nulle. Proprio del continente d’Italia e della Sardegna non ha che il solo Geotriton f lisais
j Nob. che vive sotto i sassi, o fra i legni mezzo putrefatti. Viene dedicato ora al
Savi ora al Géné; ma lo Tschudi citando come sinonimo la Salamandra Rusconiij la
quale non è altro che il nostro EuproctuSj sembra che fosse in quel momento abbagliato.
15. Euproctus,Gêné,. (Megapternaj Savi).'. Cap© grande, depresso : occhi piccoli,
poco sporgenti : lingua ampla, schiacciata, con stretto margine libero soltanto sui lati e
posteriormente: denti mascellari grandetti, validi, ricuryi; i palatini disposti in due sérié
rette, contiguë fra le narici, divergent! a gradi verso le fauci in maniera quasi da rap-
presentare un Y : senza parotidi : cute granellosa, ma nei giovani liscia molle e porosa :
regione anale negli adulti tumida, protratta orizzontalmente in guisa di cono allungato,
con apertura rotonda, superiore, verso la base della coda: coda lunglietta, terete alia
base, quindi leggermente compressa : arti robusti, gli anteriori con quattro dita, i posteriori
con cinque; un rudimento di sesto dito nelle feminine, calcare per Gêné, gran cal-
cagno per Savi, che ne trasse il suo nome Megapterna; e tutte esse dita lunghe, sottili,
subtereti, libere: niuna verruca sotto le palme, niuna sotto le piante: costole imper-
fette, quantunque bene sviluppate e molto mobili, carattere che lo accosta ai Pleuro-
delini. Un processo esterno situa to lateralmente e posteriormente nelle ossa frontali,
forma con altro processo dell’ osso timpanico prolungato all’ innanzi, un arco eontinuo
sopra ciascuna orbita, simile quasi a quelli del Pleurodeles.
16. Triton, Laur. ( Molge, Merr. — Triturus, Raf.) Capo mediocre, rotondato, con-
vesso, alquanto spianato sul vertice : lingua mediocre, ovale, fungosa, papilliforme, ade-
rente quasi in ogni parte, libera solo ne’lati: denti delle mascelle grandetti; i palatini
numerosi, disposti in due serie quasi parallèle, leggermente divergenti presso le fauci,
convergenti ed approssimate nell’opposta estremità: senza parotidi: cute liscia, molle,
porosa, granellosa: coda compressa, lunga pressochè quanto il corpo: arti anteriori con
quattro dita, i posteriori con oinque; e tutte lunghe, e sottili, o libere, o lobate, o imper-
fettamente palmate: coste brevissime, sottili. Genere Europeo, Asiatic©, x^fricano ed
Americano, checchè altri ne abbiano detto. Tutte le di lui specie europee, siano vere,
o credute tali, son figurate in questa opera, esclusane soltanto la dubbiosissima Triton
Vittatus dell’Inghilterra, che non conosciamo affalto.
17. Xiphonura, Tschudi. Capo grande, rotondo, convesso sul vertice: lingua grande,
libera nei margini : denti palatini disposti in una linea trasversa : cute spessamente
granellosa: coda lunga, assai compressa, ensiforme: arti grandi, robusti; gli anteriori
con quattro dita, i posteriori con cinque. Ha per tipo la Salamandra Jeffersoniana, Green,
specie dell’America settentrionale, rappresentata, quantunque malissimo, nelle Contri-
buzioni del Liceo Macluriano di Filadelfia.
A ndjriadini finalmente son quelli che hanno occhi minimi senza palpebre ; una appendice
cutanea natatoria in ambi i lati del tronco; la coda depressa: i quali sono cotan
to affini ai primi generi dell’ordine degli Ichthyodij che taluni li riuniscono insieme.
E a questa sottofamiglia si ascrivono due soli generi.
1. Andrias stabilito dallo Tschudi nei célébré Salamandride fossile Homo Dilmii
testis dello Scheuchzer, suggeritane dall’Agassiz la elegante denominazione, dalla quale
noi abbiamo derivato quella della sottofamiglia.
