juventule adolescentes aliquotj nee ii tenui loco ortij, e quella Tenuitas oerarii di M. Tullio
che soyente si piange. Che se questa etimologia non paresse abbastanza legittima, os-
servisi che qualora ripetasi dal diminutiva tenui cultesJ} si riconoscerà più ragionevole e
naturale la necessaria corruzione in bocca del popolo tirante al semplice ed al sonore
cosi nel creare coine nel!’ adoperar le parole. La pratica che abbiamo degFidiotismi
popolari non ci permette di abhracciare quella opiniane diversa di alcun erudito che
pensa discender Tinca da Tincta per 1‘atro colore che indossa. I Toscani che di si tenue
frittura di Tinche fanno uso più che altri, e dicono ho jvitto quando vogliono.
inténdere non aver più danaro alcuno, quasi castretti a sl misera pasto* sogliono in
piazza del pesce non far quistione di contratto, poichè per eiascuna Tinca gittano. en-
tro il catino del pescivendolo la vil monela convenu la dalVuso.
Tiwansi ora Tinche per tutta Europa: imperocchè nel settentrione* ove non erano*
si posero ad allignare per artificio come Ie Regine. Amano. Ie. acque stagnanti,. percio
raro pescansi ne’ fiumi, e non mai nelle acque correnti.. Lodansi quelle di alcuni laghi
quai sono del Fucina e di Manterosi ap.po noi, men forse dispregevoli di altre che
yivono in acque yicine. Nè il colore,, came alcuni pretendono, porge indizio> d i relativa
loro bontà; perciocchè le più luride- Tinche ed in brutte acque pescate riescono
ordinariamente men cattive di quelle che più ti risplendono se Ie tegli dalle acque
chiare. Tenacissime sono, di yita, resistono anche sotto il ghiaccio essendo capaei di
respirare un’ aria in cui di gas ossigene sia pressochè nulla, essendasi sperimentato che
si contentano di una cinquemillesima parte di aria vitale, quando- i pesci soglion godera
e entro 1’acqua una centesima ed anco- più. Abbondan di uova che il pazientissimo.
Bloch conto a circa trecentomila in una Tinca di quattro libre,, e Ie depongon piceole,.
verdognole, a mezzo Giugno ordinariamente,. tra piante d’acqua, delle quali- preferiscono
la Potamogeton nataas„ E. quiyi almen due maschi vedi attaccarlesi quasi a’ fianchi per
fecondarne il feta con si prafondo studie ed amore, che facil cosa è il pigliar in un
sol tratto la bigama e gli amanti, pred'are cosi almen tre pesci in un punto..
Immobili quasi perfettamente, e sepolte nella melma trapassano 1’ inverno. Cibano
animalelti teneri e vegetabili mollig ma tra gl’ insetti prediligono un verminetto,. col
quale i garzoncelli Ie adescane all’amo.. Giova meglio il prenderle con le nasse o con
le reti, dalle quali siccome sogliono spïccar faori di salto* percio se ne raddoppiano e
triplicano gli ordigni* affinchè fuggendo. dall’ una ricaggiano nell’ altfa,. e Ie buje notti si
preferiscono aü’ impresa* Crescon presto in grossezza* ma raramente giungono al pesa
di otto o dieci libbre. Voracissime sono, e privano» di buoni cibi gli altri pesci che yivono
seco loro; a taie che ove si volessera fruttuosamente educar Ie Regine ad altri pesci
preziosi converria non dare albergo alle Tinche; Ie quali per avidità di mangiare si lan-
ciano spesso fuor dell’ acqua facendo caccia de’volanti animaletli. Bianca è la carne loro-
ma piena di spine, molle, insipida, difficile a cuocersi, e più a digerirsi; soyente son pure
compenetrate di fango, onde conyiene per lungo. tempo espurgarle^Talvolta le più grosse
rinvengonsi vuote di polpa, e i peseatori Ie proverbiano allora col nome dt Scuffione^
Per la piccolezza delle scaglie,che tanta contrasta con la grandezza di quelle dei Cy-
prinij oltre i caratteri diagnostici già esposti, il genere Tinca si fa distingnere in tutta Ja
sua famiglia. 11 corpo è ovato-oblungo, compresso* ma erto e tozzotto:; il dorsoi tondeggia
e corre leggermente .arcuato: il ventre,rotondata anch’esso, corre quasi simmetricamente
al dorso : ambedue questi profili, convessi nel dinnanzi* si fanno. concayi verso, la coda..
