bra sono mediocremente carnose. I margini dell’ una e dell’ altra mascella sono armati
d’ una fila di denti mediocri, isolati, alquanto uncinati, acuti: framraisti ad essi ve n’ ha
dei minori sulla mandibola, ed altri ye n’ha di simili dietro ai grandi della mascella.
Non yi son denti nè sul palato, nè sul vomere, nè sulla lingua. Nel disotto della mandibola
si yeggono tre pori profondi per parte presso la sinfisi. II diametro dell’ orbita
resta compreso poco men di cinque yolte nella lunghezza del capo: dall’ occhio alia
punta del muso corre poco più della misura d’ un diametro, e altrettanto corre superiormente
fra un’ occhio e 1’ altro. I due forami nasali distano fra loro quanto il posteriore
dall’orbita, e circa tre yolte meno ehe 1’anteriore dalla punta del muso: il primo
è maffgiore e bislungo, 1’altro è rotondo. I pezzi sottorbitali hanno poca estensione,
e son tutti occultati dalle scaglie. L’ opercolo posteriormente ha due angoli acuti separa
t da un seno. Il preopercolo negli esemplari gioyani è dentellato sottilmente sul mar-
gine : con l’età i dentelli s’obliterano, e solo yerso 1’angolo posteriore il lembo rimane al-
quanto sfrangiato. La membrana branchiostega è sostenuta da sette raggi. La pinna dorsale
anteriore ha origine poco più indietro della punta inferiore dell’ opercolo, ed è composta
di dieci raggi spinosi, il primo breyissimo, il secondo poco minore del terzo e del quarto,
che son quasi uguali ed hanno in lunghezza un buon terzo dell’ altezza del tronco :
i raggi seguenti decrescono a gradi fino al decimo, ch’ è molto breve. Questo si collega
per mezzo d’una membrana col primo della dorsale posteriore ; talchè non y ’ ha inter-
ruzione fra le due pinne. Chiudendosi la dorsale anteriore i suoi raggi rimangono na-
scosti sotto le scaglie ehe orlano la sua base. Solo il primo della dorsale posteriore è spi-
noso ed è breve, i rimanenti sono molli, quasi uniformi, lunghi un terzo meno dei
raggi maggiori della pinna dorsale. Il lor numero varia da 26 a 29, e la: pinna in-
tiera supera il doppio della lunghezza della dorsale anteriore. Le pinne pettorali sor-
gono subito dietro all’ opercolo, e sono lunghe circa un sesto di tutto il pesce: hanno
un sol raggio spinoso, e 15 ramosi. Le ventrali sono inserite al disotto delle pettorali,
ban la lunghezza di queste, e si compongono d’ un raggio spinoso e cinque ramosi piut-
tosto crassi. La pinna anale sta un quarto più vicino alla caudale che alle ventrali ; la
sua base non giunge ad occupare la quarta parte di quella della seconda dorsale, e la sua
altezza supera di poco quella della dorsale anteriore. Ha un solo raggio spinoso, breve,
tenue, poco yisibile, e otto raggi molli. La caudale resta compresa quasi sei volte nella
lunghezza del pesce, ha il lernbo terminale leggermente convesso, è composta di 17 raggi
ramosi, e dista dall1 anale oltre a due yolte più ehe dalla dorsale posteriore. Le scaglie
ehe vestono tutto il corpo sono più larghe ehe lunghe, hanno il lembo terminale
ténuissimo, intiero, un poco arcuato, obliquo, e alla base sono striate sottilmente, non
intaccate. La linea laterale anteriormente scorre tre yolte più vicina al fil della schiena
ehe alla caréna del ventre, presso il termine del tronco diviene media, e taie si conserva
fino all’estremità della pinna caudale. Vien costituita da tubi ramosi rilevati sopra le scaglie.
L’ anos’apre un poco dietro al punto medio della lunghezza totale. Le dimension!
fin qui accennate sono state prese sopra un’ esemplare assai giovane:nei vecchi
sono soggette ad alterarsi non poco.
Il colore di tutto il pesce è un cinereo-argentino, assai chiaro dai lati e nelle parti
inferiori, scuro sul capo. Secondo ehe invecchia l ’animale, il ventre tende maggior-
mente al bianco-ocraceo. Le pinne dorsali e le ventrali sono scolorate, o volgono leggermente
alla tinta cinerea. Le pettorali, l’anale e la caudale hanno un color cinereo,
qualche poco più sordido verso i raggi maggiori.
