nano una coda totalmente terete: hanno tereti le dita, nè mai palmate, ma disngnali
quelle de1 piedi posteriori, mentre il Geotriton ha queste ultime subeguali, tutte poi de-
presse, e qualche volta palmate quanto le hanno alcuni Tritoni.
Ne’Batrachii privi di coda (RanidaeJ la fecondazione è sempre esterna^ quantunque
siavi uno strettissimo abbracciamento lungamenle protratto fra’ due sessi, e le uova si
trovino esposte tutte insieme ad esser fecondate. Ne’ Tritoni all’ incontro la fecondazione
delle uoya già discese, egli è vero, nel canale, è sempre interna, benchè non siavi am-
plesso nè contatto di sorta, operandosi perfino a distanza, ed esse uoya escano a poco
a poco dalla femmina, disperse, e lontanedal maschio. Nelle Salamandre terrestri che
partoriscono yiyi i figli, soyerchio è il dirlo, profondamente interna è la fecondazione; ed
è manifesto ehe tutte le uoya di una stessa portata. deggiono restar fecondate ad un tempo
neir oyaja pria che nel canale s’inoltrino. Fedelissimo il maschio yiene con una sola
femmina ad abbracciamento, non ad inserzione di stelo di cui manca, sormöntandola e
cingendola strettamente co’ suoi piedi anteriori, mentre costei gli soprappone i suoi ; e
cosi ayyiticcbiati ambo Lsessi ugualissimi di forma e di colore si trascinano di comun
consenso dalla terra nell’ acqua, oye rimangono per alcune ore o riposandosi o nuotan-
do, senza ehe altro si possa scorgere di lor maritaggio fuor di un leggero annuvola-
mento dell’acqua circostante per l’aura seminale ehe yi si sparge.
La Salamandra maculosa si estende anche più di sette pollici ed un terzo di lun-;
gbezza. 11 capo schiacciato superiormente, pur leggermente conyesso, spiccante bene
dal tronco per esserne molto più ampio, occupa un settimo della lungbezza totale del-
l’animale. Gli occhi quasi rotondi e assai sporgenti all'infuori prendono quasi un quinto
del capo, distando dalla punta del muso per lo spazio di un loro diametro e mezzo;
l ’interyallo fra loro è poco più di un diametro. La bocca si sqüarcia oltre al margine
posteriore dell’occhio: subeguali sono le mascelle, essendo appena più breve la inferiore.
11 tronco composto di quattordici vertebre, dalF attaccatura del capo fino agli arti
posteriori è terete e quasi uniformemente grosso, essendo scarsamente panciuto, spia-
nato anzi alquanto al di sotto. L’ano si aprè dopo gli arti posteriori ad una distanza
poco maggiore del diametro dell’occhio, e la sua apertura consiste in un foro ellittico
lungo due volte quanto è largo. La coda sostenuta da quarantadue yertebre, misurata
dalla sua origine comprende la metà di tutto il Batrachio, escluso il capo : conica. ve-
desi alla sua base, e diviene più terete a gradi a gradi verso l’estremità, assottiglian-
tesi quanto più si awicina alla punta, oye si vede eome smussata alcun poco. Gli artr
anteriori spiccano dopo il capo ad una distanza ehe è la metà della lunghezza di esso :
la misura loro fino ail’ estremità del più lungo dito uguaglia quasi un sesto di tutto il
corpo : de’ quattro lor diti il terzo è il più lungo, prossimo per lunghezza gli è il set
condo, quindi l’esterno, essendo il primo più breve di tutti gli altri. La distanza tra
gli arti anteriori ed i posteriori è un terzo della totale lunghezza, escluso il capo: i
posteriori uguagliano gli altri, ma ne sono relativamente più pingui: dei cinque diti
di cui vanno forniti, il terzo ed il quarto uguali fra loro sono i più lunghi: a questi
succédé in lunghezza il secondo, quindi 1’ultimo ossia l’esterno; il più breve è il primo.
Turgide veggonsi le palme e le piante, e rotondati tutti i diti di ciascun piede*
Flaccido da per tutto, e liscio di pelle, quantunque superiormente tempestato di
verruche lattifere molli, è il nostro Batrachio: delle quali verruche scorgonsi bene due
fila fiancheggianti la spina dorsale per quanto è lunga, come altresi chiaramente si rav-
yisa ehe alternan di posto quelle di una linea con quelle dell’altra. Similmente sul dritto
e sul sinistro fianco tra gli arti anteriore e posteriore si vede una serie di ampie protu-
beranze, che ne’ loro interstizi facilmente dan luogo ad alcune rughe discendenti quasi
rette fino al profilo del ventre. Levigata è la parte di sotto del tronco e della coda.
