JULIS VULGARIS.
quattro specie ne abitano ne* mari italiani (listendendosi eziandio nell’ Atlantico affrica-
no, ove s’ incontrano e si meschiano colle tropicali. Appartengono a questa categoria
I . Gomphosisj Lacép. con la protrattile bocca allungata in un sottile tubo, e con la pinna
caudale lunata, il cui tipo è Y Elopsfuscus di Commerson (Aracauna longirostris, Se-
bastianof), de’ Mari indiani, ehe ne vantano due altre specie figurate dal Bennett ne’suoi
Pesci dell’ isola di Ceylan. — 2. Eupemis, Swainson, col capo assai prolungato, ma
non tubuläre, di bocca grande ed obliqua : col corpo snello ed allungato : colla pinna
caudale rotonda; le pettorali e ventrali piccolissime, piuttosto acute. Suo tipo è il La-
brus fusiformis dell’ Atlante abissinico del Huppel, che peraltro va forse collocato pres-
so aile Cychlae. — 3. Chlorichthys, Swains, col capo grosso di muso corto e rotondato,
colla pinna caudale semilunata di corna acute, come nel bifasciatus di Bloch ed in altri
molti. — 4. lchtycollus, Swains, indegno a parer nostro d’esser separato da Julisj colla
pinna caudale troncala e rotondata, colla dorsale umile al dinnanzi, quai vedesi nel
chioropterus di Bloch ed in altri molti. 5. Julis, Cuv. quai lo ristringe lo Swainson,
colla caudale rotondata, colla dorsale alta al dinnanzi, e quasi falcata, quai’ è nel sog-
getto di quest’ articolo. — 5. Anampses, Cuv. con due soli denti in ciascuna mascella,
cioè gl’ incisivi anteriori piatti, taglienti, ottusi, e rivolti ail’ infuori fino a sporgere oltrè
la bocca, siccome vedesi nel diadematus> e nel caeruleo-punctatus dèl Ruppel.
Non parliamo dell’ Halychoeres dello stesso Ruppel, genere più ehe dubbio, e cer-
tamente mal nominato, poichè a quello del célébré Mammifero Halicore, Illiger, somi-
glia troppo il nome che gli fu dato pel robusto dente canino sporgente all’infuori dall’
uno e dall’altro lato della mascella superiore, dente soggetto a variazioni bene indicate
dal Professor Valenciennes, e cui dava importanza soverchia il célébré viaggiatore af-
fricano cosi nel multicolor come in altre vagbissime specie figurate nell’opera suddetta.
Non parliamo neppure dei generi Hologymnosus e Coris di Lacépède ragionevolmente
già condannati dal Cuvier. Nel Coris tullavia scorgesi in qualche modo il passaggio alla
quarta categoria ehe puö dirsi dei Xyrichthinij la quai accostasi più d’ogni altra ai Pap-
pagalleschi Scarini, richiama le forme de’ Blennidij è analoga, non già affine come si
volle, alle Coryphaenae, mostrando la corona alla, il profilo verticale ed ottuso. Contiene
essa i seguenti generi. 1. Xyrichthys, Cuv. qual’ è ristretto dallo Swainson, colla corona
del capo altissima, col profilo quasi totalmente verticale, colla dorsale acuta ail’ innanzi:
il cui tipo è Yaltipinnis, Ruppel, della Fauna ahissinica. - 2. Thalassomüj Swains, col
muso bruscamente sporgente, colle pinne ventrali più lunghe delle pettorali: il Julis
purpureuSy Rupp. figurato nell’ Atlante della Zoologia nordica-affricana gli serve di tipo.
j_ 3. Urichthys, Swains, col muso acuto, colle pinne ventrali lunghissime, puntute, la
caudale enorme, troncata, e spingente i suoi raggi oltre la membrana, siccome vedesi nel
supposto Cheilinus quinquecinctus dell’ Atlante suddetto. — 4* Crassilabrus, Swains, con
capo grande, labbra assai carnose, fronte gibbosaj pinna caudale corta e rotondata, come
nel Cheilinus undulatus dell’Atlante stesso. — 5. Novacula, Valenc. ( HemipteronotuSj
Lacép. nome troppo improprio, e accozzamento di specie troppo informe per essere
adottato) con preopercolo munito di piccole squamette sotto l’occhio, co’ due pritni raggi
dorsali staccati, e prolungati a filamento, come vedesi nella Cor. pentadactyla figurata
nel la tavola 173 del Bloch.
