( Sq. trasimcnicus, Bp.) una delle copiose produzioni della fertile Perugia, e la similis-
sima del Fucino ( Sq. fucini, Bp.) ; l’Avola dei Padovani ( Sq. aula, Bp.}, lo Sq. elatus, Bp.,
il piü allargato di quelli dell’ Italia superiore, il Cavedano dei Bolognesi ( Sq. caveda-
nus, Bp.), e il Ligure Sq. pared, Bp., forse Quaiastro dei Piemontesi.
Squalius pareti. Fusco-auratus; aldtudine quinlum longitudinis superante: capite
aldtudinem subcequante: spado interoculari plus quam duplo magniludine oculi: pimis
nigricandbus; dorsali humilicula inter ventrales et analem rotundatam opposita, subtrun-
cata. D. 10, P. 16, V. 9 , A. 11, C. 20. Lin. lat. sq. 44. ser. 12./*
fi somigliantissimo alio Sq. cavedanus, ma il color tanto piü scuro e dorato, il capo
piü grande, le squame tanto maggiori, e Ie pinne nereggianti non che un poco diversa-
mente situate, lo differenziano abbastanza. La central posizione della pinna in esse due
specie porta direttamente ai Scardinii, dei quali perö innanzi parlare sard bene si confron-
tino con le nostre specie il Leuciscus souffia e il L.cabeda, Risso, e soprattutto il X. bu~
latmai, Risso, certamente supposto, e cui lo Schinz senza saperne altro da il nome
di L. rissoi. Si confrontino le nostre specie con le Linneane C. leuciscus, grislagine,
idus et idbarus, jeses, dobula, cephalus, rudlus, aphya, con le Agassiziane Leuciscus
rodens, majalis, argenteus, prasinus, rostratus, e con quelle di altri moderni, Squalius
dolabratus e rutiloides, Selys; Leuciscus lancastriensis, e Scardinius cxruleus, Yarrell,
Squalius pigulus, Valenc. (a torto tenuto per il bipunctatus ch’e un Aspius), Sq. jaculus,
Jurine, come pure coi Leuciscus saltator, Squalius gardonus, e Sq. cenisophius della Senna,
di noi medesimi. Lo Scardinius ci da solo lo stringatissimo abnorme Sc. heegeri, Bp.
appena italiano, estremo ancora sul confine del genere, contrario eccesso nella corpora-
tura al dilatatissimo Sc. decipiens dell’ Elvezia. Unica specie dell’ Italia centrale e meridio-
nale e lo Sc. scardafa, Bp., giacche lo Sc. erythropthalmus trovasi solo nei Iaghi del
Piemonte. E completato il genere Scardinius in Europa dal rosso Sc. orfus di Germania,
e dal turchino Sc. cceruleus d’Inghilterra. Abbiam verificato un solo Aspius in Italia, l’Al-
bore o Alborella dei laghi Iombardi: e , cosa piü singolare, non esservi neppure uno del
copiosissimo genere Abramis, di cui tuttodl si vanno distinguendo nel resto d’Europa
riuove specie. Manchiamo altresi del Pelecus cultratus, Ag., ehe per la sua particolar forma
ne guiderebbe direttamente ai Clupeidi.
Innanzi perö di volgerci ad essi, le strettezze del lineare ordinamento ne obbligano
fermarci alia Famigliuola dei Pcecilidi che veramente sono Ciprini dentati. Fra i Pxcilini
troviam due pescetti ehe brulicano in alcuni seni dei nostri mari: la Lebias calaritana,
Bonelli, e la Lebias nigropunctata , Wagler, dalle quali non differiscono YAphanius fascia-
tus e 1 ’A. nanus del Nardo. Questa Famiglia poi forzosamente ci manda ai Labridi cui
tanto bene ai Cyprinidi rannoda. Il Valenciennes li ha lumeggiati non poco, ma quelli medi-
terranei stanno tuttavia in oscuritä la quale a sgombrare si apparecchia il Risso con parti-
colare Opera, ehe non poträ mancare di frutto se si avvantaggi benedei tanti argomenti
possiede per suggettare a nuovo esame la Natura e coglierla nel suo vero. Le specie
variopinte dei Labrini quantunque sieno meno di quelle appariscono, parecchie pur se
ne contano; Labrus mixtus, Artedi, il L. turdus, L ., il L.merula,L., il L.psittacus, Risso
( L. limbatus, Val.), il L. lineolatus, Val. (L. ossifragus e tessellatus, Risso) , il L. viridis,
L. ( L. saxadlis, Valenc.;)' il L. carneus, BI. (X. trimaculatus, Pennant, X. quadrimacu-
latus, Risso), il X. nereus, ed il X. fesdvus, Risso; tutti volgarmente chiamati Lagioni
Tordi, Tordi di scoglio, Pappagalli, nei quali. per vaghezza signoreggia il Canarello. Anehe
piü numerosa e piü disordinata e la schiera dei Crenilabri detti Bulli, Guarraccini, Ca-r
giotti, dai nostri pescatori: noveriamo senza troppa garanzia una lunga serie: Crenilabrus
geoffroyi, cotta, melanocercus, cceruleus, melops, chrysophrys, nigrescens, boryanus, lit-
toralis, roissali, quinquemacu latus , cinereus, masse, cklorosochrus, ocellaris, guttatus ,
arcuatus, del Risso , Cr. brunnichi, Lacép. Cr. mediterraneus, Valenc. (Perea mediterranen,
L .), Cr. pavo, Val. (Labrus pavo, Brunn, nee L.), Cr. ocellatus, rissoi, tinta,
del Valenciennes, Cr. cyanospilotus ed aurandacus del Cocco. Ottimo divisamento fu quello
del Valenciennes distaccare dai Crenilabri, poco felicemente suddivisi dal Swainson, i ben
caratterizzati generi Acantholabrus e Ctenolabrus. Ci dà il primo Y Acantholabrus palloni.
