poi, ristretti a quelli ehe han la bocca coriacea, e g\ Hydraspidini ehe ne vanna smem-
brati perché hanno il solito becco corneo, offrono il collo soltanto versatile, e la pelvi
immobile.
Sei generi Testudinini annoveriam di presente considerando compresi nel solo Te-
studo i tre gruppi Psammobates, Geochelone e Chelonoides del Fitzinger : i. Homopus,
Dum. segnalato per i piedi tetradattili. 2. TestudoJ Wagl. cui distingue lo sterno con
dodici scudetti, inarticolato, 3. Chersus* Wagl. osservabile come abbiam detto per lo
sterno articolato posteriormente. l\. Chevsina* Gray, che ha soli undici scudetti alio sterno
inarticolato. 5. Pyxis* Bell, il cui sterno è articolato anteriormente. 6JCinjxis, Bell,
unico ad avéré il guscio superiore articolato.
II genere Chersus oltre al suddetto distintivo carattere ha lo scudetto nucale, il so*
pracaudale semplice, e la coda brevissima senza uoghia. La mobilita poi del suo sterno
è assai limitata, imperocche la porzione ricoperta dalle due ultime paja di scudetti,
quantunque non sia solidameote ingranata al resto, gli si collega bastantemente per mezzo
di un forte ligamento elastico ehe non gli permette di aprirsi a foggia di scatola, nè
abassarsi tanlo da toccare il guscio superiore, delle quai facoltà gode ampiamente il genere
Cistudo. Ed esso Chersus comprende due specie: 1. La Testudo Mauritanica figura
ta dairEdwards nelle sue spigolazioni, cui per causa di antériorité conviene il nome
Jberus datogli dal Pallas, se non quello di Zolhafa* Forskäl, troppo barbaro ed incerto;
specie non osservata mai dentro i confini europei, abbondantissima perö luugo il Mar
Caspio ed in tutte le coste di Barberia, d’onde portasi generosamente in Francia dopo la
conquista di Algeri; nota bile pel guscio propriamente ovale col margine posteriore sco-
sceso, e di colore olivaceo macchiato di nero, e pel gran tubercolo conico in ciascuna
coscia : da’ quali caratteri ci vien suggerita la seguente frase : Chersus I beeus testa
ovali simplicU convexa, lateribus rectis* margine postico praerupto, olivacea, scutis disci
fusco-maculatis; sterno olivaceo* scutis singulis macula grandi nigra : femoribus tuberculo
grandi, conico.
La frase collocata in fronte del presente articolo dénota bastantemente le differenze
che ha 1’altra specie, cioè il Marginatus* della quale parliamo. Vedesi infatti di guscio
molto più allungato col margine posteriore largo e appianato, di color giallo e nero, priva
infine del tubercolo conico nelle cosce. Abita insiem con la nostra Testuggine commu-
ne la Grecia, ove gli antichi confondevano eertamente ambedue; abita altresi le rive del
mar Caspio, l’Egitto e la Barberia, men perö abbondantemente della sua congenere men-
tovata di sopra, la quale prende nel sistema naturale il luogo di mezzo tra Tuna e l’altra
specie. La conquistano tutlo giorno dalle spiaggie orientali deH'adriatico que’Cenobiti
Italian!, cui sono ordinario cibo le Testuggini, e la prescelgono perche appresta loro più
abbondante e saporita vivanda. La alimentano quindi e la fanno moltiplicare ne’giar-
dini,-ragion per cui non dubitiamo inserirla nella Fauna Italica, tanto più che appartie-
ne a quella classe di Vertebrati ehe ci siam proposti di pienamente trattare.