Appartiene al genere Julis l’elegantissimo Labride figurato al N. 1 della nostra tavola,
proclamato già il più bel figlio del mare dal Belon, cedendo appena diffatti in bellezza
tra’pesci europei al solo Julis pavo, ehe attualmerrte ascrivesi al genere Chlorichthys, Sw.
vaticinato dal Risso. Noi con esso Swainson non abbiam ragione di crederlo di verso dall’
Julis degli antichi, quantunque il Cuvier ne abbia mosso alcun dubbio: ehe seppur
non è quello de’ sistematici tutti, è probabilmente quel di Linneo, e certamente quello
del Risso. Se poi l’anzidetto dell’Oceana figurato dal Bloch e dal Cuvier fosse realmente
diverso da questo, e veramente un Ichthycallus dello Swainson, in tal caso, riservato ad
esso il nome di vulgaris, dovriasi distinguere il nostro col nome di mediterraneus.
Il suo corpo è fusiforme, notabilmente incrassato al dinnanzi: il profilo inferiore è al-
quanto più convesso del superiore. La maggior altezza, dietro l ’opercolo, è un quinto
della lunghezza totale: la parte assottigliata del tronco è clue volte e mezzo più bassa. La
larghezza è compresa due volte e me,zzo nell’ altezza. Il capo piuttosto acuto forma più
della quarta parte del pesce: l’occhio perfettamente rotondo dista più di un suo diame-
tro dalla punta del muso, e quasi tre dal margine posteriore dell’ opercolo: lo spazio in-
teroculare turgido e rotondato misura un diametro dell’ occhio: la bocca è poco fessa., e
appena protrattile: il mascellare è piccolo, e totalmente nascosto sotlo il margine del sot-
torbitale ch’ è appena sensibile a cagione della erta cute che lo ricopre: l’intermascellare
è sottile, e di mediocri rami munito: i denti della sérié esterna sono semplici e conici;
i quattro anteriori allungati e ricurvi rassomigliano. altrettanti uncinetti ; gli altri più
corti sembrano intaccature dell’ osso, in cui sorgono a guisa di sega: nell’ uno e nell’ al-
tro angolo della bocca sporge un dente allungato corne una vera zanna dalla mascella;
e tranne le due zanne suddette la dentatura della man.dib.ola è uguala a questa, della
mascella, anco perché dietro la sérié esterna, sono, in ambedue alcuni dentini rolondi
e granulari. Fascetti di spessi e numerosi peli guerniscono d’alto in bassa l’ingresso della
faringe, fra i quali la solita piastra triangolare inferiore di denti ottusi ha nella parte
posteriore un dente globose assai maggiore degli altri: le due piastre superiori di detli
denti faringei non offrono alcuna particolarità. Le pettinature delle branchie sono mediocri:
le anteriori sono anzi cortissime: le aperture branchiali son poco fesse, perché
le membrane branchiosteghe sostenute da sei raggi si approssimano tra di loro sotto la
estensione tutta della gola, e sono intieramente coperte dai sottili e larghissimi interoper-
coli, che inferiormente si raggiungono anch’ essi. Il margine del preopercolo scende verti-
calmente, e segna un angolo rotondato ove uniscesi col 1’inferiore, e quello, inembranaceo
dell’opercolo si prolunga in una singolar linguetta libéra, carnosa, e rotondata:.le squame
son piccole, sottilissime, e numerose, contandosene quasi ottanta dall opercolo. alla coda:
sembrano all’ occhio nuda esser lisce, ma la lente le fa seorgere segnate di granulazio-
ni, e di strie divergenti in nuraera di i 5 o 16 raggianti da un punto eccentrico: sono di
forma oblunga colla porzione radicale maggiore più ehe il doppio del resto. La linea laterale,
segnata da una sérié di piccioli tubi forati ciascuno da un poro, parte dall angolo
superiore del soprascapolare, rimonta fin sotto il terzo. raggio. della pinna dorsale, e dopo
una leggera curva scorre dirittamente, e parallela al profilo del dôrso lunghesso il settirao
dell’ altezza del corpo, finchè giunta sotta il decimo raggio molle della detta pinna in-
flettesi bruscamente, e sempre continua discende sul mezzo della parte assottigliata del
tronco trapassandola in linea retta ed obliterandosi poco prima della caudale. La pinna
dorsale nasce sopra il termine del capo, ed è lunga più della metà dell’ intero pesce: il
suo secondo raggio lungo una metà più degli altri ha quasi due terzi dell’ altezza del
tronco, il ehe forma la differenza di questo J. vulgaris del raediterraneo con le figure di
quello dell’oceano, il cui primo raggio vien descritto corne più lungo del secondo, e
pochissimo più degli altri : li sette altri raggi spinosi sono gracili come gli antecedent,.