2. Sieboldiâ introdotto da noi stessi per la Salamandra Maxima, Schlegel, scoperta
nei Giappone dal benemerito Dottor Sieboldt, cui lo Tschudi, manomessa la priorité
del nome geoerico e dello specifico, vuol chiamare Megalobatrachus Sieboldtiij nome
che noi pe’debiti riguardi al celebre viaggiatore, cui piacque di aggradire la nostra de-
dica, non possiam seguitare. Che se questo genere ha molta simiglianza col Vrotonopsis
Barton, basta la sola mancanza del foro respiratorio a respingerlo entro i confini dell Or-
dine cui appartiene. La coda inoltre del Protonopsis (Monopomat o Cryptobranchus, che
voglia dirsi) è compressa, i suoi diti posteriori sono palmati: laddove la coda del Sieboldia
è depressa, e i diti del medesimo son liberi, sebbene alquanto lobati.
Esposte per quanto abbiam potuto meglio Ie tre sottofaroiglie de’Salamandridi co generi
finora conosciuti, resta che diciamo i particolari dell’ Euproctus. Somiglia esso al
legittimo Triton piii che ad ogni altro de’fin qui accennati: ma il suo gran capo depresso,
e la mancanza delle verruche plantari lo distinguono bastantemente da quelIo;men-
tre piuttosto gli essenzialissimi caratteri anatomici lo approssimano, ai generi Pleurodeli-
ni3 ed anzi ne’suoi esemplari giovani trovasi qualche rassomiglianza con la nostra Glos-
soliga Poireti. Non fa bisogno peró di siffatte distinzioni fra i Salamandridi Italiani, perché
1’unico Geotriton è quello che il rassomiglia, come avverte benissimo il Savi, e ciö
soltanto a prima vista, imperocchè al vederlo libero in tulta la periferia della lingua,
privo di coste, e palmato ne’ piedi, niuno potrà confonderlo col nostro animale.
L'Euproctus Platycephalus giunge oltre i cinque pollici di lunghezza, più della metà
dei quali sono occupati dalla coda. Il capo, lungo quanto la metà del tronco^ e piu largo
del medesimo, è depresso, rotondato anteriormente ; le narici orbicolari sono poste ail
estremità del muso: gli occhi piccoli, appena sporgenti, obliqui, offrono hen distinte e
mobili palpebre: distano per due loro diaraetri dalla punta del muso, entrano sei volte
nella lunghezza del capo, hauno tra loro l’intervallo di un diametro e mezzo sul din-
nanzi, di due e mezzo sul di dietro: le mascelle ambedue di ugual lunghezza sono ar-
mate di lunghi denti, i superiori dei quali piü fortemente ricurvi all’indietro. Le due
serie di denti palatini scorrono parallèle per due terzi della loro lunghezza, e quindi di-
vergono, La lingua si allarga e spande in modo da riempire tutta la capacité della man-
dibola aderendo perfettamente ail’innanzi. 11 tronco convesso, s’ingrossa alquanto nei
mezzo, ed è privo affatto di cresta, che anzi mostrasi leggermente scavato da un sol-
chetto piuttosto profondo: la coda alquanto più lunga del corpo è terete alla base, quindi
compressa in modo da esser tagliente di sotto e di sopra, e prima sopra che sotto.
I piedi anteriori sono mediocri, e quando siano distesi in avanti non giungono ail estremità
del muso: dei lor quattro diti l’esterno e l’interno sono i più brevi, il terzo ecce-
dendo di poco il secondo: i posteriori più pingui giungono oltre la metà del corpo se
vengano ripiegati sottesso; il pollice è il più breve de’cinque diti, il medio il più lungo,
gli altri tre son poco disuguali fra loro: tutti poi sono brevi, quantunque ineguali, pressochè
cilindrici, ed intieramente staccati.
Il colore superiormente è un olivaceo scuro tendente piu o meno al fosco o al nero
nei diversi esemplari, indipendentemente dal sesso e dall’età, e spesso con appena visi-
bili macchie di leggero ferrigno: inferionnente è di un cinereo sordido piu o men rubi-
ginoso, sparso di punti, ovvero di macchie nereggianti, talvolta spesse e perfinp con-
fluenti, tal altra rade e molto discoste: i margini taglienti della coda vedonsi orlati di
un color di ruggine. Tutta la cute del capo, del tronco, dei fianchi e della coda rao-
strasi cospersa di verrucoline rilevate, bianche, puntiformi.
La fernmina, maggiore in dimensione che il maschio, dislinguesi a colpo docchio per