Potremmo spedirci di questo animale trapassando a’ caratteri : ma siccome dopo la
pubblicazione di quegli altri articoli sopra i S a lamandridi, ove n’esponemmo la classifi-
cazione, la Scienza fece progressi immens! Bella importante loro famiglia, contribuen-
doYi forse noi stessi, ma più assai lo Tschudi, ed il Bibron, del quale non sono ancora
pubblicati gli studj: valentissimi giovani cbe spess® all’insaputa l’un dell’altro stabi-
liano parecchi generi: non possiamo percib dispensant dal porli sotto l’occhio del
leggitore e dal tentarne la concordanza. Questa segnalatissima famiglia dunque, cbe
altri staocatala dal mio Ordine Ra n a e , persiste a credere di nn altro, in cui al contrario
comprendesi quello de’miei Ic h th y o id i, contenea soltanto cinque o sei generi
non ripartiti affetto in sottofamiglie. Ora le sottofamiglie ascendono a tre: i. Pleura-■
d e lin a : 2. S a lama n d r in a : 3 . A n d r ia d in a : le quali compongonsi de’generi cbe andiamo
ad indicare.
jPl e u r o d e l in i son quelli, ehe hanno occhi proporzionati palpebrati; son privi di cutanea
appendice al tronco ; hanno la coda terete, le coste vere. E questa sottofamiglia
comprende fin ora tre soli generi.
1. P leu ro d e le s, Michahelles, adottato dallo Tschudi e dal Bibron, e caratterizzato
assai bene dalle costole sviluppate: ha capo grande, depresso; lingua piccola subcirco-
lare, aderente in tutta la estensione della sua linea media ; due serie longitudinali di
denti palatini5 arti lunghi con dita libéré j coda lunga, svelta, compressa fin quasi dalla
base. Suo tipo, ed unica specie è finora il Pleurodeles W a ltli, Michaelles, animale pro*
prio della Spagna méridionale, del quale aggiungiam la figura co’ suoi dettagli princi-
pali,. affinchè a niuno de’ nostri Salamandridi non possa mai riferirsi.
2. B ra d y b a te s , Tschudi, del quale figuriamo altresi la specie tipica nel B ra d y b a te s
ventricosus, particolare anch’ esso alia Spagna. Le sue coste sono assai sviluppate, meno
perö del genere precedente. 11 capo è piccolo: poco numerosi sono i denti palatini:
minima la lingua, interamente affissa, e simile ad una papilla : brevi sono gli arti, a
dita libéré: la coda pure è breve, rotonda, grossa e turgida presso la base.
3 . Glossoliga, Nob. Genere ehe stabiliamo in un S a lamandride affricano confuso dal
Poiret col T r ito n palustris comune di Europa, ma distintone con buone ragioni s.olto il
nome di T r ito n P o ire ti dal signor Gervais di Parigi nella enumerazione di alcuni Am*
fibj di Barberia ehe fece di pubblica ragione. Le sue costole sono men Junghe di quelle
del Pleurode le s, ma sviluppate e mobili abbastanza per collocarlo in questa sotlofami-
glia. La sua lingua piccolissima, papillare (d’onde traemmo il nome generico) lo ras-
serabra al Bra d yb a te s, ma la sua forma svelta, i piedi allungati, la coda lunga e sottile
nol fanno tale, assimilandolo piuttosto al giovane dell’E u p r o c tu s , col quale ha pur comune
la disposizione dei denti palatini. Basta pero a diversificare i due generi la con-
formazione respettiva della lingua. Del resto ha il capo largo e depresso, la pelle verrucosa
in tutte le parti; quattro dita nei piedi anteriori, cinque ne’posteriori. Fissati cosi
i caratteri del genere, considerata la frase del signor Gervais proponiam la seguente
per la sua specie da noi chiainata Glossoliga Poireti. G l o s s o l ig a fu s c a , maculis nigrican-
tib u s ; subtus lu rid e a lb a ,fu sc o fe v ru g in e o q u e v a ria : cauda ten u i, longiore q uam corpore.
Le vertebre dorso-lombari di questo animale sono sedici, le caudali trentatre, le ultime
delle quali sono intieramente cartilaginee.
