1’opercolo integro, una fitta peluria innanzi i denti faringei superiori, onde gli viene il
nome, la dorsale falcata perché inolti de’ raggi anteriori si protendono in lunghi filà-
menti, locchè accade altresi. nell’anale: ha per tipo il Suillus delle Antille primiera-
mente figurato dal Catesby, non già perè il Labrus suillus di Linneo, ehe è un vero La-
hro europeo;e conta quattro o cinque specie tutte americane. — 7.Thalliumsj Swainson,
col preopercolo liscio, i denti anteriori lunghi, acuti, taglienti in ambedue le mascelle,
i lateraii corti, conici, séparati, ottusi; la linea laterale interrotta; le pinne scagliose alla
base; i raggi dorsali muniti di brevi filamenti; le pettorali e le ventrali uguali ed acute;
la caudale lunata. Suo tipo è il preteso Sparus chlorouruSj Bloch, tav. 260. — 8. Chei-
linej Cuv., diversissimo dall’ assurdo genere, cui Lacépède adoperando un vocabolo del
Commerson dette un tal nome, con labbra grossissime, denti conici uniseriali, scaglie
grandi anco sugli opercoli, linea laterale interrotta, la pinna dorsale e l’anale nude, la
caudale scagliosa. 11 Cheilinus irïlobatuSj Lacépède, è suo tipo, attorno il quale ragione-
volmente schierarono il Cuvier ed il Valenciennes oltre venti specie tutte proprie del
Mare indico e dell’Oceano, esclusane l’altra imaginaria o diversissima dello stesso Lacépède.
Tra le specie suddette comprendesi quella ehe lo Swainson yi pone a buon dritto,
cioè il Labrusfasciatus j Bloch, tav. 290 (Cheilinus Blochiij Valenciennes) diversissima
dallo Sparus fasciatus Bloch., tav. 257. (Labrus eneacanthuSj Lacépède) ehe avendo la
caudale forcuta deve porsi nel genere antecedente. — 9. Tautoga, Valenciennes, cogli
opercoli integri, quasi totalmente nudi, onde si approssima a JuliSj con denti in duplice
serie nell’una e nell’ altra mascella. Vedesene il tipo nel Tautoga nigraj Valenciefln. (Labrus
americanuSj Bloch, Labrus tautoga, Mitchill ) unica e variabilissima specie america-
na, ivi utilissima, mentre le altre cinque o sei specie conosciute abitano il mare delle
Indie, fra le quali è il Labrus melapterus^Bloch. tav. 205. : non sappiamo perô corne
il Valenciennes possa citare il Labrus fasciatus di Bloch tav. 290, citandolo ancora sotto
il genere Cheilinus, ove giustamente lo riceviamo noi. — 10. Malacanthus, Cuv., ehe
dallo Swainson vien posto coi Xyrichthys per la somiglianza che ha con le Coryphaenae^
ma ehe tuttavia deve includersi in questa categoria, per aver l’opercolo scaglioso. Ha il
corpo allungatissimo ; gli opercoli armati da una spina ; i denti uniseriali in ambedue
le mascelle, tra’quali ve n’ha degli uncinati e robusti; la pinna dorsale e l'anale assai
prolungate co’ raggi non solo tutti molli, onde ha il nome, ma tutti altresi ramosi; la
caudale semilunata. Non ha ehe due specie, l’una Ji America, l’ai tra indiana, cagioni
d’ innuraerevoli abbagli ben conosciuti dal Cuvier, cui è dedicata la prima, e istorica-
mente descritti dal Valenciennes.— 11. CheiliOj Commerson, che troppo dal Lacépède fu
slontanato da' Labrij a’ quali ingiustamente riunivalo il Cuvier, essendo genere eccellente
intermedio ai Labrij ed ai Juli. Il suo opercolo infatti è scarsamente scaglioso, gl’ inter-
mascellari son dilatati, e interamente coperti di fitti granelli ; i denti della serie esterna
Iriangolari, compressi, taglienti, e i due di mezzo perfino uncinati, mentre gl’ interstizj
di ciascun dente nella mandibola sono occupati da altri piccoli e conici; i denti della
mascella poi, tranne i due di mezzo, son tutti eguali; la linea laterale non è interrotta;
tutti i raggi son molli, e sprovisti di qualunque cutanea appendice. Suo tipo è il Cheilio
auratusj Commerson, e se ne conoscono otto specie, tutte del mare indiano. — 12. Ma-
lapterus, Valenciennes, partecipante dei caratteri de’ due generi precedenti, e percio ap-
punto diverso. I suoi pezzi opercolari non sono tutti scagliosi, gl’intermascellari non dilatati;
i denti sono conici, uniseriali, gl’ intermedj più lunghi; la dorsale co’ raggi tütti
molli, ma forniti di appendici cutanee. Tipo, ed unica specie n’ è il Malapterus relicu-
latus, Valenciennes, dell’ isola Juan Fernandez.
