nemmo le sue généralité, non meno ehe quelle della sottofamiglia Percini. Yedemmo
allora ehe i generi di questa forniti di sette raggi branchtostegi componevano due pic-
cole sérié parallele, l'una cou la pinna dorsale divisa in due, l’altra con la pinna dorsale
continua; e concludemmo, ehe, se il genere Serranus spettava alla seconda sérié,
il genere Perça appartenevasi alla prima. Ora perù volendo fuggire per quanto pos-
siamo la taccia di trascuraggine in ciù ehe abbiano di singolare i pesci italiani, e sod-
disfare insieme alla dotta curiosità di molti ehe ci dimandano della Perea italica pel
desiderio ehe n’ha svegliato il Cuvier, ci siam dati ogni possibile premura d'indagare
Perche in lutte le riostre più vicine correnti e laghi, senza péri», averne alcun buon
effetto; e di ragunarne altresl un gran numéro da tutt’ i punti d 'Italia ove si produce
questa sorte di Pesce, segnatamente dai contorni di Bologna, donde ebbe la sua P. italica
il gran naturalista più volte nominato, proveniente forse dal Po, o dai grandi laghi
dell’ Italia superiore, ma non già dal Reno, in oui, corne ci fe’ noto l’Aldrovandi,
non alligna: e tutte le abbiamo rinvenute simili a quelle della quale presentiamo la
imagine e la descrizione, senza raffigurarci le particolarità distintive dal medesimo Cuvier
attribuitele, non cioù la mancanza delle fasce nerastre, non il capo proporzionata-
mente più grande; non i dentelli nel margine superiore del preopercolo più forti, più
acuti, di minor numéro; non la seconda dorsale più elevata.
Ma se discordiaino dal somino naturalista Francese nell’accettare le distinzioni da
lui vedute ed esposte, siamo pur contend di sanzionare appresso un esame compara-
tivo fatto sopra parecchi esemplari la specie finora dubbia, quantunque ammessa dai
modérai Zoologi Alemanni (Perea vulgaris, Schaffer), quella cioù della parte orientale
d 'Europa che vive nel Danubio; e ehe percib vedesi figurata nelle opéré del Marsigli e
del Meidinger. Coloro perù i quali fan consistera la differenza fra queste due specie dal-
l ’essere più o meno profondamente intaccati i dentelli del preopercolo fortemente s’in-
gannano: chè ben lungi questi segni dal caratterizzare una nuova Perça, s'incqntrano
essi in ambedue le specie con tali modificazioni da trapassare per varj gradi anco ai più
estremi limiti nei diversi esemplari dell'una e dell’altra. Ora per contradistinguere la
Perça vulgaris dalla P . Jluviatilis con buoni caratteri diagnostici,. facciamo osservare ehe
il profile della prima consiste in una più regolare curvità, senza quelle convessità e con-
cavità visibili nella nostra specie, per cui la forma del pesce diviëne quasi perfettamente
ellittica, e ehe le due pinne dorsali sono del tutto spiccate e disgiunte tra loro, mentre
nella P.fluviatiüs sono per cosl dire collegate da una piccola ombra di membrana ehe non
lascia cosl libero e netto l’interstizio delle medesime. Il principal carattere differenziale
perù ci vien somministrato dalla minore elevazione della pinna dorsale anteriore, che
oltre Bessere più bassa relativamente al corpo del pesee, lo è pure relativamente alla
di lei stessa lunghezza, essendo essa pinna poco più di un terzo alta che lunga, quantunque
soglia avéré due raggi di meno; mentre nella P. flwviatilis, che ha due raggi
di^più, la detta pinna giunge ad avere in altezza più della metà della sua lunghezza.