TINCA ITALICA.
Tutto il tronco è ricoperto di scaglie oblunghe, embricate, rotondate alPapice si dentro
che fuori, e si minute che se ne contano varie migliaja disposte in quarantanove fila, la
vigesima nona delle quali è tagliata in due dalla linea laterale, lungo la quale ve n ha
novantasei: tutte le scaglie sono aderentissime ad una cute erta, scura, e spalmata per
ogni dove di viscidume più fitto ehe in qualunque altro pesce. Il capo è piramidale,
acuto-rotondato ail’ apice, con la fronte ampia, retta, discendente per dntto. La bocca
terminale, piccola, obliquamente fessa, con le mascelle sporgenti ugualmente guarmte
di labbri carnosi, alquanto protrattili, e specialmente il superiore fornito di una sola
barbetta corta e tenuissima nell’ uno e nell’ altro angolo. Lingua cor ta, non libera.
De’ due fori delle narici l’anteriore è appena cospicuo; grandetto ed ellittico il posteriore.
Occhio piccolo, quasi circolare, posto presso alla sommità della fronte. Tra le
narici e il margine superiore del labbro trovasi una sérié di pori secretori del muco,
che yolgendo ail’ indietro contorna la parte bassa delP orbita : un altra sérié di questi
pori nasce dal margine del labbro inferiore, e si stende lungo l ’ opercolo, tendendo
a riunirsi alla lineal laterale. I pezzi opercolari sono tutti nudi di scaglie; son quasi
circolari ai margini loro l’opercolo ed il preopercolo. I tre raggi della membrana bran-
chiostega sono schiacciati. La linea laterale assai distinta per lo suo^ forte rilievo di-
scende curvata dalla sommità dell’ opercolo al mezzo del tronco, d’ onde corre per
dritta via al centro della coda. L’ ano s’apre poco dopo il mezzo del pesce. La dorsale
spicca alla meta circa del corpo; e breve ed altissinia componesi di undici raggi,
che quasi posson dirsi ossei, niuno pero grosso e dentellato: il primo è la meta del
secondo, che oltrepassa di un terzo in altezza la base della pmna e la meta dell al-
tezza del tronco nel punto che le è sottoposto. Le pettorali impiantate assai vicino al
profilo del ventre sono larghe e rotondate, con dieciasette o dieciotto raggi; gli an-
teriori de’ quali, escluso il primo, sono i più lunghi. Le ventrali insente alquanto piu
innanzi della dorsale son più lunghe delle pettorali cui somigliano; compongonsi di
dieci raggi e variano secondo il sesso del pesce, avendole il maschio assai pm grandi,
più lunghe, e più concave internamente. L’ anale comincia dal bel mezzo fra l’ origine
Sella ventrale e il termine del tronco: consta di nove raggi, e mostrasi circolare anzi
che no lungo il suo margine inferiore, perché i suoi raggi anterion sono piu lunghi di
molto. La caudale assai ampia, lunga quanto il capo o poco meno, composta di circa
venticinque raggi, è indivisa: termina alquanto concava nelle giovam, troncata nelle
adulte, convessa, cioè rotondata, nelle vecehie. ,
Trentanove vertebre costituiscono -lo scheletro, sostenuto da sedici pa,a di costole.
Il feeato è grande e diviso in tre lobi. Verdissimo ed amarissimo più dell ordmano il
fiele La milza allungata e di color rosso cupo giace alla sinistra. L’ intestino fa due so e
ripiegature. Il notatojo diviso in due visciche dal noto strozzamento, come in ogm altro
Ciprinino, ha quella del dinanzi più piccola. |
p i calori passano le Tinche dal più bel giallo-bruno derate per tutti . possibili
verdi al quasi nero sul dorso: i verde suol essere megho deciso lungo i fianehi,
purissimo sulle gote: si dégrada in giallo sotto la linea-laterale, e termina m quasi
bianco. Lurida e sfumata vedesi la membrana delle pinne : 1 mde e di un vivid.ssi-
mo giallo-ranciato : la pupilla apparisce rivolta sempre all indietro. Il disotto del corpo
perù varia non meno del dorso, mostrandosi ora biancastro, ora giallo, ranciato, e
perfino violaceo secondo l'età, ü sesso, la stagione e l’abitazione: essendo scurissune