Se più altamente la rintracciamo vedremo ehe nell’antico sistema fin qui seguito, ed
in quest’ opera ancora, facevasi appartenez alla tribu dei Malacotterigii subbracchiani,
ossia Sternotterigiij la quale era innaturale più di ogni altra ehe fondisi sulla relativa
posizione delle pinne, giacchè veniva a racchiudere famiglie totalmente dissimili, analo-
ghe soltanto fra loro, quelle cioè dei cosi delti Pesci Jugulari. Nel novello sistema pero,
posciachè i deboli nostri sforzi, uniti ai potentissimi dell’ Agassiz, disgombrarono i pre-
giudizj dell’ Artedi cotanto cari al Cuvier, collocasi tra le prime dei CicloideiJ fra i Lo-
Jidij e i Ciprinidi., congiungendosi al Balrachus dei primi mediante il suo Rani ceps3 e
aM’Anableps e al Cobitis dei secondi mediante le Lote. Questa famiglia per mezzo del
genere Phycis mostra ancora notabile affinità coi Blennidij e per mezzo delle dette Lote
perfin colle Anguille.
Suddividesi in tre sottofamiglie. Una dei Ranicepinij costituita da due sole specie
Atlantiche dello stesso unico genere Raniceps, Cuv. di capo larghissimo, oltremodo de-
presso, e colla pinna dorsale anteriore si piccola, che sembra quasi non uscir dalla cute,
vergente come si disse ai Lofidi: altra de’ Gadini ossia dei Gadidi più normali: la terza
de’ Lotini tendenti come si è visto ai Ciprinidi. Fra i Gadini e i Lotini perö qual diffe-
renza passi è malagevole ii significare. I Lotini corrispondenti in parte al genere Enche-
lyopus di Bloch (facies AnguillaeJ hanno il corpo molto più allungato, lubrico, assai
compresso posteriormente, il capo grande, una o due dorsali al più, sempre una sola
anale, la caudale intiera e generalmente rotondata: sono forniti di una barbetta, e per
10 più di parecchie : il capo loro poi è rivestito sempre di scaglie simili a quelle del
tronco. I Gadini yeri altronde hanno il corpo più raccorciato, meno compresso ; il capo
ben proporzionato, due ed anche tre pinne dorsali, due anali per lo più, la caudale
spesso forcuta, una sola o niuna barbetta, il capo quasi sempre privo di squame.
Cinque generi abbiam di Gadini3 cioè: i. Gadus3 Nob. ristretto alia Morrhuat Cuv.
distinto per tre pinne dorsali, due anali, caudale dolcemente lunata, ed una barbetta.
a. Merlangusj. Cuv. con lo stesso numéro di pinne, caudale forcuta* ma privo di barbetta.
3. PollachiuSj Nills. con lo stesso numéro parimente di pinne, senza barbetta, ma
colla mascella inferiore eccedente dalla superiore. 4- MerlucciuSj Cuv. con due sole dorsali
ed una sola anale, caudale troncata, senza barbetta. 5. Mora3 Risso, avente due
dorsali e due anali disuguali,la caudale forcuta, ed una barbetta. Dicemrao i Gadini aver
11 capo quasi sempre privo di squame; e poichè il genere Mora lo ha vestito di scaglie
grandissime come quelle del suo tronco, percio appunto distinguesi eminentemente tra
i Gadinij senza guardare ai denti ehe più di ogni altro ha minuti. II Pesce di cui par-
liamo è l’unica specie finor conosciuta del suddetto genere Mora.
