del nostro Tevere sono di ottima qualità : Romae Barbi Tiberini plurimum laudantur.
Egli perö avrà certamente inteso parlare di coloro che venuti daU’Aniene non abbiano
oltrepassato i Ponti della città, imperocchè quelli che si pescano al di sotto hanno cat-
tivo sapore, per le immondezze e corrotte sostanze che cibano. I predati entro le chiare
e sassose correnti sono delicati e di facile digestione, massime nel Setterubre e nel Mag-
gio j e più che invecchiano, come Ausonio cantava, si fan sempre pin buoni.
Tu melior primore aevo, tibi contigit omni
Spirantum ex numero non illaudata senectus.
Le uova loro perö, come quelle di parecchi altri pesci, convien fuggire in alcu-
ne stagioni, lorçhè producono tormenti di basso Tentre, fino al punto che alcuni opina-
rono poter in corpo umano ingenerare il Cholera. Pasconsi di piante acquatiqhe, di lu-
machelle, di piccoli pesci, ne festidiscono le carni morte. La situazione della bocca
piuttosto inferiore fa si che vadano sçavando e rivollando la ,terra per lo fondo dei
fiumi col fine di procacciarsi cibo : ed fe pur questa la. nagions che altri pesci para-
siti li corteggino. Amano di nuotare contro la corrente, di alhergar.e lungo le ripe j e
ricovrare negli ingrottamenti loro. E siccome il ffeddo li rende languid! e dispossati, essi
nell’ inverno si radunano e si tenacemente si appiattano in qualche cayo o fenditura,
che patiscono meglio lo strappamento delle squamme che yenix tolti allo schermo di
questo lor tetto. Se yengano stretti da penuria di cibo si sncciano l ’un l'altro la coda
in maniera ehe i più grossi giungono di frequente a estenuare e distruggere;i,più pie-
coli. Sogliono fecondare nel terzo o quarto anno di età, e depongono le uova uel. qq-
minciar della estate sopra nude pietre, oye l’acqua corre più yelocemente. I figliuo-
lini sbuccian dalle uova fra otto o quiudici giornii
Il nostro Barho del Teyere, ehe trpyasi àncora ne’yicini fossi e rigagnoli, ha il corpo
rotondetto, poco attenuate: l’altezza maggiore è mena di un quarto, della lunghez-
za. Il capo molto acute discende obliquo fino ail* apice del muso, ediè il qùinto di
tutto il pesce. La parte assottigliata del tronco è lunga quanta i tre quarti del capo, ed
alta i due terzi di sua lunghezza. 11 profile superiore dell’ animale è. lieyemente con-
■ yesso, l’inferiore allorchè giunge alla pinna anale tostamente ripiegain dentro, e, formate
un seno ya risalendo lungo il margine della coda. La bocca non si protrae ehe. fine alla
metà della distanza ehe passa tra l ’angolo anteriore dell’oeehio e l’apice del muso : le
barbette anteriori ripiegate all'indietro oltrepassano sensibilmente l'inserzione delle posteriori
ehe tratte all'innanzi sorpassano alquanto la punta del muso. L’occhio entra
cinque yolte nella lunghezza del capo, e dista più di due diametri dall’ apice.del muso:
la distanza ehe corre fra un ocehio e l’altro è di un diametro e mezzo. La linea laterale
scorre quasi retta. La pinna dorsale sorge nel mezzo tra l’apice del muso e 1’origine
della coda, s’innalza per tre quarti della lunghezza del capo, e si estende per poco più
della metà di essa lunghezza. Le pettorali sono oyate, lunghe tre quarti del capo : le
yentrali poco più piccole, rotondate. L’anale è un quinto minore del capo; la sua base
stendesi un terzo meno di quella della dorsale, e il suo lato, posteriore è poco. più lungo
di essa base. I due lobi acuti della caudale son lunghi ciascuno quauto il capo.
