LA. CERT A AGILIS.
dei nostrl animali, possiam contribuire a distruggere si fatti errori, ci spoglieremo di
una vergogna ehe amaramente ci si rinfaccia dagli stranieri.
Questa specie stabilisée il passaggio dal genere Lacerla ad altri generi Lacertini, e
principalmente al Podarcis. Somiglia alia Lacerta viridis per le piastre del capo, tra
le quali perö se ne scorge talvolta una media fra le due fronto-nasali; per le squame
temporalij per lo collare; per le lamelle addominali; per le squame preanali; e pet
altri coincident! caratteri: mentre la distinguono da quella non i colori soltanto, ma
la statura più piccola, e la maggior brevità relativa dolle zampe di dietro, che traite al-
l ’innanzi non giungono aile ascelle, e toccano appena il pugno delle anteriori. Corta
al paragone delle altre, e piuttosto grossa è la sua corporatura: il capo yoluminoso;
la cui celata è lunga la décima parte appena di tutto l ’animale, entrando tre volte e
un quarto nella lunghezza del troncô, sei volte e un quarto in quella della coda. Il
muso ha grosso, le orecchie affondate, la ristrelta piastra occipitale foggiata a trapezio;
i tubercoli del dorso grandetti alquanto squamiformi, ben carenati, esagoni anteriormente,
allungati, e quasi troncati all’indietro; più spianati quelli der fianchi, e più lar-
ghi. Porta il collare continuo e merlato; il triangolo pettorale con cinque a sette squame;
le lamelle addominali in otto serie disposte, le medie e le marginali delle quali
son di forma parabolica; e le squame onde cingesi la grossa coda turgidetta alquanto
alla base, larghette e poco acute, formanti da sessanta fino ad ottanta verticilli ; i pri-
mi dei quali non ne vantano che circa tre dozzine nella circonferenza loro. Il numero
dei pori femorali varia da dodici a quindici: gli arti son grossi e corti: le cosce compresse:
le zampe posteriori, se all’innanzi si distendano, non giungono ehe a due terzi
de’ fianchi: le anteriori, il cüï braccio sopratutto è brevissimo, arrivano appena oltre
•ail’ occhio : le dita poco nodose son cortë anche proporzionatamente.
Verde che or tende al bruno ora al turchino è il colore ehe ammantale il dorsOj
ove per lo più vedesi una sérié media di macchie lineari bianco-giallastre, ehe qualche
volta si consolidano in una netta linea, bordeggiate di altre macchie scuriccé o distinte
o continue in una o più fasce. Scorgonsi lunghesso i fianchi due o tre serie longi-
tudinali di macchiuzze giallastre, rotondate, contornate di fosco, più o meno nurne*
ïose, più o men decise, più o meno ocellate, talvolta obliterate, e riinpiazzate da semplice
sfumatura longitudinale; la serie superiore delle quali suol esser la più cospicua,
principalmente quando giace in mezzo a macchie nere, ehe assumon forme stravag-mti
sui fianchi. Le parti inferiori tingonsi di giallo pagliato fittamente seminato di punti più
t> meno scuri, ben raro essendo ehe scorgansi prive di macchie. Le zampe ordinaria-
mente si maculano di nero, o di giallo, o di ambediie insieme i colóri.
Lungo ed incerto sarebbe il descrivere i capricci della, natura nel dipingere questa
Lacerta; sulle orme vaghe de’quali gli autori stabilirono quelle tante specie ehe nella
sinonimia si regislrano. Noi diam figurato il di sopra e il di sotto di quella. combina-
zione ehe più comunemente ci è occorsa; e quanto alla varietà rrythronota^ essa non
è altro ehe la solita Lacerta, in cui il color bruno si accende straordinariamente, e si
fa rosso per tutto il dorso distaccandosi da ogni macchia.. Vedemmo alcune di queste
varietà col solo capo, altre col solo dorso, o con la sola coda rosseggiante.
La Lacerta agilis è specie settentrionale: comunemente incontrasi nell’Europa media,
raramente in Italia, ove sembra esser confinata ad alcuni distretti superiori: ne’paesi
ove abbonda preferisce abitare ne’vigneti quando vi sono.