Bellissima b la Perea tra’ Pesci di acqua dolce. I cangianti ehe desenveremo in
appresso, il dorato della pelle, il rosso vivace delle pinne la rendono assai piacevole
alia vista, allorchè sotto i raggi del sole guizza nelle acque chiare, delle quali con mag-
gior diletto si gode. Ama egualmente laghi, ruscelli, fiumi; ma più le giova di rimon-
tare alle sorgenti di questi che di scendere alle foci, si perché le piace l’umore più
cristallino, si perche la infastidisce il gusto dell’ acqua salata. Nuota velocemente a
mezz'acqua, e il più delle volte a due o tre piedi di profondità quando vive in grosse
fiumane. Solitaria piuttosto, non si accompagna che con altre poche: e sovenle la vedi
ferma per lunga pezza, spiccarsi poi rapidamente a qualche distanza, e quindi rima-
nersi immobile un’al tra volta. Karo è che salti fuori dell’ acqua, e non viene a fiore
che ne’ mesi caldi per afferrare insetti, usando ordinariainente .nulrirsi di piccoli cro-
stacei, di pescelti, di rane giovinette e di altri Rettili, ingordissima perö sempre, e quin-
di facile a prendersi per la gola. Sente gli amori all’età di tre anni: giunge a quindici
e diciotto poll ici di lunghezza col crescere in maturità. In Italia suol rimanersi piccola,
e solo nei suoi vasti laghi superiori giunge alia lunghezza di oltre un piede. Anche
nei paesi del Nord una Perea di tre libbre è ragguardevole : se ne vedono perö di quat-
tro libbre; e senza far conto di relazioni fori date sopra qualche abbaglio, si citano esem-
pj autenticati di Perche del peso di sei, otto, e perfino nove libbre, che non mancàuo
nel lago Maggiore, e in quello di Como, È singolare che nel Benaco ossia Lago di Garda
non si trova affatlo, non facendosene parola nell’enumerazione dei Pesci del Pollini.
N’avemmo perö dal Piemonte, e da quello di Bientina nel Pisano: abbondanlissima è
sul mercato di Bologna, rara su quello di Firenze. Nella bella stagione la femmina in-
grossa smisuratamente per gravidanza d’innumerevoli minutissime uova, delle quali si
annoverö fin quasi un milione in un sacco solo; ond’è che bramosa d’alleggerirsi parto-
risce tutto ad un tratto, ed ajutasi talvolta ad introdurre nell’ovidutto 1’apice di un giun-
co, o di altra pianta acquatica, ed appiccatovi 1’umor vischioso dell’ovaja, si allontana
svolgendo un cordone simile a quello delle rane, ma rinciambellato a più cappi e a
più riprese in diversa foggia ; cosicchè avverasi la sentenza d’Aristotile il quale scrisse
generar la Perea ( Hep?«? | tra cannucceti ed erbe palustri. In lutta la parte settentrionale
della nostra penisola cónoscesi sotto i nomi di PersegOj Persicoj Pesce Persego^ che i
Bolognesi capgiano in Pesce Perseghin. I Toscani lo dicono Pesce Perso e anche Perso
di fiume. Squisitissima, solida, e facile a digerirsi è la sua carne che mangiasi prepa-
rata e condita in diverse manière; ed Ausonio par che n’avesse la bocca imbalsamata di
fresco quando cantava nella sua Mosella
“ Nee te, delicias mensarum, P erca, silebo,
Amnigenos inter Pisces dignande marinis,
Solus puniceis facilis contendere mullis.”
Nondimeno, sebbene ella fosse cosi grata al cantore di Bordö, non possiamo dedurne
come conseguenza che i Romani antichi ugualmente ne partecipassero, mancandone ogni
memoria nei fasti delle sontuose lor mense. Nè delfessere inentovata da Plinio è da farsi
gïan conto; giacchè fuori del nudo suo nome preso dai Greci, e delife virtù mediche tra-
dizionali, troppo fuori del credibile, nient’altro della Perca ci venne da lui riferito. Ma
se per avventura, a cagione dell’acqua torbida ch’essa non ama, difficilmente alligne-
rebbe nel fiume romano, crediamo saria ben fatto il procurarla all’Aniene, e a qualche
lago non lontano dalla chfà, che di Pesce maggiormente abbisogna, profittando del suo
grande moltiplicare : il che diciamo con più di ragione conoscendo che la .Perca non
manca di ottime armi difensive, e sa bene servirsene all’uopo contro i Pesci più grossi.
Tipo pertanto della famigjia dei Percidi il genere Perca è il primo dei Percini
a sette raggi branchiali e a pinna dorsale doppia; i quali Percini comprendono quat-
tordici generi, di cui soli quattro vivono in Italia, cioè i. Perca3 2. LabraXj 3. Apogonj,
4- Pomatomus, che hanno comune la particolarità di aver denti assai piccoli disposti a
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