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 stituenti  due  serie  fra  lor  parallele,  circostanza  ehe  spesso  yeggiam  ripetuta  nel  qua-  
 dro  della  natura.  Attenendosi  perö  all’  ordinamento  lineare  ch’ è  il  solo  opportuno  
 per 1’ uso  prattico  conyien  riguardare  come  intermedia  alle  due  famiglie  delle  quali  or  
 parliamo  quella  dei  Triglidi, ehe,  prescindendo  dai  caratteri  forniti  dai  pezzi  ossei sot-  
 torbitali,  présenta  alcune  specie  fornite  di denti  palatini,  e  percio  analoghe  ai Percidi,   
 ed  altre  dal  palato  liscio,  ehe  tendono  manifestamente  yerso  gli  Scienidi. 
 Il  numero  dei  generi  e  delle  specie  ehe  costituiscono  la famiglia  degli  Scienidi non  
 è  ;gran  fatto  minore  di  quello  dei  Percidi.  Analoghi  sono  i  costumi,  e  simili  i yan-  
 tagffi  ehe  ne  trae  1’uomo  con  destinarli  al  proprio  alimento:  anzi  il  massimo  numero  
 degli  Scienidi ha  una  carne  di  sapore  anche più squisito,  e  pareggia  o  supera  la  mole  
 dei  più  grandi  fra  i  Percidi. 
 Diyidiamo  gli  Scienidi  in  due  sottofamiglie.  Nella  prima  sotto  il nome  di Sciaenini  
 poniamo  quelle  specie  che  han  la  linea  laterale  protratta  fino  alla  pinna  caudale;  
 nell’altra  sotto  il  nome di Pomacentrini aggreghiamo  quelle  la  cui  linea  laterale  rimane  
 tronca  sotto  la  fine  della  pinna  dorsale.  Quasi  uniyersalmente  nelle  prime  il  cranio  
 présenta  alcuni  rigonfiamenti  all’esterno,  perché  le  ossa  ehe  lo  coinpongono  interna-  
 mente  sono  cayernose :  nella  seconda  le  ossa  del  cranio  non  sono  mai  cayernose, e  
 percié  non  dan  luogo  a  rigonfiamenti  esteriori. 
 I  tre  Pesci  de’  quali  ci  accingiamo  a  tener  discorso  spettano  alla  numerosa  sotto-  
 famiglia  degli  Sciaenini,  hanno  servito  di  tipo  ai  tre  generi  del  Cuyier  Sciaena,   Cor•  
 vina  ed  Umbrina,   e  sono  i   soli  Europei  fra  tutti  quelli  della  famiglia.  Più  partico-  
 larmente  poi  le  tre  nostre  specie  prendono  posto  in un  gruppo  di  Sciaenini,   ehe  si  fa  
 distinguere  perché ha sette  raggi  alla  membrana branchiostega,  laddoye  i restanti  Scioe-  
 § § g  yanno  a  schierarsi  in  un’ altro,  in  cui  i  raggi  sono  in  numero  minore  di  sette.  In  
 questo  secondo  la  pinna  dorsale  è  sempre  una  sola :  nel  primo  all’ opposto  la  stessa  
 pinna  ora  è  semplice,  ora  più  o meno  profondamente  intaccata,  oppure  diyisa  in  due.  
