Giustamente rîléva il Professor Géné che nel nostro Serpe è osservabile la quan-
tità grande delle piastre addominali: non è esso perô fra i Serpi d’Italia quello che
ne presenti il numéro massimo, come da noi altrove si nota. Condizioni di valor ben
più grande rendono questo rettile degnô d’âttenzione spéciale, e il Wagler lo riguarda
come tipo d’uno de’suoi generi, cui dà nome Periops. A noi giova adottare il Periops
del Wagler come suddivisione del Coluber, e lo veggiamo contradistinto a bella prima
da un carattere notabilissimo ed esclusiyo (il quale fra gli altri Colubrini si rinnova
nel genere Heterodon), quello cioè degli scudetti che cingono gli occhi si dai lati, che
inferiormente, e i quali in tutto sommano a sette, esclusa, come ben s’intende,la piastra
sopracigliare.
Ulteriormente debbono registrarsi i seguenti come caratteri del sottogenere Periops.
Capo piuttosto distinto, ôblungo-oyato, col muso alquanto schiacciato. Narici rotonde,
poste nella commessura di due scùçletti. Pupilla rotonda. Piastra del yertice configurata
corne il disegno d’una campana. Scudetti sopracigliari sporgenti innanzi agli occhi. Uno
scudetto loreo per parte, rettangolare. Dei sette scudetti oculari due anteriori, due posteriori
e tre inferiori. Noyé scudetti marginali per parte sulP uno e sull altro labbro. Re-
gione temporale tutta coperta di squame, senza scudetti. Due o tre dei denti posteriori
della mascella di sopra più lunghi dei rimanenti. Tronco quasi terete, lunghissimo.
Squame lanceolato-romboidali perfettamente piane, lisce. Goda quasi terete, lunghetta.
Abitudini da Serpi terragni. Soggiorno in luoghi sassosi.
Quantunque in considerazione dei caratteri che présenta la specie di cui ora vo-
gliam parîare fin dall’anno 1826 il Boie stabilisse il genere Haemorrhois nel giornale
intitolato IsiS j non ci è stato lecito conservare pel gruppo fin qui contemplato siffatto
nome, perche posteriormente l’autore lo trasferi ad altro gruppo., del quale jè tipo il Coluber
trabalis di Pallas.
Un’ esemplare maschile del Coluber hippocrepis di grandezza mezzana ha la lunghezza
di due piedi e otto pollici. La coda è lunga sei pollici e quattro linee, e perciô corresponde
a un quinto della lunghezza totale. La circonferenza nel punto della mag'gior grôssezza
è di un pollice e noyé linee: (del resto la lunghezza dell’animale in alcuni esem^
plari supera la misura di tre piedi), Il capo è lungo noyé linee, largo sei, spianato su-
periormente, troncato all’apice del muso. Lo scudetto del yertice è un terzo più lungo
di quel che è largo anteriormente, nel mezzo è più ristretto della metà. Gli scudetti oc-
cipitali sono quasi due yolte più lunghi che larghi. La coda è poco distinta dal tronco
alla sua origine. Le squame di tutto il dorso sono ordinate in yentisette file, le piastre
addominali sono in numéro di 238 e gli scudetti sottocaudali in numéro di 87 paja.
Il capo è di un color giallo di paglia che yerso i lati tende alla tinta ranciata, se-
gnato superiormente da più fasce trasyersali nere. Immediatamente dietro al yertice
v’ha una di tali fasce assai ampia, quasi quadrata, la quale presso agli angoli posteriori si
prolunga in due strisce che corrono all’indietro diyergendo, e s’incuryano all’ingiù per
giungeré ai lati del collo, nel quai luogo hanno termine. In alcuni esemplari la macchia
quadrata dell’ occipite or descritta si prolunga ail’ indietro anche yerso il mezzo del suo
lato posteriore, ed iyi si congiunge con una gran macchia oyato-piriforme nera, che occupa
il tratto anteriore del mezzo della cervice. Nel punto della nuca in cui ha luogo
questa riunione scorgesi spesso una picciola ajuola centrale giallastra, che ha nel mezzor
una o due macchiette nere. Da un’occhio all’altro corre superiormente un’altra fascia
COLUBER HIPPOCREPIS.
nera ben ampia, che continua anche al di sotto degli occhi e giunge quasi fino al mar-
gine della bocca. Una terza fascia pur nera ma angusta è segnata lungo il rnargine anteriore
dei due scudetti frontali posteriori. V’hanno inoltre al dinanzi di ciascuna delle
tre fasce ora dette altrettante lineole trasyersali nere, ma queste non sono sempre osser-
yabili al modo stesso, anzi talvolta sono interrotte, tal altra si distinguono appena. Gli
scudetti marginali inferiori e superiori sono giallastri con alcune delle commessure tinte
di nero. Il disotto del capo è giallastro uniformemente. II corpo in tutta la parte supe-
riore ha il fondo giallo di paglia, tendente al ranciato yerso i lati del collo. Dalla cervice
alia punta della coda havyi nel bel mezzo del dorso una serie di circa novanta grandi
macchie rotonde, ovvero ellittiche, nerastre col contorno ben definito d’un nero intenso,
separate fra loro da intervalli angusti ed uguali. Tanto a destra quanto a sinistra delle
macchie rotonde corre un’altra serie di macchie pur nere, minori, di figpra poco rego-
lare, approssimativamente romboidale. Alternano le macchie minori con le maggiori
nel lor collocamento, e.fra queste e quelle v’ ha un’interval I o di larghezza uguale a
quello che distingue le macchie grandi fra loro ; talchè, se yolesse considerarsi la tinta
nera come costituente il fondo, potrebbe dirsi che il giallo disegna su tutto il dorso una
catena regolarissima non interrolta d’ anelli circolari. Spesso lo spazio giallo che corre
fra le macchie laterali è imbrattato di fosco nel centro. Tutta la parte inferiore è bianco-
giallastra, con una serie di macchie nere rettangolari collocate presso 1’uno e 1’altro
fianco, le quali corrispondono a rincontro di quelle rotonde del mezzo del dorso. II disotto
della coda ha un colore giallastro uniforme, oppure è punteggiato di nerastro.
II giovane somiglia all’ adulto, se non che le macchie nere del dorso hanno la parte
centrale di color meno intenso, e quindi risalta maggiormente la linea che le contorna:
i lati del collo hanno il fondo piuttosto tendente al cannellino che al ranciato. L’indi-
yiduo femmineo effigiato ayeva 244 piastre addominali, e 87 paja di scudetti sottocaudali
ed era lungo tredici pollici e mezzo, dei quali la coda comprendeva due pollici e quattro
linee, per conseguenza poco più di un sesto della misura intiera.
È frequente in Sardegna e, come più altri animali che yivono in quell’isola senza
esser comuni al continente Italiano, s’incontra pure nella Spagna, nella Barberia e
nella Grecia.
Bisogna guardarsi dal confondere la specie présente col Coluber domesticus di Lin-
neo, il quale le rassomiglia bensi pei colori, ma è diverso per la conformazione, e va in-
serito in un’altro gruppo. Appartiene invece alio stesso sottogenere Periops la Couleuvre
aux raies parallèles divulgata dal Geoffroy S.t Hilaire nella grande opera francese sul-
l’Egitto e rappresentata nella figura prima della tavola ottava. Quanlo ad un grande
esemplare effigiato parimente nell’opéra sull’Egitto,. ma non illustrato da verun testo,
non possiamo asserire che si scosti realmente dal Coluber hippocrepis. Se è diyerso di
specie gli è alméno assai affine, e al certo sarà un Periops anch’esso.