APOGON REX-MULLORTJM.
anche più che non ne dista' quella stessa. Trigla ehe ingiustamente il nome di Mullus
imberbis erasi fino a quel tempo goduto; ed alla opinione del Willughby si attenne-
ro tutti quelli ehe dopo lui fino a giorni nostri parlarono di questo pesce, del quale
neppure un motto avevanofatto gli antichi: ma ebhene qualche incompiuta notizia il
Gesnero, dappoi ehe lo riporto nelle sue Tavole. Dobbiamo al Signor di Lacépède la
di lui classificazione in un genere particolare. Sotto il nome di Apogon ruber lo separo
egli da’ Mulli, non perche pondérasse i suoi caratteri più important, ma solo per tro-
■ yarlo privo di barbette; nè lo riawicinb aile Perche, corne Linneo ed Àrtedi avrebbero
sàputo fare, se ne avessero ayuto contezza. E forse 'egli stesso lo conôbbe soltanto per
la descrizione altrui; perche al contrario non gli sariano sfuggite ail’ occhio le affinità
di questo suo Apogon coi suoi pretesi Ostorhynchus, Dipterodon, e Centropomm auratus.
Nè lo Spinola poi, nè il Rafinesqué sebbene sufficienlemente lo descrivessero, seppero
riconoscerlo; lo considerarono essi corne nuovo,non potendo, nell’averlo sott’occhio, sup-~
porre giaminai éssere stato posto dà’ loro predecessOri Ira Mulli, e percio sono degm di
scusa; ma non cosi il Risso ehe lo sostenne yicino ad essi facendorie un suo Mugilide.
Nè sappiamo il perché dicasi da Cuyier ehe il detto autore abbialo esposto per quello
che realmente si è. Esso Cuyier fu per yerità quegli che da suo pari seppe distinguere
il genere degli Apogoni di cui puo dirsi il yero fondatore; e fin dal i 8i 5 tra le memorie
del Museo d’Istoria Naturale di Parigi, una ne dedico a bandire ogni incertezza
relatiya a questo grazioso pescelto, nella quale distrusse i generi stravaganti ehe il Lacépède
ayea stabiliti sopra specie non solo congeneri ma affinissime al nostro Apogon.
Abbiamo già yistp all’ articolo della Perça ßuviatilis quali sieno i caratteri essenziali
del genere Apogon, ehe come it Pomatçmus ed un altro piccolo genere esotico detto dal
Lacépède Cheilodipterus si distingue nella sua serie di Percini per ayer brevi le pmne
dorsali e scostate Tuna dall’ altra, non meno che per la facilità con cui gli cadono,
corne a Mulli, le scaglie. Gli Apogoni del resto hanno il corpo cortino, poco compres-
so, e assai ventricoso nella parte media, coperto di scaglie grandi, sottili, facilmente
caduche, rùyidette sul loro margine: il capo corto, ottusétto, privo di appendici; ed
assai differentemente dalle vere Triglie (MulliJ lo spazio compreso fra la bocca e gli
occhj è molto breve, poco essendo prolungati l’ etmoide e i sottorbitali. L occhio è
assai grande. La bocca è mediocremente fessa e poco protrattile : ambedue le mascelle,
delle quali 1’ inferiore è alquanto più sporgente, scorgonsi annate di una stretta fascia
di denti a scardasso, ma fitti molto e sottili: una fascia a Y rovescio di simili denti
occupa l ’ estremità anteriore del vomere, e ye n’ha una piccola striscia sopra ciascun
osso palaiino : le ossa faringee sono fornite di denti maggiori. La lingua è libera, ottusa
e molle sulla cima, senza alcun dente o veruna altra asprezza. Sette, come in tutti i
Percini a due dorsali e non tre corne nelle Triglie, sono i raggi della membrana bran-
chiostega. Il preopercolo è sottilmente dentellato con una cresta sporgente, assai nota-
bile per formarvi quasi un doppio margine. La porzione ossea deli opercolo vien ter-
minata da un piccolo ma saldo angolo alquanto ottuso. Tanto le gote quanto tutt i pezzi
opercolari sono guarniti di scaglie, la pelle del cranio perö ne rimane priva, come pure
il muso, le mascelle e lo spazio interoculare. La linea laterale molto più prossima al
dorso ehe al ventre segue presso a poco la curva del primo : ciascuna delle scaglie ehe
la segnano hanno tre piccole elevazioni, o per meglio dire tre tubetti sporgenti. L ano
è situato poco più innanzi della metà del corpo. Le Otto pinne sono affatto sproyyiste
APOGON REX-MULLORUM.