11 Chersus Marginatus, il cui capo in complesso e tutte le sue parti eziandio, corn-
preso il collo, non altrimenti ehe il modo in cui si rattrae, è simile a quello della Testudo
Graeca* ha mascelle robuste, taglienti, leggermente dentellate ne’margini; quat-
tro piastre cefaliche superiori, due piastrine nasali rettangolari, situate fra l’estreraità del
muso e gli angoli anteriori degli occhi: una piastra fronto-nasale eptagona ehe occupa
tutta la superficie del capo avanti le orbite : dietro quella una frontale pentagona che ricuopre
il vertice quasi interamente; una piastrina mastoidea poligona piuttosto svilup-
pata sopra ciascuna go,ta, e le timpaniche oblunghe di figura fra il quadrilatero e il pentagone,
immediatamente sopra gli orecchi. L.’ armalura dell’ animale consiste di piastre
ossee con l’ajuola liscia, striate nel resta più o. men profondamente in ragion dell’età. Il
guscio. superiore è lungo il doppio della larghezza, che sorpassa di poco l'altezza, molto
rientrante ne’ lati, assai più largo e più schiaccialo posteriormente che anteriormente,
ove offre un leggero seno sopraslante al collo. dell’animale. Guardando poi alle diverse
modificazioni, cui va soggetta la sua curva longitudinale, la'veggiamo regolare nella
parte anteriore, scoscesa nella posteriore, ove dalla sutura superiore agli scudetti margi-
nali assume un dolce declivio fino a passar quasi in orizzontale negli esemplari vecchi.
La piastra impari anteriore, quella cioè che sovrasta il collo, è stretta, rettangolare, col
margine libero smussato. negli angoli: le due laterali ad essa, sei volte almeno. più grandi,
sono pentagone col lato anteriore largo quanto è la maggior lunghezza della piastra
medesima, ossia del lato esterno, mentre i più brevi lati, cioè quelli ehe si congiungono
alla nucale e alla prima costale, non ne inisurano ehe la metà. L’una e l’altra piastra
ehe segue da ciascun lato, le marginali cioè ehe ricuoprono le braccia, hanno soltanto
quattro lati, il posteriore dei quali è poco più della metà delF anteriore, e tutte le piastre
seguenti sono rettangolari, un buan terzo, più alte che larghe fino a quelle ehe ricuoprono
le coscie, in figura di trapezio. La piastra sopraccaudale, grande il doppio delle
sue laterali,-ha il posteriore lato assai più esteso degli altri tre, e rotondato alquanto come
quello delle due suddette, di maniera ehe l ’orlo spianato del guscio apparisce posteriormente
merlato. La prima ed ultima delle cinque piastre vertebrali sono più lunghe
ehe larghe, le altre tre sono più larghe ehe lunghe ; la prima è pentagona, ma l’angolo
prodotto dai due lati anteriori ehe sono un quarto più brevi degli altri, quello cioè ehe
attaccasi alla piastrina nucale, è tronc'ato rotondato; la seconda èesagona ed offre i quattro
suai lati costali ugualmente lunghi tra loro, e cirça la metà del posteriore ch’è
doppio dell’anteriore ; la terza è un esagono assai più regolare avendo i due lati anteriore
e posteriore uguali fra loro, e lunghi più. assai del doppio di ciascuno dei quattro
laterali; la quarta, simmetrica con la seconda, ne ha le stesse proporzioni inverse; l ’ulti-
ma è campaniforme, occupando col lato posteriore, arcuato, la base di tre piastre marginali
postico-medie, ed essendo lunga nna volta e mezzo della sua larghezza. Il primo
pajo delle piastre costali ha quattro lati, 1’inferior de’quali, cioè il marginale, è il più
esteso, e descrive la quarta parte di un circolo; il superiore, più breve un terzo dell’
anteriore, è minore della metà del posteriore. Il secondo, terzo, e quarto pajo sono qua-
drangolari, ed alquanto più alti che larghi, l’ultimo perö è un poco men grande. Il guscio
inferiore ossia sterno sporge anteriormente al pari del superiore, ma posteriormente
non oltrepassa la commissura ehe fa il disco cogli scudetti marginali, Le ali ascendono
notabilraente verso il guscio. La porzione libera anteriore è alquanto più breve della
posteriore; e questa gode di quella poca mobilità ehe abhiamo detto di sopra, lasciando
tra se ed il guscio superiore un intervallo più largo della metà della propria larghezza;
la sua forma è di un cuore inferiormente troncato, e con le orecchie molto elevate.
Le dodici piastre ehe rivestono tutto lo sterno non hanno strie concentriche ehe appa-
riscano; le due collari, cioè il primo pajo, sono le più piccole, triangolari, col margine
esterno rotondato: le addominali son le più grandi, e possono dirsi quasi quadrate: le
brachiali son trapezoidi quasi pentagone: le seguenti le superano in irregolarità, e so