Puù giungere al peso di sette in otto libbre, ma h generalmente assai minore. Due
diverse razze riconoscono in questo Barbo i npstri pescivendoli e pescatori, secondo ehe
siano di una sola tinta, ovvero pinticchiati, o screziati in altro modo di nero : carat-
teri puramente accidentali ehe già spiegammo di sopra.
B A R B O C A V A L I E R E
barbus capite subovali supra, gibboj. raide longiori altitudine corporis ± parum breviore
longitudinis quarto : labiis crassis: s patio inter oçulari plus duplo, majori quam oculo
parvOj retroposito i radio osseo pinnae dorsalis modice robusto> serrulato squamis ma-
gnisj subrotundatisj postice convexis.
D.. il., P , i j . F. 9. A. 8. G. 19. Lin, lat. sq, 6q. ser.. 21 .—r—*..
barbus eques , Valenc. in Cuv.Regn,Anim..,s.ed.l,l. p. 37-3.
CXPRINCs, barbus ?. Nardo, Prodr. Adr. Ichlh, sp. l 56. ffa c ca r j, ltL A d r. p. ai.,sp. Si»
barbus, Gesnor ,ß g , suipictoris. Aqual, I V . p- ia4f
D a l l a gobba internasale- e dalla turgîdez-za delle labbra faeile è il riconoscere a
prima giunta tra gli altri Barbi questo ehe è proprio della nostra penisola, e non solo
vive in quasi tutta la Italia superiore,. ma discende in Toscana eziandio,. ed è comune
nella stessa Firenze* A determinarne la specie abbiam prescelto- un bell’ esemplare pe-
scato sotto i nostri occhi nell’Arno,, e simile i& tutto ad altri di Piemonte e di Lombardia.
XI profilo superiore di questo Barbo dalla punta del muso: all’ inserzione della- pinna
dorsale è quasi un ottavo di cerchioj e da delta pinna ail’ origine del-la caudale è sen-
sibilmeute concayo-: 1’ inferiore fino alla pi-nnâ anale è- convesso, da questa alla coda è
concayo. La parte assottigliata del tronco- n-iisurata nel punto medio- e presso ehe uguale
alla distanza, ehe corre dall’ angolo anteriore dell’ orbita alla punta del muso* La maggiore
altezza è il quinto della lunghezza, mentre la grossezza è quasi la metà dell’ al-
tez-za* Il muso è assai grosso ed ottuso ; una gibbosità noteyolmente grande s innalza
Ira l’uno e l’altro foro nasale ;- dal quai punto discende ail’ apice in linea molto obliqua.:,
la bocca collocata molto al di sotto squarciasi orizzonlalmente- fino al di là delle
narici; e le sue labbra sono assai turgicle e carnose. Le barbette sono lunghe, grosse
ed acute j le due posteriori, ripiegate in ayanti* oltrepassano la punta del muso* I fori
nasali grandi e rotondati distano dal muso quanto le due orbite tra loro. Gli occhi sono
lungamente elli-ttici, il diametro lore orizzontale entra sei yolte nella lunghezza del
capo, distando. essi quasi tre diametri dalla punta del muso, e- più di due luno dall altro.
La linea laterale assolutamente retta corre- per lo mezzo del tronco^ Le scaglie sono
rotondate* La pinna dorsale, trapézoïdale col superior lato molt© più lungo degli altri,
sorge quasi dal mezzo del pesce, e si s tende- un quinto meno della propria altezza; il
terzo suo raggio è seghettalo intemamente fino. alla metà. Le pinne pettorali sono lunghe
un quarto mono del capo: le ventrali iuserite poco più lungi dall inserzione delle pettorali
ehe dall’anale, un terzo meno. Questa somigliante per la forma più ad esse ehe alla dorsale,
misura tre quarti della lunghezza del capo. La caudale èun quarto più breye diesso.
Il colore tende geïieralmenle più al rossino, e non suol essere pinticchiato di nero.