Nero d’ inchiostro è il fondo di tutto il corpo al di sopra, volgente al di sotto in
turchino cupo. Tutto il nero ammanto, comprese le estremita, è pezzato di grandi mac-
chie gialle, spesso spruzzate di fosco, alcune delle quali sono rotonde, altre oblunghe
e perfino allungate ,a guisa di fasce; ma piü rade, piü o meno regolari si di forma
come di collocazione, congiungentisi anche tra loro nei diversi individui, in modo talvolta
da formar lungo il dorso due lunghi tratti continui paralleli, sempre perö piü
pallide nella parte che guarda il suolo. Le palpebre non mancano mai di una macchia
gialla piü o meno estesa sul lembo: in ambe le parti dell’ occipite si allarga una gran
pezza di simil colorè, che occupa quasi interamente le parotidi e talvolta le eccede, sul
qual giallo piü palesi veggonsi i pori delle critte. succutanee in guisa di puntini 'scuri:
anche sulla parte di sotto del detto capo si vedono alcune piccole macchie gialle disposte
intorno alia mandibola e spesso incorporate tra loro; altre sogliono ingombrare il
di sotto del collo.
Abita nei luoghi ombrosi dei monti Italiani, di quei della Francia meridionale, della
Spagna e della Turchia, nella Germania e nell’Ungheria, schiva de’ climi piü freddi e
delle maggiori altezze dei temperati: suolendo poi evitare il caldo soyerchio sceglie le
eleyazioni dei nostri paesi meridionali. Abbonda nelle vicinanze di Vienna e nella Boe-
mia, ove spesso nelle cantine si trovano galleggianti su i vasi del latte, Esce assai di rado
da’suoi cupi nascondigli preferendo sempre le ore mattutine e la temperatura umida dei
giorni pioyosi o nebbiosi. Dopo dirotta pioggia noi ne raccogliemmo piü di cento in
un giorno su nei gioghi Apuani della Garfagnana, facile essendo il posseder vivo 1’ani-
male che quantunque lo sorprendi in cammino-non ti fugge, e sembra nella sua stupi-
dita quasi desideroso di prigionia. Parecchie ne vedemmo ma non molte pero nei monti
Cimini. Gode maggiormente de’ luoghi acquitrinosi specialmente al tempo della gene-
razione; e quanti individui si veggon vagare sono quasi tutti femmine che cercano il
luogo ove sgravarsi: imperocchè in genere questo pigro e lento animale suol viyere mol-
to nascosto sotto freschi boschetti, muschi e tronchi putridi temendo la luce e sopratutto
i raggi del sole. Da sotto alle grandi Alpi abbiamo ricevuto le maggiori di mole che sono
anco a macchie piü circoscritte. Quelle Apuane ci parver minori, piü fittamente e piü
largamente pezzate di giallo. La maggiore figurata nella tavola è una stragrande della
Italia superiore, e di piü strette macchie fra quelle. Misurava sette pollici e quattro
linee di lunghezza, un pollice e una linea dei quali appartenevano al capo largo dieci
linee e mezzo, erto piü di quattro; appartenevano al tronco, che avea nove linee di
diametro, tre pollici e due linee; appartenevano alia coda tre pollici ed una linea e
mezzo. Gli arti misuravano un pollice e due linee e mezzo.
Negli esemplari piü piccoli, cioè negli Apuani, che han grandi macchie talvolta ser-
peggianti, sono appena cospicuë le protuberanze cutanee disposte in serie suil’ uno e
suil’ altro fianco tra gli arti; e tutta la pelle è generalmente piü levigata. In essi il capo
è meno ampio e piü ovale, e la coda misura due quinti della totale lunghezza, mentre
quella degli arti ne giunge ad un solo. Uno de’maggiori esemplari è lungo pollici sei: il
di lui capo misura dieci linee in lunghezza, essendo largo sette e mezzo ed alto cinque:
il tronco ha due pollici e dieci linee, la coda due pollici e quattro linee, gli arti un
pollice e due linee. Da Pietrapana appunto in quel di Serayezza viene la piccola Sala