La sua figura è ovale molto allungata con le carene del dorsoe del ventre ugualmen-
te arcuate e rotondate: l ’altezza maggiore ehe abbia il suo tronco nel punto onde spiccia
la seconda dorsale,misura un quinto di tutto l’animale; la grossezza è la metà dell’altez-
za: il capo vestito universalmente di scaglie, è di regolar profilo, depress© alquanto nella
nuca,lungo un quinto della lunghezza totale, ed alto tre quarti della sua sola: lo spazio
assottigliato del tronco, terminante in una vera mezza ellissi circondata dalla sua caudale,
è la nona parte della totale lunghezza suddetta, ed ha per allezza un ventisettesi-
mo della medesima : il muso è breve, rotondato : la bocca molto ampia fendesi fin sotto
il terzo anteriore deU’occhio: i pezzi mascellari nudi, angusti, esteriormente si allargano
pochissimo, e se la bocca è chiusa, nascosti rimangono da’ sottorbitali : le labra si scorgo
no membranacee, soltili; l’inferior mascella è poco della superiore più luuga; i inar-
gini di ambedue sono armati di fini piccolissimi denti a scardasso in una fascia su’ bor-
di, divisa ne’ due apici da intervalli, con la unica differenza ehe la superiore va dilatan-
dosi d’ambo i lati verso il punlo suddetto: una fascia ondata di simili denti è sul vo-
raere, ed a poca dislanza è munita di due piccoli fascetti di altrettali ail’ origine de’palatini
: ripetonsi uguali denti nelle fauci, su i faringei, ed in più serie di fascetti lungo
la base della lingua: di sotto l’estremità. del ruento esce una corta lesinare barbetta: i|
diametro delle orbite stragrandi eccede un terzo della lunghezza del capo, e disla un
quarto della medesima dalla punla del inuso; la distanza tra l’uno e l'altro occbio équivale
quasi a tre quuiti del diametro loro: i due forarni nasali sono contigui ad essi, ambedue
oblunghi, il posteriore pero otto volte maggiore dell’ anteriore : il preopercolo, ed
il subopercolo, rivestiti dalla cute squamosa, sono poco distinti, rotondati al par dell'oper-
colo, ehe si eleva poco più die a livello del margine inferiore dell’occhio: la membrana
branchiostega è sostenuta da sette raggi: le scaglie assai più grandi del maggior foro nasale
sono di forma poligona irregolare, integerrime ne’margini, e senza alcuna stria nè
in sostanza nè in superficie, profonda mente embricate, e disposte in ventidue serie; ot-
tantacinque se ne contano in quella di mezzo dall’opercolo aU’ estremità del tronco: la
linea laterale incavata lungo ciascuna scaglia corre orizzonlalmente per un tratto, tre
volte più vicina al filo della schiena ehe alla caréna del ventre, inflettesi quindi legger-
mente, e rettilinea procédé a metà del pesce: l’ano è alla metà del tronco non valutata
la pinna caudale: la.prima dorsale vien fuori poco innanzi al quarto anteriore, compo-
nesi di sette raggi decrescenti in altezza dal primo all’ ultimo, e la sua lunghezza è due
terzi del primo raggio, ch’ è lungo la metà del capo; l ’ultimo è la quarta parte del primo:
la seconda dorsale, ehe immediatamente segue, si estende per tutto il rimanente
del dorso sostenuta da quarantaquattro raggi, i più corti de’ quai sono i medii; ed il se-
condo, ehe è il più lungo, misura tre quarti del più elevato fra quei dell’ anteriore: le
pettorali uscenti sotto l ’opercolo, composte di diciannove raggi, son lunghe il setlimo
del pesce : le piccole ventrali situate sotto la gola vantano sei raggi poco più lunghi
della metà delle pettorali, se ne togli il secondo prolungato assai di più in guisa di fila-
mento : la prima anale immediata all’ano consta di sedici raggi, il quarto de’ quali più
lungo è uguale al più elevato de’ dorsali; la lunghezza della medesima supera di un
quinto il su q raggio più lungo ; e la seconda anale nasce dopo un intervallo uguale alla
metà della sua lunghezza; la sostengono dieciotto raggi, i primi brevissimi, il sesto più
lungo di ogni altro, uguale a’ più alti dell’ anteriore, e poco minore di tutta la Jun-
ghezza della pinna: la caudale fiualmente, che è la sesta parle del pesce, sensihilmente
forcuta, componesi di raggi circa quaranta.
Le grandi scaglie, ehe le rivestono il corpo, sono di un bianco argenteo velato di
paonazzo scuro, che cangiasi in torchino metallico sul ventre : il palato è torchino
nerastro, come è pure la lingua punteggiata inoltre di nero ; argentei son gli occhi, ed
hanno l’iride perlina: l’operçolo in cima è marginato di torchino: nera è la dorsale anteriore,
torchina la posteriore, nere le pettorali.
Giunge ad un palmo e mezzo di lunghezza ; ma perché molto è panciuta, pesa più
ehe apparisca. Vive ne’più eupi abissi del solo Mediterraneo, accostandosi alla terra
unicamente in estate. ï)a’ soli pescatori romani abbiamo udito imporle un nome ver