base della coda. La gola è perlastra yalgente ora in ceruleo ora in rosaceo • e tutto il resto
d e ll'animale al di sotto è un grigio yerdognolo, oppure (come ordinariamente av-
viene nelle femmine) offre quel colore giallastro, e perfiu ranciato acceso, onde gli
vennero i nomi di L. Cracea e di Pyrrhagastra. non pero diligenlemente applicati, perché
non sono esclusivi nè caratteristici suoi. I giovani po.i soglion nascere nerastri al di
sopra, cenerognoli al di sotto, con una leggera ombra dei colori suddetti degli adulti.
L’esemplare che ahhiam sott'occbio è lungo cinque pollici e mezzo; de’quali ne occupa
quasi un mezzo pollice il capo, un quarto il collo, una ed un quarto il tronco,
tre e mezzo la coda ; le zampe anteriori si distendono per sette linee, le posteriori ne
misurano undid.
Non puo escludersi questa specie dalla presente opera, perché non ha duhbio che
tocchi i nostri confini sovra i monti della Svizzera Itaiiana e del Piemonte. Certo pure
è, che nelle fredde regiani settentrionali trovisi comunemente sparsa, e sia la più ovvia
delle Lucertole nella Inghilterra, ove non prima di hrevissimo tempo addietro si è distinta
dalle altre. Vive egualmente nella Scozia e nella Irlanda ; nè si desidera in Francia
nè in Germania, ed è frequente in Prussia. Abita buon tratto della Russia anche
Asiatica, e discende fino al Gaucaso. La possiede ancora la Scandinavia, unitamente ed
anzi piu abbondantemente della Lacerta Agilis di quest’opera; alla qual lacerta per-
cîô non crediamo di conservare piu oltre quel name che da questa Zooioca le si po-
tria disputare con ragione.
Ama piii i monti che la pianura, e volontieri vive ne’boschi, ave sieno alberi secchi
a piè de’ quali suol cavarsi le tane satta le foglie cadute, sollecita a ricovrarvisi per la
sua connatural timidezza : non perè le umide terre, nèd hoschetti giovani e folti abhorre
si che non li frequenti. Il suo ciho è d’ insetti, ma i Dilteri son quelli, onde più
si piace. La femmina depone verso la metà di Giugno sei o sette uova cosi mature
che in pochissimi istanti né sbucciano fuori i figliuolini perfeltamente formati. Giô che
fra i Sauri è un fenomeno nella Zootoca* come lo è nella Vipera fra i Serpenti, nella
Salamandra fra i Batrachj, fu meravigliato la prima volta dal Jacquin fiolio. tutt’ ancor
garzoncello, si revocè quindi in dubbio, venne dimenticato dappoi; ma per numerosi
e quotidiani esperimenti è ormai un fatto che nan puo cantrastarsi.
Dal signor Tschudi ci si descrive nella sua bella memoria delle Lacertae indigene
4ella Svizzera] una seconda specie probabilmente diversa, di cui la L. nigra di Wolf
sarebbe un melanismo; e da lui vien detta Zooloca Montana, perché la crede la L. Montana
dei precedenti scrittori. Nai pero ( nè siamo già i soli} non possiam credere che
quella del Mikan, cui lo Tschudi riferisce la sua, sia diversa da questa di cui abbiara
favellato.
INOTOPHOLIS FITZINGERI
SAURINA DEL FITZINGER
NOTQPBOiis uniformitev olivaceax Immaculata> suhtus cracea t squamis laterum dorsique
■ similibuSj. unic.oloribus. .* pedibus posticis. axillam usque non productilibus; unica tan-
tum squamula vel duabus. ad utrumque marginem poslicum scutelü praeanalis; cauda
plus, duplo longiöre quam corpore.
LACERTA NIGRA) Filzing. Verz. Mus. Wien. in. N. Class. Rept. p. 5a. sp. 16. nec And.
NOTHOPHOiiis fitzingeri, Wiegmann, in Herpel. Mexic. p, 10, Genét Syn. Rept. Sard.p. 12. sp. 8. tab.i. ftg.z.
lacerta FiTZiNGERi,, Duméril e, Bib.ron, Erpel. Gen. V ■ p. 194. sp. 2.
I l genere NotophoUs fu stabilité dal Wagler, il quale chiamavalo Aspistis prima
che s’accorgesse éssere stato quel nome attrihuito ad un Pesce: stabilivalo pero in gra-
zia della Lacerta Edwavdsianax non avvedendosi che colei era lo Psammodromus di
Fitzinger. Fu il Wiegmann che facendo per incidenza conoscere questa Saurina^ da
lui dedicata al Fitzinger suddetto nella Erpetologia Messicana, posela nel genere Noto-
pholis; nel quale se noi la conserviamo, cio non facciamo. già perché sia congenere
dell’ Edwardsîanax ma si perché nulla avendo di comune con quella, cui ripristiniamo
il nome di Psammodromusx possiam disporre a nostro bell’ agio del nome Notopholis, e
lo applichiamo ad un genere, cui ascriviamo quei Laaertini veriA che hanno le squame
grandi, romboidi, carenate ed imbricate, © di cui paniam tipo la presente specie.
Caratteri essenziali di questa mio Notopholis sono ancora i seguenti : Corpo sveltis-
simo; coda assai lunga, conica : palato privo di denti; quei delle mascelle dritti, al-
quanto compressi, gli anteriori semplici, i posteriori ottusamente tricuspidi. Narici late-
rali sotto l’apice del cerchio rostrale, forate in una piastrina sovrapposta ad un altra,
ambedue le quali giacciono fra la nasale e la lorea, e non offrono tumidezza alcuna.
Palpebre perfette. Collare continua. Sei sérié parallèle di piastrine addominali quasi quadrate,
plane, lisce. Pori sotto i femori. Piedi con cinque dita leggermente compresse.
Svelta di corporatura più che ogni altra del genere, giunge la nostra Saurina
quand* è perfettamente adulta 9 quattro pollici e mezzo di lunghezza, tre e più de’
quali misurano la coda, che percio distendesi oltre il doppio di tutto il resto del corpo.
La celata del pileo occupa l’undecima parte di tutto l’animale, cioè la quarta parte del
tronco ch’è piuttosto rigonfio e cilindrico, e la settima della coda, la quale è subqua-
drangolare dalla base fino ad un terzo della sua lunghezza, çilindrica nel resto, e ter-
minata in punta gracilissima. Il capo piccolo, depresso, col muso acutissimo è un terzo
più lungo di quel che sia largo. La bocca apresi molto in hasso protraendosi fin sotto
l ’angolo posteriore dell’occhio, ed è armata di piccoli, stretti, acuti denti, i quali man-
cano del tutto al palato. L’occhio è collocato perfettamente in mezzo tra la punta del
muso ed il foro auricolare, il quale è più vicino all’articolazione della spalla che alla
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