poco cospicue le due spine rivolte all’indietro collocate innanzi all’ano, che s’apre avanti
ail’ origine delle pettorali in quel brevissimo spazio che lascian fra loro le ventrali e
l ’anale. Questa comincia sotto il lembo estremo dell’opercolo, e giunge fino all’intesta-
tura della caudale, la quale è fortemente rotondata, e misura un sesto della lunghezza
vdel corpo.
Il fondo dalla parte degli occhi è un cinereo-carneo annebbiato di fosco, più den-
samente per6 verso i profîli del dorso e del yentre, e tutto marmorato di punteggia-
ture e yenature nerastre. Dall’ altra parte si scorge di un bianco latteo. Le pinne sono
©gualmente colorate e screziate, ed ugualmente bianche di latte seguendo le due di-
yerse parti del corpo. L’ esemplare che abbiamo descritto, uno dei maggiori da noi rice-
yuti, misurava quattro pollici di lunghezza, ed era alto un pollice e quattro linee.
Giuntoci questo piccol pesce dopo che ayeyamo effigiato i tre suoi congeneri più
norraali, abbiam creduto bene di porlo in compagnia di una Platessa_, cui troyayasi già
destinata una tayola intera. Cotai Platessa nel Veneziano dicesi Passera e Passarino3 a
Mantoya Pese Passr3 nel Piceno Passera della Giuecca3 e in altri luoghi lungo l’Adria-
tico, ove chiamano Passera appunto una Suacia, yien da alcuni confusa sotto il nome di
Rombo. E quantunque il yocabolo Passera usurpisi secondo le diverse Jocalità per deno-
minare différend specie di Pleuronettidi, non men dai pescivendoli che dai naturalisti,
tuttavia ne facciamo peculiar nome di essa nostra Platessa3 e ne anticipiam le ragioni. Il
Pleuronectes Passer di Artedi e di Linneo non è diverso dal Rhombus maximus: il Pleu-
ronecles Passer di Bloch altro non è che un vecchio PI. Flesus che accidentalmente ha
le sue fattezze a sinistra, lo che spessissimo accade. Restava dunque in nostra facoltà il
disporre del nome specifico Passer, che, togliendo ad essa quelli usurpati ad altri pesci,
ben con piacere le imponiamo corne quello che porta nella città regina dell’ Adriatico
ove ha sede, e in altre provincie d’ Italia che di cola suol yisitare per fiume. Ci gode
poi l'animo di tornar cosi facendo al primo significato della parola, essendo che questo
pesce non è diverso dai Passer di prima specie del Rondelezio, come principalmente
lo prova la figura fattane in Venezia per Gesnero ; e perche pure fu cosi denominato
dagli antichi insiem con altri Pesci piani3 del quale forse il ricco Fundanio gus ta va la
prima yolta le interiora nella famosa cena di Nasidieno,
Cum P asseris, atque
Ingustata mihi porrexerit -ilia Rhombi,
PLATESSA PASSER
PIANUZZA PASSERA
platessa capite carina ossea diviso: spinulis ad dorsalis et analis basim in seriem dispositis:
tinea laterali laevi : spina ani horizontali valida. D. 64. P - 10. V. 6. A . 48. C. 19.
PtEDKONECTEs mppoGLOssüs , Naccari, Itt. Adriat. p. i l . sp. 27.
PT.EOBQNECTES HiPPOGLOssoiDrs ovvero PAssERüs, Nardo, Osserv. in Giorn. Brugnat.
pleuronectes flesus var. JVardo, Prodr. Adriat.Ichth. sp. i 3i. nec Delaroche.
passer , Rond. Pisc.Mar. I. lib. xi. cap. vii. p. 3i 6. (fig. inversa ut in caeteris) Gesn.Aq.lV- p.664* Jig. origin.
passer LÆTis, Aldroo.Pisc.lib.ii. cap.iWn .p. a/^S. quoad Italie.
PAssero FLUViATiLE, Pollini, Viaggio al lago di Garda, p. 23,
IVÏentre 1’Oceano Atlantico e inaggiormente i mari setlentrionali di Europa abbon-
dano di molte deliziöse specie del genere Platessa3 tra le quali primeggia in grandezza
la vulgaris3 in delicatezza la Limanda3 e in simiglianza a questa nostra la Flesus3 teniam
per certo che costei sia Tunica che abiti il nostro mare mediterraneo, e neppur tutto
di se degno lo faccia. Imperocchè è propria delT Adriatico, e scorrendo le sue lagune
non si diparte da quello se non per rimontare a gran distanza ne’ tributarii fiumi, en-
tro i quali depone le uova, e viene alle reti in primavera, in estate, in autunno. Uni-
colore o macchiato che si ritrovi questo pesce, di maggiore o minor grandezza, sia nei
fiumi, sia nel mare, sia negli stagni, egli è sempre lo stesso; conciossiachè quel degli
stagni è piü scuro, quello delle acque dolci piü chiaro, ma piü pingue e saporoso si è
il primo pel grasso nutrimento di cui gode. Noi ne figuriamo un macchiato,- ed altro
di un sol colore, quello piu piccolo, e questo piü grande; non perö vogliam dire che il
maggiore, ossia piü adulto di etä, veggasi sempre di un sol colore, nè il piü gioyane sia
sempre al contrario.
Unitamente alia Platessa3 e al Flesus3 di Linneo appartiene esso al primo de’ tre grup-
pi, ne’ quali ci giova partire il genere Platessa. Primo gruppo è Platessa propriamente
detta, che ha denti ottusi e contigui, bocca piccola, labbra sotlili, mascella inferiore piü
lunga, linea laterale retta, scaglie piccolissime, niuna delle quali sulle pinne, una spina
orizzontale all’ ano. Secondo è Cjnicoglossusj Nob. che come il PI. cynoglossusj L. ha la
linea laterale retta, la bocca piccola, li denti come quello di sopra, ma le mascelle ugua-
li, con labbra turgide, e 1’ano senza spina. Vien terzo Limanda} Nob. che ha denti sub-
acuti, isolati, bocca grandicella, labbra sottili, mascella inferiore piü lunga, linea laterale
fortemente arcuata in principio, scaglie grandette, aspre^ raggi delle pinne scagliosi,
come il PI. Limanda3 L.
In tutte le vere Platessae il capo è mediocre, poco acuto, armato il suo mezzo di
una serie di tubercoli, o di uno spigolo osseo non interrotto, privo di cirri e di papille.
Gli occhi son collocati quasi sempre dal lato dritto, vicini fra loro, e separati da una
carena. Grandette veggonsi le narici, la coppia sinistra molto piü elevata, e i fori an-
leriori yalyolati. II preopercolo è poco distinto. L’.ano apresi un poco a sinistra della