senza eziandio, e con la viva parola, persuase anco i più schivi non essere in Roma
altrimenti si povere d’insegnatori opportuni Ie scienze naturali. Onde avvenne ehe di-
raorando egli una volta in Parigi, fin da Berlino il célébré Kunth mosso dalla fama
del suo valore gli dedicasse significato col nome di Mauria un genere di piante nuovo
della famiglia delle arboree Terebintacee come a celebratissimo botanico italianoj, e solo
rimasto (son sue parole) a continuare il Prodromo della Flora romana! Laonde io, non
già per gareggiare con 1’egregio naturalista prussiano, ma per lasciare in queste carte,
dal mio lagrimato amico con molta dottrina soccorse, qualche memoria di lui, modesta-
mente gli reco all’ombra della superba pianta la nuova specie di Stnaride, ehe qui ap-
presso descrivo. Né già temo di andar redarguito se d’un piccolo e lurido pesce io lo
dono; conciossiàchè gli umani desiderii conviene ehe si raccorcino ponendo mente a
cosi miserabili sventure; e più degli Apogoni dorati, de’ Labraci argentini, delle Perche
variopinte, ehe abbiamo veduto, le squallide spoglie di questo animale si addicono alia
mestizia e al cordoglio. Che se non mi piace di attingere ad incerta fonte derivarsi da
Smai'is il vocabolo smarrimento* ehe pallido si dipinge in chi è smarrito, quale appunto
10 mi sono in cosi triste congkmtura; meglio mi giova il rammemorare ehe sulle pietre
sepolcrali de’ più amorevoli sovente i primitivi Cristiani usarono di scolpire la figura
di un pesce, non solo perché nel pesce fu simboleggiata la innocenzâ che si riacquista
col santo lavacro, e alcuni Dottori della Chiesa chiamarono gli uomini pesci e pescetti
di questo mare procelloso della vita, ma principal mente perché sotto 1’emblema del
pesce semplicemente delineato significavasi il greco nome IK0Ï2 il quale comprendendo
in ciascuna lettera le iniziali delle parole lycrva Kpcçtorr ©sa Y'tots Zaryp teneva nelle epi-
grafi mortuarie il luogo del Monogramma Costantiniano.
Questa novella specie di Smaride abitatrice degli scogli è piuttosto rara a pescarsi:
e se per la forma è uguale al chrjrselis* distinguesi perö da quella ad un tratto pe’ diver-
sissimi colori : se ne’ eolori somiglia al vulgaris* la sua sagoma è si snella da non po-
tersi confondere con quello : se per la forma e pei colori non è differente dal gracilis,
e riceve percio da’ pescatori lo stesso nome di Pesce in barilej è bensi più alta di quello,
né tanto sottile di corpo, e porta innoltre gli ultimi raggi della dorsale più lunghi
de’ precedent!, quando invece nel gracilis* che sempre rimane più piccolo, essi raggi
posteriori sono alquanto più brevi.
L’altezza maggiore dello Smaris Maurii doppia della grossezza vien compresa cinque
volte nella lunghezza, di cui lo spazio assottigliato dietro la pinna dorsale occupa
la settima parte. Il capo è un sesto più lungo di questa altezza, ed è alto due terzi
della propria lunghezza: il diametro dell’occhio è quasi eguale allo spazio ehe corre
fra il suo margine anteriore e la punta del muso ; ed un diametro e mezzo si conta fra
11 suo margine posteriore ed il termine delPopercolo. Il profilo del dorso si présenta con
curvatura meno convessa e più uniforme ehe negli altri pesci del genere : accade il contrario
per il profilo del ventre. L’ano s’âpre precisamente alla metà del corpo. La li-
nea laterale corre quasi retta. Sedici sono le fila delle scaglie, ciascuna delle quali ne
contiene ottanta circa. La pinna dorsale si origina ad un quarto della lunghezza come
nelle altre specie, ma è lunga quanto la metà di tutto il pesce, alta più della metà
del tronco ; i suoi raggi sono uguali fra loro, meno il primo spinoso ch’ è poco più
breve, e gli ultimi tre ramosi ehe si prolungano un terzo più degli altri: lo stesso
s’intenda pe’raggi dell’anale: in genere le pinne sono tutte grandi. I colori non dif-
feriscono punto da quelli dello Smaris vulgaris. Gli individui maggiori hanno sei pol-
lici e mezzo di lunghezza.