PODARCIS MURAL».
squame tubercolari del dorso. Tutte Ie lamelle dell’addome son quasi rettangolari, e
formano sei serie longitudinal^ larghe quasi egualmente, essendo pochissimo più strette
delle altre le medie, composte ciascuna di due dozzirie di lamelle o poco più. JDodici
circa formano il triangolo del petto. Lo spazio triangolare tra Ie cosce e 1’ano è presso
ehe tutto ricoperto da una grande squama media circondata da altre' simmetriche. Le
squame finalmente della coda sono lunghe, strette, rettangdlari, lisce inferiormente;
e formano circa noyanta yerticilli assai pronunziati a margine continuo, meno gli Ultimi
alquanto merlati; offrono poi le dette squame la singolare particolarità ehe le due
metà divise da leggerissima caréna non sono eguali nè simmetriche. ;Circa, quaranta
di queste squame compongono il primo verticillo regolare. Varia da dieciotto a ven-
ticinque il numero dei pori femorali; e le loro due fila yeggpnsi quasi a contatto sulla
linea media del yentre, ehe separano dallo spazio preanale. Larghe e depresse sono le
cosce; le clita lunghe, sottili, e alquanto nodose. Le zampe anterior! sono tali in lun-
ghezza ehe posson giungere al pari delle narici quando si stendono a quel verso; le
posteriori giungono anco al di là dell’ascella. 11 piede, il di cui quinto dito puo giungere
al liyello del secondo, è lungo.quanto il resto dell’arto posteriore.
Mentre dunque la P o d a rc is muralis nella disposizione delle piastre cefaliche, nel
numero delle serie di, lamelle addominali, e nelle squame preanali somiglia alla L a -
c e rta a g ilis; ne differisce dall’altra parte non solo pei caratteri assegnati al genere Po~
d a r d s j le squame temporali cioè e la mancanza di denti al palato, ma per le forme
eziandio delle squame componenti il collare, delle lamelle addominali e delle squame
caudali.
Più di ogni altra specie di Lacertini deve aile unghie acùtissime in punta e ri-
curve nell’asta il facile rampicare a perpendicolo per le dritte muraglie quando non
siano tanto levigate: lacchè gli meritaya l ’antonomasia P o d a r d s dal greco. Resiste al
freddo più d’ogni altra: percio è la prima ad uscir dalle tan,e inyernili, come è 1’ultima
ad abbandonare l’aperto. In Italia son certi luoghi ben esposti, ove totalmente
non si nasconde giaramai. Nella campagna romana suol yedersi rara e piceoletta alla
metà del Gennajo: nel colmo della state al contraria si cela nelle. sue feme, o in luoghi
freschi ed ombrosi corne il Ramarro: a mezza primayera pero troyasi in eguale ab-
bondanza in ogni regione, e tanto nella maremma, anzi sulla slessa, spiaggia del mare,
quanto nelle più alte montagne. Mordacissima è sotto il sollione, tuttayolta raramente
l ’una morde l’altra: perché piuttosto s’inseguono, e minacciose si difendono dagli orli
delle rispettiye lor tane. Annidano ne’ cayi de’ yecchi tronchi, tra le radiche degli ar-
boscelli, nelle fenditure de’mûri e de’ sassi, ove depongono oblunghe uoya; e quelle
çhe frequentano le nostre aride, sovente desolate campagne, ricoyrano, in fori scayati a
guisa di fornp nella terra o nell’ arena, in suola asciutto a pendio, lunghesso le stra-
de o le siepi. Preferiscono i luoghi abitati dall’uomo, e s’insinuano soyente nelle città
murate, ove non mancano d’insetlû Principalmente ne’yecchi mûri screpolati e sca-
brosi, e più in quelli ehe abbondano di Palatana e di Viole gialle, dimorano e pas-
seggiano in gran copia; perche ivi l’unghie s’apprendon meglio al salire, gl’insettuzzi
e le piccole lumache porgon cibo squisito; e quelle radiche e que’ cespugli, e quelle
fenditure offrono asilo comodissimo alla sospettosa vagabonda lor yita, trastullo di non
meno oziosi garzoncelli ehe si dilettano a troncar loro la coda.