contenuta più di cinque volte e mezzo nella totale lunghezza : la grossezzà è due terzi
dell’altezza: la parte assottigliata del corpo un settimo della lunghezza. II capo, poco
men lungo della quarta parte del pesce, è alto due terzi della propria lunghezza : la
fronte è larga: il diametro dell’occhio è compreso sole tre volte nella lunghezza del
capo; essendo alquanto più breve di esso la dislanza ehe passa tra il margine anteriore
dell’orbita e del muso, e alquanto più lunga quella ehe corre tra il margine posteriore
e il termine dell’ opercolo. Il soltorbitale è alto, e senza arco rientrante al margine
inferiore. Le scaglie sono piccole, di forma pentagona con due lati paralleli, al tri due
ehe si riuniscono ad angolo ottuso, e il quinto di base, il qüale vien ricoperto dalla sca-
glia superiore ; quelle situate sul soprascapolare sono poco distinte. Il profilo del dorso
si compone di curve più o meno depresse ; il punto della massima curvatura cade sul
quarto anteriore della lunghezza totale: più uniforme è il profilo del ventre fino al
termine della pinna anale. La linea laterale corre piuttosto retta. La dorsale comincia
poco dopo i due settimi della lunghezza dall’estremità del muso : dei suoi ventidue
raggi il terzo è il più alto, ed ha due terzi dell’altezza del pesce: gli altri succedenti
a questo vanno decrescendo fino ail’ undecimo, dopo il quale gli altri fino al decimo
settimo crescono di mano in mano, e quindi gli ultimi nuovamente decrescono: per
la quai cosa la dorsale è terminata da due curve che si riuniscono ad angolo rientrante
nel mezzo di essa, ed essendo quivi gli ultimi raggi spinosi quattro volte più brevi del
terzo, la pinna sotto un certo aspetto puö sembrar doppia. I raggi delle ventrali dimi-
nuiscono più sensibilmente ehe nelle altre specie. I raggi spinosi della pinna anale
sono deboli, posti ad uguale distanza fra loro, e poco più brevi di quelli del seconde
ramo della pinna dorsale. La pinna caudale costituisce la quinta parte del pesce.
Cresce questo Smaride fino a nove pollici e più. Il suo colore è bruno tendente al
rossastro nella schiena, argenteo nel ventre : non vi si scorge macchia scura laterale.
Le pinne sono di un rossastro frammiste di giallo, più intenso e tendente al rosso
nella caudale.
L’anatomia di un pesce cosi singolare nel suo genere doveva anch’essa offerire qual-
che anomalia: diffatti il Cuvier ha osservato uno stomaco più allungato e più cilin-
drico; tre ciechi soltanto al piloro; il notatojo semplice e non forcuto alla parte posteriore.
Non si è pescato finora ehe in Sicilia, ove porta il nome di Cirru a Palermo di
Pesce di umbra a Catania, e di Asineddu in Messina.
ZERRO CORONATO SO T T IL E
stum s albido-argenteusj vario-caeruleusj pinnis' caeruleo-guttatis, pectoralilus flavissimis:
longitudine corporis altitudmem quintupla vix superante: capite corporis altitudinem
aequante: pinna dorsali continua, corporis dimidio elatiori, radiis postremis ad pinnam
caudalem valde elongatis.
D .n / i t . P. i5. y . 1/5. j . 3/9. c . i 7.
s PA rus alcedo, Risso., Ichth. N ie . p. a58. sp. 28. part.
SMARis ALGEDO, Cuv.et V%lenc. H ist. Na t. Poiss. V I . p. 416. nec Risso, Hist. Nat.
SPARDS BILOBATUS ? Risso, Ichth. N ie .p . 25a. sp. a i. nec Lacêp.
SMARIS italicus? Risso, H ist. N a t. I I I . p. 346. sp. 257.
SMARIS, Willughb. lehihiogr. lib.vu c a p .n ü i. p. 3ig.
jarbt BLED F Duham. Tr. Péch, I I . Sect. iv. chap. ni. p.43. sp. 4.
SPARE ALCYON, Risso , Ichth. loco citato. »
PICAREL MARTIN-PÊCHEUR, Cuv. Règn. Anim. 2. ed. I I . p.x3j.
I Pescatori Nizzardi chiamano questo pesce Martin-pêcheur perché veste bellis-
simi colori come 1 uccello di tal nome_ ( Alcedo Ispidaj L. ), per la quai circostanza il
Risso lo donö dell elegante nome di Alcedo; né sappiamo perché siasi da cio ricreduto
nella seconda edizione del suo libro, in cui lo considéré corne il maschio di uno Smarts
diverso, e trasferi il suo nome ad al tra specie assai incerta e priva dei vaghi colori
ehe a questa lo fecero meritare.
Se questi colori medesimi non perrnettono ehe la presente venga confusa con cinque
delle sue congeneri, la sua sagoma assai più snella e meno alta vieta ehe si
confonda cou lo Smarts chryseUsJ ehe gli è figurato di sotto nella nostra tavola. Anche
per un altro carattere si fa subito riconoscere, e specialmente dislinguere dal detto
chryselisj per il notabile prolungamento cioè degli ultimi raggi tanto della dorsale quanto
dell anale, ehe se gli si piegassero addosso al tronco, giungerebbero a toccar la base
della caudale. Riguardo eziandio a’colori, questi due bellissimi Smaridi offrono alcune
leggiere modificazioni costanti, ma essendo molto niaggiori le comuni ad ambedue non
convien dare soverchia importanza a quelle ehe si scorgono miniate benchè fedelmen-
te nella nostra tavola, scambiandosi sovente l ’una con l’altra^n natura.
L’altezza di questo Smaride è quasi un quinto della lunghezza, la grossezzà è la
metà delPaltezza: la porzione assottigliata del corpo è poco meno ehe una sesta parte
di tutta la lunghezza. Il capo dalla punta del muso all’estreinità dell’opercolo è lungo
quanto l’altezza del pesce, ed è alto due terzi della sua lunghezza: il diametro del-
l ’occhio è compreso quattro volte e mezzo circa nella lunghezza del capo: il margine
anteriore dell’orhita dista dalla punta del muso un diametro e mezzo, ed il posteriore