 Simili  diyisioni  e  suddivisioni  han  luogo  pure  nella  sottofamiglia  dei  Percini,  corne  
 abbiam  rileyato  all’ articolo  del  Serranus  hepatus.  I  tre  generi  dei  quali  ci  occupiamo  
 sono  di quella  categoria  del gruppo  da  sette  raggi  branchiostegi,  che ha  la pinna  dorsale  
 più  o meno  diyisa.  In essa y ’han  poi  altre  condizioni meriteyoli  d’essere qui  riferite.  Le  
 ossa  del  cranio  sempre  son  cayernose,  e  rigonfie:  tutto  il  capo  esteriormente  è  squa-  
 moso :  la  mascella  inferiore  suol  esser  segnata  di  pori :  l ’ opercolo  è  osseo  e  terminate  
 con  una  o  due  punte  pialte;  il  preopercolo  è  dentellato,  almeno  nella  prima  età  del-  
 l ’animale:  le  spine  della  pinna  dorsale  sono  assai  yalide,  e  la  parte  molle  della  mede-  
 sima  è molto  più lunga  della  spinosa:  l’anale  inyece  è brevissima. Le pietruzze  dell’ or*  
 gano  auditiyo  sono  osservabili per  la  grandezza :  il  yentriglio ha  la  forma  d’un  lungo  
 sacco;  le  appendici  cieche  sono  in numero  di  dieci,  dodici,  e  più  ancora : il notatojo  è  
 grandissimo,  fornito  d’appendici  diyersiformi,  spesso  di  strana  figura. 
 Ecco  l ’ esposizione  compendiosa  dei  caratteri  ehe  présenta  ciascuno  dei  tre  generi  
 Sciaena,  Corvina  ed  Umbrina.  Nella  Sciaena,   Guy.  i  raggi  spinosi  della  pinna  anale  
 son  tenui:  l’una  e  l’altra  mascella  porta  una  fila  di  denti  yalidi,  uguali,  e  la  supe-  
 xiore  ha  di  più  una  stretta  fascia  di  denti  a  scardasso  :  non  y ’han  denti  canini  :  il  
 mento  è  privo  d’appendici  camose.  La  Corvina,   Cuy.  ha  i  raggi  spinosi  della  pinna  
 anale  assai  yalidi,  specialmente  il  secondo :  ambedue le mascelle  sono  armate  di  denti 
 a  scardasso,  e  la  superiore  soltanto  ha  di  più  una  fila  di  denti  yalidi  :  non  y’ han  
 canini,  né  appendici  aderenti al  mento.  L’Umbrina poi  è  segnalala  dalla  presenza  d’un  
 appendice  carnosa  inserita  sotto  la  sinfisi  della  mandibola,  ed  ha  tutt’ i  denti  delle  
 mascelle  disposti  a  scardasso  su  lunghe  fasce. 
 Il  più  voluminoso,  il  più  squisito,  il meno  abbondante  degli  Scienidi  nostri  è  quelle, 
   in  grazia  del  quale  Cuyier adotto  il  nome  generico  Sciaena;  e  dai  Romani anzi  uniyersalmente  
 dagl’ Italiani  yien  dette  Ombrina  oppure  Umbrina :  i  Sardi  Jo  dicono  più  
 specialrnente  Umbrina  di  candie:  i  Veneti  Ombra,  Ombria,  Ombrela :  i  Genovesi  poi  
 Fegaro,   e  i  Nizzardi  Figou.  E  più  che  dubbioso  ehe  sia  questo  il  Pesce  cui  i  Greci  
 diedero  il  nome  di  Zxiouvcc  dai  quale  fu  tratto  il  yocabolo  Sciaenaj  e  non  è  verosi-  
 mile  neppure  ehe  fossé  questa  la  yera  Umbra  de’ Romani  anti  chi.  Ci  sembra  piut-  
 tosto  ehe  la  Ixiaivoc  dei  Greci  corrisponda  al  pesce  ehe  oggi  a  Roma  chiamasi  Corvo,  
 e  ehe  1’ Umbra  de'  Romani  antichi  sia  l’ Ombrina  di  scoglio  o  Corvo  di  scoglio  de’  
 moderni.  Ma  abbiasi  pure  ognuno  l ’ opinione  ehe  più  gli  sembra  plausibile  su  tal  
 particolare;  certo  è  ehe  la  Storia  della  nostra  Ombrina  e  degli  altri  due  Scienidi  no-  