Venendo dunque al soggetto dell’ articolo, al Ctenolabrus iris, ehe abbiam veduto appartenez
al quinto genere della esposta categoria de’ Labrini, non possiam tacere ehe
erane più importante la illustrazione allorquando lo facemmo figurare, prima cioè ehe
il Valenciennes ne trattasse a fondo nel decimoterzo tomo della Storia generale de’ Pesci.
Oobbiamo a lui la fondazione del genere Ctenolabrus, il quale a cagione della diversa
dentatura è uno smembramento tanto bello quanto opportuno de’numerosissirai di quel
nome. Questo iris poi distinguesi da tutte le altre specie pel suo depresso aculissimo
musetto, ehe farialo quasi credere un Coricus.
La sua forma è una mezza ellissi molto allungata, giacchè il profilo superiore, lascia-
to un cavo tra il muso e gli occhi,risale fino alla dorsale, d’onde continua per discendere
nuovamente arcuatissimo fino alla poco elevata sottil parte del tronco, mentre il profilo
inferiore è quasi retto. Lamaggior altezza è uguale alla lunghezza del capo, ed è il quinto
della totale. L’acuto e depresso muso è stretto in modo ehe l’orbita intacca la linea
della fronte. La bocca è piccola e poco fessa con la mascella inferiore prolungata un
poco oltre la superiore : i quattro denti medii sono uncinetti, e dietro di essi havvene
una fascetta di granulari, e minori che in qualunque altro congenere. L’ occhio misura
un quarto della lunghezza del capo, e dista più di un diametro dalla punta del muso :
l’ intervallo fra un occhio e l’altro è ristretto fino a misurarne appena la metà. Il preopercolo
è rotondato, e sottilmente dentellato: le aperture branchiali grandi: la membra-
na branchiostega è sostenuta da cinque raggi. I fori nasali superiormente collocati di-
stano l’uno dall’ altro in ambedue le paja : gli anteriori son circondati da una papilla
tubuläre. Le parti nude del capo, e de’ pezzi opercolari sono sparse di pori. Le squame,
più Junghe che alte, dispongonsi in regolari serie, quattro o cinque delle quali sono al
disopra, ed una dozzina al disotto della linea laterale, che scorre parallela al dorso sul
quinto dell’altezza del pesce finchè s’infllette dietro la dorsale, e termina in modo da di-
videre in due porzioni eguali la parte assottigliata del tronco. La pinna dorsale spicca
ad un terzo di esso tronco, e protendesi sette volte più de’ suoi raggi spinosi, ehe son più
bassi de’ molli. Le pettorali inserisconsi sotto l’angolo membranoso dell’ opercolo, son
langhe quanto la metà del capo, e pressochè rotondate. Le ventrali simili nella forma e
nella grandezza nascono precisamente sotto le suddette. L’anale originasi oltre la metà
dell’ intiero animale, e corrisponde alla parte molle della dorsale, avendo i suoi raggi
semplici più robusti e più lunghi. La caudale più breve dell’ altezza del tronco è squamosa
fino alla metà, e leggermente rotondata.
Il colore è talvolta un bel rosso scarlatto, ma più spesso carnicino, corne è la figura.
Un tratto fosco assai cospicuo parte dietro l’occhio, ed attraversando l’opercolo svanisce
dietro la spalla. Tre cospicue macchie rotondette adornano il piccol pesce, una sulla
parte posteriore della pinna dorsale sopra i tre primi suoi raggi molli, essendone spro-
vista affatto la parte spinosa, in cui suole posarsi: l’altra è sopra la coda: la terza più
oscura poggia sulla base de’ raggi della caudale.
Giunge a quattro pollici di lunghezza, ma ordinariamente è la metà più piccolo, e
precisamente quale lo abbiamo effigiato ; salvochè la bruna macchia della dorsale vedesi
nella nostra figura assai più retroposta ehe nella quasi universalità degl’ individui, ehe
la portano sui tre primi raggi molli quale esprimevala il Valenciennes, e descriviamo
noi stessi.