Il secondo il Ctenolabrus marginalus, Val. ehe appo noi rimpiazza il CL rupestris, Val. del
nord ; e il grazioso Ct. ir is , Val. figurato da esso e da noi. Anche i Labridi hanno pesci
a mascelle protrattili, fra’ quali vantiamo il Coricus rostratus, Val. triplice specie
secondo il Risso, ehe non potremmo impugnare con tanta efficacia, con quanta richia-
miamo la corriva facilita di moderno compilatore ehe quattro ne adotta, non avendo per
fortuna conosciuto il C. fasciatus, Cocco, nè il C. rosaceus, Risso. Una terza categoria di
Labrini ehe potria dirsi Julird, come la precedente Epibulini, ci dà le graziosissime Zign-
relle o Donzelle ( Julis mediterraneus, Risso, poichè non é ben certo sia lo stesso dello
J. vulgaris dell’Oceano, quantunque da noi sotto tal nome figurato), lo J. giofredi,His$o,
e forse lo J. speciosus : non ci si è mostrato lo J. donzella di Cocco, solo dei molti
Labridi nuovi del Rafinesque ch’egli sancisca. L’avvenentissimo Maravizzo di scoglio (Chlo-
richthys pavo, Bp. che ad osservazione del Valenciennes è il Labrus pavo di Linneo, se
non di altri) tutti li vince in bellezza, e ne conduce ad altro stuolo numerosissimo an-
ch’esso nei mari caldi, ma rappresentato appo noi dal solo Pesce pettine ( Xyrichthys
novacula, Cuv. ). Esso stuolo , ehe potrebbesi dire Xyrichthini, si tocca colla segnalata
Sottofamiglia degli Scarini, ehe non ha piü il mare nostro essendo affatto mancato lo Scar-
rus cretensis, Cuv. ( Labrus cretensis, L. ) portatovi dall’Arcipelago su Romani navigli.
Tacendo degli Ophiocephalidi, Pesci cicloidei a branchie labirintiformi smembrati dagli
Anabanddi, e degli Amidi, dei Theuthydidi, dei Mormyridi, tutti quanti esotici, ripigliamo
i Clupeidi ehe abbiam visto legarsi ai Cyprinidi. I soli Clupeini sono europei. Siam priyi
affatto delle nordiche Clupeae, alcune delle quali a torto si confusero con le nostre. Pri-
vazione principale n’èla notissima Aringa ( Clupea harengus, L.) supplita miseramente nella
domestica economia dalla Sardella (Clupea sardina, Risso, Cl.sicula, Sw.) corapenso piü,
interessante essendo al naturalista la Clupea argyrochlora, Cocco, e la C. chrysotoenia,
Cocco, forse la stessa ehe la Cl. aureomttata del Rafinesque: aggiungasi a queste la
Renghetta o papalina e Ia phalerica, Risso, ehe le serba il genere Clupanodon. Abbiamo
due Lacce, Ia Laccia comune o Salacca (Alosa communis, Cuv., Clupea alosa, L. ), e la
Laccia levantina o Cheppia (Alosa ficta, Cuv., Clupea finta, Lacép.). Seguono 1’appetitosa
Alice (Engraulis enchrasicolus, Cuv.), la bella E. desmaresli, e la ributtata E. amara del
Risso. Ignoriamo il genere Alpismaris di questo autore non appartenente forse a questa
Famiglia, ed è possibile le due specie A. rissoanus e A. marmoratus si trovino sotto
altro nome registrate.
La ricca Famiglia dei Salmonidi cosl distinta per 1’adiposa pinna, ci si fa incontro
cogli Scopelini ehe tanto bene Ia congiungono ai Clupeidi. Tutti quelli da noi conosciuti
sono figurati in quest’ Opera, la Gonostoma denudata, Raf. (G. acanthurus, Cocco) ; 1 Ichthyo-
coccus ovatus e 1’X powerice, Bp. ; lo Scoped benoit, lo S. cocco, lo S. risso, del Cocco ; il
Maurolicus amethysdno-punctatus e 1 'attenualus, Cocco; il Myctophum rafinesquii, il me-
topoclampum, il gemellarii, Cocco, e forse Wpunctatum, Raf.; il Lampanyctus crocodilus, Bp.
(Scopelus crocodilus, Risso, Nyctophus bonaparti, Cocco); e finalmente YOdontostomus
hyalinus, Cocco. Gli Aulopodini, connessi dal Chlorophthalmus agassizi, Bp., ci porgono il
Merluzzo imperiale ( Aulopus filamentosus, Cuv. ), e la Lucertola o Ussaro ( Saurus lacerta,
Risso ). Isoleggia la Sottofamiglia degli Sternoptygini, che perö in qualche modo vassi ad
altaccare ai Salmonini nel loro genere Gasteropelecus. Abbiamo di essa il mediterraneo
Argyropelecus hemigymnus, Cocco, cui vorrebbe il Prof. Cantraine far prevalere il nome