tili, ben sviluppate. — 2. Anarrhichadini dai denti quasi sempre disposti in più serie,
dissimili, dal corpo eccessivamente compresso, e sparso di scagliette, coi raggi spinosi
della dorsale numerosi e pungenti, colle pinne veutrali avanti le pettorali collocate, di
dattili,ma poco sviluppate, anzi spesso monodattili, e ridotte ad un semplice brevissimo
filamento, cbe talvolta manca del tutto. — 3. Opistognathini colle ventrali di cinque
raggi collocate sotto le pettorali; il cui unico genere è YOpistognathuSj Cuv. esolico, col
mascellare stranamente prolungato dietro gli angoli della bocca, ed anomalo al punto,
ehe quasi non entrerebbe tra i Blennidi, accostandosi piuttosto al genere ChiruSj Steller,
( Labrax di Pallas ma non di Cuvier).
Agli Anarrhichadini appartengono otto generi: cioè Y Anarrhichas, L. privo affatto di
ventrali, e con denti palatini emisferici; formato dall’unica specie Anarrhichas lupus, L.
dei mari settentrionali d’Europa. — Zoarces, Cuv. con le ventrali di un solo raggio brevissimo
e filiforme, col corpo quasi anguillaceo, coi raggi dorsali molli ed articolati, célébré
da tanto tempo come indubitatamente viviparo. — Gunnellus,, Cuv. ( Muraenoides,
Lacép., Pholis, Gronov. CentronotuSj Schneid.) colle ventrali non dissimili dalPantécédente,
col corpo teniiforme, coi raggi della dorsale prolungatissimi, e tutti inarticolati!
— Crislicepsj Cuv. con la dorsale suddivisa in un lontano loba pianlato sopra l’occipite,
coi denti anteriori radi, uncinati, i posteriori a scardasso.— Tripterjrgion, Risso, diverso
da tutti per la dorsale tripartita,ma con denti non dissimili dal precedente; abitatoredel
mediterraneo. — CirribarbuSj Cuv. con denti tutti a scardasso, e notabilissimo pei molti
tentacoli radicatigli intorno alia bocca,ute- Clinus, Cuv. coi denti anteriori radi, uncinati,
i posteriori a scardasso, e col palato dentato, alcune specie del quale vivono intorno all’
Italia. — MyxodeSj Cuv. col palato edentulo, unico degli Anarrhicadini ehe abbia denti
uniseriali in ambedue le mascelle.
Yenendo finalinente alla sottofamiglia dei Blennini la veggiain composta di sei generi.
i. BlenniuSj L. dai denti lunghi, immobili, fitti, eguali in ambedue le mascelle; ma
spessissimo un dente caùino grosso e ricurvo nelle estremità della serie ; di capo breve
ed ottuso ( a differenza dei Clinij e del Tripterjrgion ehe, oltre le sue specie, sono i soli
Blennidi d’ Italia) ; di fronte verticale munita di uno o due paja di tentacoli diversi nella
forma e nel collocamenlo; di aperture branchiali protratte fin sotto la gola. — 2. Pholis
Cuv. distinto appena dal Blennius, non diversificando ehe per la semplice mancanza di
tentacolo, ehe in certi tempi è si esile in alcuni Blennii, ehe facilmente 0 fugge dall’ oc-
chio 0 lo si trova distrutto. IchthjrocoriSj Nob. ehe volontieri proponiamo per com-
prendere i Blennii crestuti, cioè muniti (almeno i maschi) di una cresta occipitale pin-
guedinosa, ehe inlurgidisce nel tempo degli ainori. — Blennechis, Cuv. meglio separato
per l'apertura branchiale, che ben lungi dall’ esser fessa fin sotto la gola, riducesi ad una
semplice fenditura non protratta oltre la base della pettorale, quantunque non sia diverso
nella dentatura. — 5. Chasmodes, Guv. simile all’ antecedente per l ’apertura branchiale,
ma distintone invece per la dentatura impiantata unicamente sul davanti della
bocca più squarciata. — 6. Salarias di Cuvier ( non perö del Risso ehe malarnente ap-
plicavalo a un pesce del mediterraneo ben riconoscibile fra tulti gli altri generi per gl’in-
numerevoli sottilissimi denti, mobili tutti singoli come i tasti di un cembalo.