S A L A su n n iam son quelli cbe hanno occhi proporzionati, palpebrati; il tronco priyo
di appendice cutanea; la coda or terete, ora compressa, ma le coste yere non mai. Die-
dssette sono i generi di questa sottofamiglia; caratterizzando i quali ci proviamo a stabi-
lire la concordanza di cui parlamrno qui sopra. Ardua e delicata impress, a cui ummo
premurosamente invitati più volte; bnd’è che non possiam ricusare le onorevoh paru
di arbitro demandateci dagli Erpetologi soprallodati, e già da noi assume col raccom-
mandare si all’uno cbe all'altro le osserYazioni respettive, non peraneo divenute recipro-
ehe; tanto più cbe il signor Bibron ingenuamente ci communicava i suoi manoscntti, e
noi sopra essi aggiungemmo quante altre notizie andayamo raccogliendo, affinchè le cri-
brasse nel volume ch’ è per mettere a stampa della Erpetologia generale. Ci si permetta
fraltanto osservare cbe dentro il nostro articolo del G .fu s c u s trovasi il germe di quanto
desideravasi in questa sottofamiglia, leggendoYisi cbe ad esso genere spettavano i molli
Salamandridi American! capricciosamente ripartiti in Salamandre e T r ito n , varu lulla-
via f r a la ra d i fo rm e e.sprt a n g o r a c a -r a t t e r i z z a t e } , ù cbe il G .fu s c u s , umeo a con-
stituire ora il genere, isolavasi perfettamente dagli altri per avéré i piedi palmati. ra,
quantunque potrianu suonar meglio aU’oreochio i nomi da noi formati pe generi e a
lamandridi che elaborammo prima di conoscere gli altrui, tullavia b condanmamo vo-
lontieri all’oblio, dedicatici totalmente alla scelta imparziale tra que’ cbe ne dettero lo
Tschudi ed il Bibron. Tre soli ne rivendichiamo a noi: il Geolriton circoscritto corne testé
accennammo, il Molge del Merrem, ridotto a strettissimi confini, ed il Ratra ch o sep s
cbe stabiliamo di présente, corne verra esposto nella seguente enumerazione dei genen
S a lamà n d rin i. „ , ,.
1. S e ira n o ta , Barnes, ehe sostituiamo al nome di SalamandrinaJ perché quello della
sottofamiglia non conviene ad un genere, come altre volte avvisammo, tralasciando il
cercare se il detto nome S e ira n o ta gli fosse anlecedentemente dato da quell’ mfeliee naturalism
in America, nel quai caso non gli filremmo cbe giustizia: Il S e ira n o ta ba capo
angolato: occbi grandi: narioi laterali: lingua in figura di cuore allungalo, libera
lateralmente e posteriormente j denti minutissimi; i palatini numerosi, disposli in due
serie rappresentanti un Y aperto verso le fanci: senza parotidi: cute aspra di ruvide e
dense papille: coda lunga, terete: coste assai sviluppate, ma appena mobdi: quattro
dita cortè e grosse a ciascun piede, La sola specie, cbe deye c iamarsi e ir am ta p e r
spiciUata è propria dell’Italia, e già è inclusa in questa Iconografia.
2. S a iama n d ra , Laur. Capo crasso : occbi grandi: squarcio di bocca ampio: lingua
mediocre, suborbicolare, aderente interamente lungo il mezzo, libera solo ne. lati: denti
minutissimi; i palatini disposti in due lunghe serie cbe si allargano ne^ mezzo conver
sendo aile estremità: parotidi grandi, rilevate, ed altra glanduia piu picco a a ciascun
angolo della hocca: cute liscia, molle, porosa, sparsa di moite verruehe d.sposte în.dop-
pia serie lungo il dorso e la coda; una o due serie di tubercoh glandulari lungo i fian-
ebi- coda lunga, terete: arti anteriori con quattro dita, posteriori eon cinque, tutte
corte, grosse, libéré, senz’.unghie: coste poco sviluppate. Non si.conoscono cbe le tre
specie da noi figurate S . M a cu lo sa , C o rsica , ed A t r a , proprie dell antico continente,
e prohahilmente dell’Europa nostra. .
3 . M o lg e , Merr. partim, ( Pseudo-Salamandra, Tschndi). Capo crasso : occhi grandi:
squarcio della bocca ampio: lingua grande, ovale, longitudinalmente pieghettata, aderente
interamente lungo il mezzo: denti palatini disposti in lunghe serie formanti un Y
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