 strali  fu  piana  ed  aperta  finchè  ne trattarono  i  yecchi  Itliologi  dell’Europa méridionale,  
 i  quali  ayeyano  tutti  tre  i  pesci  sott’ occhio.  Non  cosi  quando  incominciarono  a  scriver-  
 ne  quei  del  Settentrione.  Willughby  pel  primo  si  fece  a  dire  ehe  le  specie  del  Medi-  
 terraneo  si  riduceyano  a  due. sole,  e  la  di  lui  autorité  trasse  in  errore  Artedi  e  Lin-  
 neo.  Quest’ ultimo,  dato  il  nome  di  Sciaena  cirrhosa al  Pesce  che poi  dai  Cuyier  è  state  
 chiamato  Umbrina  vulgaris,  riuni  irnplicitamente  dietro  l’esempio  d’Artedi  i  sinonimi  
 spettanti  agli  altri  due pesci,  e  stabili  sui  medesimi  una  specie complessa  cui impose  il  
 nome  di  Sciaena umbra.  Tal  nome  certamente  gli  fu  suggerito  dai  yocabolo  Umbrina  
 che  troyaya  in  Gioyio  e  in  Salyiano,  e  dovelte  credere  che  in  quello  appunto  si  fosse  
 conseryata  la  tradizione  del  nome  Umbra  de’ Romani  antichi.  La  diagnosi  ehe  diede  
 pero  non  era  tale  che  potesse  competere  alla  nostra Ombrina, ricordaya  invece i  caratteri  
 della  nostra  Ombrina di scoglio  o  Corvo di  scoglio,   ehe  poi  è  stata  detta  dai  Cuvier  Corvina  
 nigra. Altri  oculati  Ittiologi  rinvenuto  nelle  acque  dell’Oceano  il  pesce  detto Maigre  
 dai Francesi,  il  quale  a  parère  di  tutti  i moderni  è  la  cosa  stessa  ehe  la  nostra  Ombrina,'  
 e non  riscontrando  in  esso  le  condizioni  espresse  dalla  diagnosi  linneana,  applicarono  ad  
 esso  il  nuovo  nome  specifico  Aquila.  Cosi  fece lo  stesso  Cuvier :  ma  a noi  piace  piutto-  
 sto  conservar  Umbra, che rassomiglia  al  nome  vernacolo  Ombrina  degl’ Italiani.  Per  ac-  
 cordargli  tal  preferenza,  ehe  lo  stesso  Cuyier  ha  pur  dovuto  dargli  alla  perfine,  abbiam  
 pure un’ altra  ragione,  ehe  accenneremo  qui  sotto. 
 La  configurazione  deÏÏOmbrina  è bislunga,  attenuata  più  all’indietro  ehe  all’innanzi,  
 come  suole  nella  maggior  parte  dei  pesci  ossei,  e  con  la  caréna  del  dorso più  arcuata  
 e  più  acuta  di  quella  del  ventre.  La  maggior  altezza,  la  quale  cade  al  termine  del  terzo  
 anteriore  del  pesce,  è  compresa  quattro  volte  e mezzo  nella  lunghezza  totale,  e  quattor-  
 dici  volte  yi  resta  compresa  l’altezza  che ha  il  tronco  poco  innanzi  alla  radice  della  pinna  
 caudale, punto  nel  quale maggiormente  s’ abbassa.  La maggior  larghezza  corrisponde  
 all’ ottava  parte  della  totale  lunghezza.  Il  capo misurato  dalla  punta  del  muso  al  termine  
 dell’ opercolo  ha  una  lunghezza  oltre  a  quattro  yolte minore  di  quella  del pesce  
 intiero.  Il  profilo  obliquamente  decliye  è  rileyato  sulla  nuca,  alquanto  concavo  sulla  
 fronte.  Il  muso  è  ottuso,  un  poco  rigonfio,  ricoperto  di  scaglie.  La  bocca  è  terminale.  
 I  pezzi  mascellari  nudi,  inerrai,  angusti  superiormente,  s’ allargano  verso  il  basso  in  
 figura  di  cuneo,  e  stando  chiusa  la  bocca  non restano  occultati  dai  sottorbitali.  Le  lab- 
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