Tra i numerosi e non per anco ben conosciuti Blennii italiani, ne abbiam soltanto
prescelti cinque, tutto o parte miovi, ehe si veggono figurati nell'annessa tavola. E già
niuno è che non sappia essere comunissimo nei noslri mari il Blennius ocellariSj del
quale diciam solo ehe ne possediamo una varietà priva della speciosa rotella nel bel
mezzo della pinna dorsale. Gosi pure sono conosciutissimi da tulti il gattorugine, ed il
palmicornis ehe come le specie esotiche pilicornis, fissiçornis, parvicornis, grandicornis,
cornutus ed altri, desume il nome dalla forma dei tentacoli sopraccigliari durante il
tempo in cui danno opera alia generazione.
II corpo dei Blennius Rouxi è forlemente compresso ; il profilo del dorso corre appena
convesso daH’occipite all’ origine della coda ove incavasi leggermente; e gli corri-
sponde nell’ andamento quello del ventre. La maggiore altezza ehe cade sul mezzo delie
pettorali è inclusa cinque volte nella lunghezza del pesce, toltane la coda ; e la mag-
gior larghçzza non è'che il nono diquesta misura. II capo lungo un terzo più che non è
largo estendesi per un quinto dell’ intieta lunghezza, mostrasi compresso anch’ esso spe-
cialmente nelle gote, ed è ottuso e rapidamente declive. Gli occhi occupano un quarto
del capo, distando un lor diametro dalla punta del muso, e un terzo appena fra loro.
I tentacoli ehe li sovrastano leggermente palmati nascono sul mezzo del margine su-
periore. Due altre appendici più lunghe ma più esili ergonsi di qua e di là sulla fronte
in vicinanza delle narici. L’angusta bocca squarciasi fin sotto la meta dell’occhio:
le mascelle, ambedue formte di labbra carnose, sono eguali; gli esili e folti denti sono
più allungati nel mezzo, e vanno degradando insensibilmente in modo da far vie
più rilevare la robustezza dell’ ultimo adunco della lor serie, assai più sviluppato nella
mandibola ehe nella mascella, L’opercolo di pezzi rotondali e pochissimo distinti ha il
margine superiore leggermente incavato. La linea laterale si oblitéra dopo le pettorali,
fino aile quali non mostrasi ehe leggermente. L’ano apresi avanti la metà del pesce. La
pinna dorsale spicca innanzi il termine dell’opercolo, e giunge fin quasi alia radice della
caudale staccata visibilmente da essa : elevasi oltre due terzi della maggior altezza del
corpo, sulla quale leggermente s’abbassa, come pure verso l’estremità. Le pettorali trian-
golari acute son lunghe quanto il capo. Le ventrali estese in modo da giungere verso
la metà delle pettorali, spingono fino all’ano l ’interno ossia maggior raggio. L anale spicca
sotto la metà delle pettorali dopo il terzo anteriore del pesce, e si protrae quanto
la dorsale, di cui è un terzo più bassa. La caudale rotondata occupa un sesto di tutto
l ’animale.
Trasparente come l’ambra, e di colore più 0 meno carico, è spruzzato per tutto di
punti nerastri: una fascia castagno-fosca scorre superiormente lungo i fianchi dall oc-
chio alla coda, sotto la quale il pesce assume un colore argentino : le gote hanno un color
di zolfo pallida, e son punteggiate di nero:- l’iride è argentina con raggi rosso-ran-
ciati; la pupilla è nera: i tentacoli sopracciliari sono giallognoli, scuri perö alla base e
alia punta: i piccoli delle narici sono tutti gialli. Le pinne pettorali sono giallognole;
le ventrali bianche; le altre rosseggiano alquanto, specialmente in taluni individui ehe
tingono la caudale in color di aurora; la dorsale, e l’anale massimainente, sono orlate di
nerastro.
Questo agilissimo pesoiolino non è maggiore di due pollici, essendo la grossezza un
sol terzo di pollice. Pescasi ma non di frequente nei mari di Sicilia, ove perö vedesi in
qualche numéro nella state. Gode fra’ suoi congeneri del distintivo nome di bianco, chia-
inandolo quei marinari Bausa janca.