di scaglie, avvanzandosi queste di poco sulla stessa caudale. Le due dorsali sono fra
loro divise da distanza non lieve, ma ben lontana dall’uguagliare lo spazio ehe sépara
quelle dei Mulli: ed esse pinne sono brevi, composte di pochi raggi gracilissimi
tutti, eziandio gli spinosi. La prima ha origine sopra la perpendicolare ehe cade sul
termine deli’opercolo, ma dietro il punto corrispondente alla inserzione delle pettorali:
la seconda è più lunga e più alta della prima la cui altezza uguaglia colla lunghezza.
Le ventrali sono collocate molto innanzi alle pettorali. La pinna anale tanto per la
posizione quanto per la figura corrispoude con perfetta simmetria alla seconda dorsale.
La caudale è poco forcuta.
L’Apogone del Mediterraneo è il solo che trovisi in Europa: Moite altre specie
perö popolano il Mare dell’ Indie. Al tempo ancora ehe scriveva il Cuvier era opinione
comune ehe niuna specie abitasse l’Oceano Atlantico nè sulle coste di Africa nè
molto meno su quelle d’America: tuttavia in queste bande ne sono state non ha guari
scoperte, e di giorno in giorno si scuoprono, specie del tutto somiglianti alla nostra.
Questo Re di Triglie rosso è alto quanto un terzo, largo quanto un quinto della
sua lunghezza. Il capo uguaglia in lunghezza l’ altezza del pesce. La parte superiore
del cranio ha piccole ineguaglianze, e sotto le branche délia mascella inferiore sono
due linee laterali rilevate. L’occhio collocato molto innanzi alla commissura della bocca,
due volte più yicino alla punta del muso ehe al margine posteriore deli’ opercolo è
grande quanto lo spazio ehe lo sépara dal margine inferiore del medesimo, e poco
meno d’ un terzo della lunghezza del capo : l ’ intervallo che corre fra un occhio e
l ’altro uguaglia i tre quarti del diametro deli’ occhio. La forma del corpo fino al termine
della seconda pinna dorsale e della anale si puo paragonare ad una ovale, quivi
si ristringe di subito, e le due caréné del dorso e del ventre si prolungano in linee
quasi rette : lo spazio assottigliato ehe queste circoscrivono raggiunge d’ un quarto la
lunghezza del pesce, ed ha in altezza il doppio della sua grossezza, ma solamente la
metà della lunghezza. Nella maggior altezza del corpo si distinguono otto file di scaglie,
ed in ciascuna fila se ne contano venticinque per longitudine. Lo spazio ehe corre
fra le due pinne dorsali è lungo in modo ehe lascia libero il luogo a tre scaglie. La
dorsale anteriore nasce sul punto ove finisce il terzo anteriore del pesce, ed è poco più
alta del diametro deli’ occhio: ha sei raggi spinosi, il secondo e il terzo de’ quali sono
i più lunghi di tutti, il primo è tre volte più breve di questo e poco più lungo del
sesto, ehe tocca la metà del quarto. La dorsale posteriore lunga più dei due terzi del
capo conta un raggio spinoso e nove ramosi, lo spinoso è la metà piu corto di quello
ehe il segue; gli altri decrescono a gradi, talmente che l ’ultimo dei ramosi rimane
uguale allô spinoso. Il numéro dei raggi delle pettorali monta a dieci tutti molli : a
cinque ramosi ed uno spinoso quello delle ventrali : l’anale ne ha due spinosi e otto
ramosi. La caudale lunga la sesta parte del pesce è poco profondamente forcuta, e vi
si numerano diecinove raggi ramosi.
Il colore generale del pesce è un rosso argenteo-dorato, che secondo il variare delle
stagioni volge più o meno al ranciato, o al cupreo più o men sudicio. Tutto il corpo
è minutissimamente punteggiato di nero, ma più visibilmente sulle gote e sugli oper-
coii. Da ciascun lato della parte attenuate del tronco, all’origine della caudale, ew i
una macchia nerastra, la quale si triplica sovente corne vedesi nell esemplare effigiato;
e per lo più si osserva una tinta fosca fra l ’ occhio e il muso, corne anche una macchia