Il cranio è costituito dalle solite ossa rigonfie e cavernose intemamente, ehe abbiam
detto essere ovvie ne’pesci della famiglia. Le ossa faringee sono armate di sottili denti
uncinati disposti a scardasso, e gli archi branchiali portano pure gruppi di denti della
stessa forma. Dieci intestini ciechi circondano l’origine del lubo intestinale. Ma quello
ehe offre di più curioso l’ esame delle parti interne del pesce è la struttura del notatojo,
il quale si stende per tutta la lunghezza dell’ addome. La sua figura è conica allungata,
e porta di qua e di là una sérié di trentasei appendici brevi, ramosissime, cave interna-
mente e comunicanti con la gran cavità di tutto l’organo. Per le restanti particolarità
anatomiche ci è d’ uopo rimandare il lettore all’ accuratissima descrizione ehe ne ha
data il Cuvier.
La misura della lunghezza varia da sei pollici a cinque e a sei piedi: generalmente è
di tre piedi circa.
Vive l’ Ombrincij lungo i Iidi d’ Italia, e pescasi sopratutto aile foci dei fiumi. Sog-
giorna pure nelle acque della Sicilia, della Barberia, della Sardegna, della Spagna, del
Portogallo, della Francia, ma inoltrandosi verso il Settentrione diviene di mano in
mano più rara. Suol congregarsi a torme e nuotando produce un romore 0 grugnito
analogo a quello dei Pesci caponij ma più forte, che si fa sentire talvolta da più di
venti braccia di profondità. II Cuvier inclina a credere ehe questo romore, comune agli
altri 1Scienidi ancora, abbia qualche relazione con la complicata struttura del notatojo
di siffatti pesci. I pescatori si valgono di questo indizio per riconoscere la presenza
d’un’ animale, che avidamente ricercano, perché son certi di venderlo a caro prezzo:
infatti è squisito il sapore della sua carne. Basta scorrere il Giovio per vedere in
quale stima fosse a Roma a’ suoi tempi. Presso quell’ autore è da leggersi certa novel-
letta d’ un Tamisio ghiottone famoso, la quale per essere piuttosto piacevole è stata
poi ripetuta a sazietà da molti e molti altri in proposito dell’ Ombrina.
II Cuvier parlando del Maigre avverte ehe la pinna dorsale anteriore, le pettorali
e le ventrali sono d’un color rosso piuttosto bello, e le altre pinne d’un bruno rossastro;
laddove nulla di simile riscontriamo noi nell’ Ombrina. Di più egli assegna nove raggi
alla pinna dorsale anteriore del Maigrej e dieci ne contiam noi nel nostro pesce; dieci
poi ne rappresenta la figura del Cuvier medesimo, la quale non sappiamo con cer-
tezza se ritratta da un’ esemplare dell’ Oceano piuttosto che da un di quelli del Me-
diterraneo. Anche Belon si fa a dire ehe il Maigre dell’ Oceano mal corrisponde nei
colori al nostrale. Noi non vorremmo dare alle asserite diversité maggior peso di quel
ehe si meritano : lecito ci sarà tuttavia nutrir qualche dubbio sulla identità perfetta
finora ammessa. Che se da un diligente confronta si chiarisse un giorno esser il
Maigre diverso di specie dall’ Ombrina piuttosto ehe leggera varietà della medesima,
a quello resterebbe di diritto l’appellazione specifica A q u i la e più citazioni ehe se gli
riferiscono in modo eselusivo andrebbero eliminate perciö dal catalogo dei sinonimi
dell’ Ombrinaj in favore della quale opportunamente avremmo noi ristabilito il nome
Umbra usato da Linneo.
Due sole vere Sciaenae oltre di questa sono conosciute in oggi dagl’ Ittiologi, la Sc.
hololepidota del Capo di Buona Speranza, e la Sc. pama del Gange. V’ hanno altri Pesci
esotici ehe a prima vista somigliano assaissimo aile Sciaenae, ed hanno un gran numéro
di caratteri in comune con esse; ma perché sono formte di denti canini validi, debbono
xiferirsi ai generi Otôlithus e Ancylodon di Cuvier, secondo ehe que’ canini sono due
soli, oppure accompagnati da altri denti essi pur molto lunghi.