitali sono grandi, subovali, appena più stretti
posteriormente. Il tronco cilindrico col dorso appena carenato, col ventre perfettamente
arcuato, si atténua grandemente alle estremità: la coda stende meno di un settimo della
totale lunghezza: le squame del dorso sono disposte in dieciannove fila, tra le quali
sono appena più grandi quelle dei lati : le piastre addominali ascendono da 200 a 25a,
e gli scudetti sottocaudali da 4° a 60.
Il colore principale delle parti superiori è un olivognolo sordido spruzzato di mi-
nu tissimi punti neri: le piastre del capo si tingono di piccole macchie castagninej ed
una fascia dello stesso colore si estende da ciascun occhio all’angolo rispeltivo della
bocca. Vedesi sulla nuca una gran macchia cupa dello stesso castagno; e lungo il dorso
una serie di grandi macchie di ugual colore subrotonde, fiancheggiata di qua e di là da
altra serie di macchie minori. Inferiormente domina un giallastro squallido, cosperso
di piccole congreghe di minuti punti nerastri, e di singole macchie nere sul bordo
laterale degli scudi addominali. L’iride dell’ occhio è di un verde cinereo, di splendorer
dorato: la pupilla nerastra: la lingua nerastra, fosca sui lati, e con gli apici castagnini.
Lo scheletro consta di a 55 vertebre, tre delle quali appartengono al collo, 197 al tronco,
e 55 alla coda: le costole sono in numero di 394.
’ L’ esemplare da noi figurato, del quale ne abbiam yisti di assai maggiori, era lungo
due piedi e quattro pollici; noye linee soltanto appartenevano al capo, largo sei ed alto
quattro linee, quattro pollici soli alla coda: il circuito maggiore del tronco era un polic
e e nove linee. Contammo 2i5 scudi addominali e 48 paja di scudetti sottocaudali.
Accompagnamo il nostro Rettile col vero giovane Callopeltis leopardinusJ elegantissi-
ma Serpe dello stesso paese, la quale in quella età non è diversa dall’adulto, corne cre-
demmo, ma è similissima affatto. Ingannati dal numero delle piastre addominali, ugual-
mente grandissimo nel Coluber leopardinusJ ed in altra poco conosciuta specie, publicam-
mo quella invece di esso giovane. Riconosciuto ora il nostro errore, ci piace denominare
la suddetta specie Coluber M e ta x àA in ossequio del professore che primo la indicé sotto
il nome non suo di Co lu b e r trilineatus, L, Essa è propria dell’estrema punta orientale
del mezzo giorno dTtalia; e noi la illustreremo nel figurarne l’adulto appena diano
buon frutto le diligenti ricerche da noi ordinate nei contorni di Gallipoli, ove la trovo
il signor Riccioli. Bastici per ora il dire che siam dolenti di aver tratto altrui in errore,
pregando i naturalisti che non vogliano percio dubitare delle identità da noi asserite di
altre giovani Serpi con le rispettive loro adulte, mentre anzi le confermiamo, perché le
abbiam yerificate sugli stessi animali viventi seguendo le mutazioni cui van soggette
coif età. E cio dicendo, intendiam segnatamente à eW E la p h is quadrilineatus e del Callope
ltis flavescens.